martedì 3 settembre ’19

    Proverbio del giorno

    «Chi pensa bene degli altri avrà sempre un amico (Arabia)»

     

    Iniziamo la Giornata Pregando

    Rinnovaci con il tuo Spirito di verità, o Padre, perché non ci lasciamo deviare dalle seduzioni del mondo, ma come veri discepoli, convocati dalla tua parola, sappiamo discernere ciò che è buono e a te gradito, per portare ogni giorno la croce sulle orme di Cristo nostra speranza. Egli è Dio…

    San Gregorio Magno Papa e dottore della Chiesa Nacque verso il 540 da famiglia senatoriale e alla morte del padre, fu eletto, molto giovane, prefetto di Roma. Divenne poi monaco e abate. Eletto Papa esplicò un’intensa attività nel governo della Chiesa, nella carità, nell’azione missionaria. Autore e legislatore in campo liturgico e del canto sacro, lasciò scritti di carattere pastorale, morale, omiletico e spirituale, che formarono generazioni cristiane specialmente nel Medio Evo. Morì nel 604

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio del giorno Lc 4,31-37

    Gesù discese a Cafarnao, una città della Galilea, e il sabato ammaestrava la gente. Rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché parlava con autorità. Nella sinagoga c’era un uomo con un demonio immondo e cominciò a gridare forte: «Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? So bene chi sei: il Santo di Dio!». Gesù gli intimò: «Taci, esci da costui!». E il demonio, gettatolo a terra in mezzo alla gente, uscì da lui, senza fargli alcun male.  Tutti furono presi da paura e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi ed essi se ne vanno?». E si diffondeva la fama di lui in tutta la regione. 

     

    Riflessione Per Il Giorno (frammenti di vita)

    “Certe situazioni farebbero perdere la pazienza anche a Giobbe” dico a me stesso per giustificarmi delle tante mie arrabbiature. Ma questa autogiustificazione ha cominciato a fare acqua qualche giorno fa: ero fermo al semaforo in attesa del verde, quando sul lato opposto della via ho notato un nostro ospite che camminando, urtava involontariamente un passante il quale o per il fastidio della spinta o per il sospetto che si trattasse di un tentativo di scippo, gli aveva inveito contro. Lui, un africano non più giovanissimo, sulle prime si era sorpreso, poi di fronte alla crescente esasperazione dell’altro, l’aveva piantato in asso lasciandolo ai suoi improperi. Quando più tardi lo incontrai e gli dissi: “Sei stato bravo a non reagire, ma potevi almeno chiedergli scusa” mi sorprese con questa risposta: “E’ inutile chiedere scusa a chi si arrabbia così tanto per così poco. E poi guarda che io non sono bravo, sono solo vecchio e come tutti gli anziani ho molte preoccupazioni, ma poche energie: non potevo certo sprecarle per uno che non merita neanche la mia rabbia…”.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per tutti i bambini vittime dell’odio, della violenza e delle guerre.

     

    …Don’t forget

    03-09-2004: Orrenda strage a Beslan in Ossezia (Russia): l’assedio a una scuola da parte di terroristi ceceni si conclude con la morte di 344 persone, quasi tutti bambini.

    I 1.000 quadri più belli del mondo

    MICHAELINA WAUTIER – DUE RAGAZZE RITRATTE COME LE SANTE AGNESE E DOROTEA

    1643/59 – Olio su tela – 89.7 x 122 cm – Amberes, Koninklijk Museum voor Schone Kunsten.

    Michaelina Wautier (1617-1689), è una pittrice dei Paesi Bassi. Solo di recente è stata riconosciuta come un’eccezionale artista barocca, mentre per il passato le sue opere erano state attribuite ad artisti maschi, in particolare al fratello Charles. Di lei sappiamo pochissimo anche per il carattere riservato della sua vita, ma dopo le recenti attribuzioni possiamo dire che quello che distingueva Michaelina Wautier dalle altre donne artiste dell’epoca era la sua eccezionale versatilità: era infatti in grado di esprimersi al meglio su un gran numero di generi (dal ritratto alla scena di genere, dai grandi quadri di storia ai dipinti sacri), lavorando sia sulle opere di grande formato che su quelle più piccole. Uno straordinario esempio della sua arte è dato da questo quadro precedentemente attribuito a Thomas Willeboirts Bosschaer. La ragazza di sinistra con il ramo di palma in mano (simbolo del martirio) è S. Dorotea morta verso il 284 in Cappadocia.

    Davanti a lei sul tavolo un cestino di mele e intorno le rose: la tradizione infatti dice che, condannata alla decapitazione, la giovanissima Dorotea sulla via del martirio, avesse incontrato un tal Teofilo che le avrebbe chiesto ironicamente: «Sposa di Cristo, mandami mele e rose dal giardino del tuo sposo». Dorotea accettò e mentre pregava un bimbo le portò rose e mele. Dorotea disse di portarle a Teofilo che visto il prodigio, si convertì e fu per questo denunciato e condannato alla stessa pena. La ragazza bionda a destra è S. Agnese: questa cristiana di illustre famiglia patrizia, aveva solo 12 anni quando nel III secolo a Roma scoppiò una persecuzione e lei fu denunciata come cristiana. Decisa a difendere la sua verginità e fede a costo della vita, fu sgozzata da un colpo di spada come si fa con gli agnelli (Agnese = agnello) e il suo simbolo come si vede nel quadro è appunto l’agnello che ricorda Gesù, Agnus Dei. L’artista colloca le due ragazze in un ambiente dominato dal rosso (il drappo e la tovaglia) simbolo del sangue da loro sparso. La scena risulta come divisa trasversalmente in due parti dalla diagonale composta dalla palma, dal braccio di Dorotea e da quello di Agnese e dall’agnello: nel triangolo superiore le due donne; in quello inferiore i simboli del loro martirio. Gli sguardi delle due ragazze si incrociano: Agnese guarda i frutti e i fiori di Dorotea e questa guarda l’agnello. La scena è di quelle agiografiche ed edificanti, ma la pittrice nel ritratto delle due ragazze ci trasmette il loro carattere fresco e autentico: insomma ha dipinto due vere adolescenti che non sembrano capire fino in fondo il senso del loro dramma, più che due sante martiri. E solo una donna poteva riuscire a ritrarle in questo modo.   

     

    nell’immagine un dipinto di Andrew Wyeth

     

     

     

     

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