martedì 5 maggio ’20

     

     

    IV.a Settimana del Tempo Pasquale

     

     

    Proverbio del giorno (Proverbi Yiddish)

    Se il destino di un uomo è annegare, annegherà anche in un bicchier d’acqua.

     

    Iniziamo la Giornata Pregando (preghiera Liturgica)

    Padre misericordioso, accresci in noi la luce della fede, perché nei segni sacramentali della Chiesa riconosciamo il tuo Figlio, che continua a manifestarsi ai suoi discepoli, e donaci il tuo Spirito, per proclamare a tutti che Gesù è il Signore. Egli è Dio e vive e regna per i secoli dei secoli. Amen

     

    Caterina Cittadini

    Nata a Bergamo nel 1801, a 7 anni rimane orfana di madre e abbandonata dal padre viene accolta nell’orfanatrofio del Conventino a Bergamo insieme alla sorella Giuditta. A 25 anni insieme alla sorella fonda a Somasca l’Istituto Suore Orsoline. Muore a 56 anni.

     

    La Parola di Dio del Giorno (Gv 10,22-30)

    Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

     

    Riflessione Per Il Giorno (Frère Roger)

    Spesso i giovani mi dicono: “Non so pregare”. Vorrei rispondere: “Se in te c’è il desiderio umile di amare Dio, questo ti basti, poiché il semplice desiderio di Dio è già l’inizio della fede, l’inizio di una vita di comunione con Dio. Forse ti capiterà di provare come un sentimento di una presenza, ma se quel sentimento non appare, non inquietarti. Ci sono dei momenti dell’esistenza in cui sparisce la coscienza della presenza di Dio; eppure Egli è là, anche quando non si lascia cogliere. La presenza di Dio, del Cristo, dello Spirito Santo è continua, è sempre offerta”. Il dubbio è una realtà dura, ma può coesistere con la fede. In tutti noi ci sono dei vuoti fatti di incredulità. Nessun timore. Essi ci stimolano. Non ci impediscono di chiedere a Dio con fiducia: “Che ti aspetti da me?”. Nella preghiera, abbiamo bisogno di presentare allo Spirito Santo quel che nel cuore talvolta ci travaglia e ci assale. L’inquietudine abita spesso il cuore umano, inquietudine per sé, per gli altri, per chi soffre. La preghiera non ti allontana dalle preoccupazioni. Niente, piuttosto, ti rende responsabile quanto pregare. Più umile è la tua preghiera, più sei portato ad amare e a dirlo con la tua vita.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per tutte le scuole cattoliche della nostra diocesi di Bergamo

     

    Don’t forget!  “1000 quadri più belli del mondo”

    DOMENICO GARGIULO detto MICCO O’ SPADARO:  LARGO MERCATELLO A NAPOLI DURANTE LA PESTE DEL 1656.  1656 – olio su tela - cm 126 x 177 - Museo Nazionale di S. Martino a Napoli

    DOMENICO GARGIULO detto MICCO O’ SPADARO: LARGO MERCATELLO A NAPOLI DURANTE LA PESTE DEL 1656. 1656 – olio su tela – cm 126 x 177 – Museo Nazionale di S. Martino a Napoli

     

    Il pittore napoletano Domenico Gargiulo (1609-1675) detto Micco Spadaro, fu impareggiabile descrittore della cronaca cittadina. Amava riprendere gli avvenimenti della Napoli vicereale, gli episodi più cruenti accaduti della città, dei quali era stato testimone diretto. Suo padre era un artigiano forgiatore di spade: da lui Micco prese il nome di o’ Spadaro. E’ un freddo giorno di gennaio del 1656 quando la peste nera giunge a Napoli, capitale del vice-regno spagnolo: arriva in seguito all’approdo di navi spagnole e, si diffonde repentinamente a causa delle precarie condizioni igienico-sanitarie, straziando il popolo napoletano. È il 1656, anno infausto per la storia di Napoli. L’epidemia che decima la popolazione dell’80%, non riesce a strappar via la vita di Micco ‘o Spadaro che così diventa il più importante cronista del tragico evento. Camminando nei quartieri più affollati della città, registra sulla tela le immagini di strade e piazze gremite di corpi senza vita. “Vedesi nel quadro, che rappresenta la peste effigiata la strada al naturale, che è al dietro della Chiesa della SS. Nunziata, e che va a Porta Nolana Quivi l’azioni sono infinite di chi porta i cadaveri a seppellire, di chi li raccoglie su le carrette, di religiosi che ascoltano la confessione di alcun moribondo, e di chi amministra il SS. Sacramento. Molti in attitudini dolorose piangono nella morte di quelli le loro miserie; veggendosi chi assistere, e chi fuggire dai moribondi, otturandosi il naso. Altri vengono curati col taglio e col fuoco, ed altri abbandonati languire in grembo alla morte. Nella parte superiore del quadro è nostro Signore irato, con la spada in mano del castigo, e vien pregato di misericordia della B. Vergine, da S. Gennaro, ed altri Santi Protettori della Città”. Il Largo del Mercatello, all’epoca fuori le mura della città, è oggi Piazza Dante. In alto a destra la Porta dello Spirito Santo detta anche Porta Reale, che dava l’accesso a via Toledo. Dietro alle mura la cupola della chiesa di S. Sebastiano, crollata nel 1939, e il campanile della chiesa del Gesù. Nella piazza, proprio perché esterna alla città, venivano raccolti i moribondi e i cadaveri degli appestati. 

     

     

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