XXXI Settimana Tempo Ordinario

     

    Jacques Bizet

    Jacques Bizet

     

    Carlo Borromeo

    Vescovo. Nato nel 1538 nella Rocca dei Borromeo, sul Lago Maggiore, secondo l’uso delle famiglie nobiliari, fu tonsurato a 12 anni. Chiamato a Roma, fu creato cardinale a 22 anni e inviato al Concilio di Trento. Nel 1563 fu consacrato vescovo e inviato a Milano diocesi vastissima che comprendeva terre lombarde, venete, genovesi, svizzere e che visitò in ogni angolo, preoccupandosi della formazione del clero e delle condizioni dei fedeli. Fondò seminari, edificò ospedali e ospizi. Utilizzò le ricchezze di famiglia in favore dei poveri. Impose ordine nelle strutture ecclesiastiche, difendendole dai potenti: per questo fu obiettivo di un fallito attentato. Nella peste del 1576 assistette personalmente i malati. Si dedicò con tutte le forze al ministero episcopale guidato dal suo motto: «Humilitas». Morì a 46 anni, consumato dalla malattia il 3 novembre 1584

    La Parola di Dio del giorno (Gv 10,11-16)

    Gesù disse: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, è pronto. Ma tutti, all’unanimità, cominciarono a scusarsi. Il primo disse: Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego, considerami giustificato. Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego, considerami giustificato. Un altro disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al padrone. Allora il padrone di casa, irritato, disse al servo: Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi. Il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto. Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia. Perché vi dico: Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena».

    riflessione del giorno  – Da “La morte di Ivan Illich di  – Lev Tolstoj

    “Caio è un uomo, gli uomini sono mortali, quindi anche Caio è mortale…questo ragionamento gli era sempre parso giusto, ma solo in relazione a Caio, non a se stesso. Un conto era Caio, l’uomo in generale e allora quel sillogismo era perfettamente giusto; un conto era lui, che non era Caio, che non era un uomo in generale, ma un essere particolarissimo, completamente diverso da tutti gli altri; lui era il piccolo Vanja, con mamma, papà, Mitja e Volodja, coi giocattoli, il cocchiere, la governante, con Katja, con tutte le gioie, le amarezze, gli entusiasmi dell’infanzia, dell’adolescenza, della giovinezza. Forse che Caio conosceva quell’odore di cuoio del pallone a strisce che il piccolo Vanja amava tanto? O aveva baciato la mano della mamma e sentito frusciare le pieghe del suo abito? Aveva forse protestato per i pasticcini? Era stato innamorato o aveva presieduto le udienze?”

    Preghiera del giorno – Preghiera di S. Carlo

    O Signore Dio che mi hai tanto favorito, mi hai concesso tante grazie ed eletto al tuo servizio, chiamato a una vocazione tanto sublime, arricchita da tanti tesori spirituali; compi questa tua opera, donami grazia e luce e spirito perché io corrisponda, con la mia vita, ai tuoi tanti beni.

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per i caduti e dispersi di tutte le guerre e per i civili che ne sono vittime innocenti

     

    La morte di Ivan Il’ič, pubblicato nel 1886, è un racconto di Lev Tolstoj. È una delle sue opere più celebrate, influenzata dalla crisi spirituale dell’autore, che lo porterà a convertirsi al Cristianesimo. Tema centrale della storia è quello dell’uomo di fronte all’inevitabilità della morte.

    E…Don’t forget…

    4 NOVEMBRE: In Italia si ricordano i caduti e dispersi di tutte le guerre e si celebra il giorno dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate

     

     

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