mercoledì 3 aprile ’19

    3a settimana di Quaresima

     

    nell’immagine un dipinto di Eilif Peterssen

     

    Proverbio del giorno

    «Da oriente ad occidente, la propria casa è la migliore (Vietnam)»

     

    Iniziamo la Giornata Pregando

    Signore, dona a noi la saggezza e l’umiltà di credere, di studiare, di approfondire e di comprendere i Tuoi insegnamenti. Aiutaci ad accogliere con umile e gioiosa gratitudine la Tua Parola, perché sia per noi luce ai nostri passi. Aiutaci a seguire il cammino di obbedienza alla verità perché possiamo diventare veri testimoni dell’Amore. Amen.

     

    SAN RICCARDO DI CHICHESTER VESCOVO (1197-1253)

    Nacque da modesti proprietari terrieri. Fu un uomo di grande carità, pieno di comprensione, e particolarmente sensibile per le sofferenze dei malati e degli anziani. Si impegnò per il celibato del clero, l’amministrazione gratuita dei sacramenti e perché la messa fosse celebrata in condizioni dignitose. Si ammalò a Dover, mentre si adoperava per costruire una chiesa in questa città e poco dopo morì.

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio (Gv 5,17-30)

    Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio. Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno.  Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna.  Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.

     

    Riflessione Per Il Giorno (Pierangelo Sequeri)

     

    Se la comunità cristiana l’osserva, la Quaresima non passerà senza frutto. L’appello alla sobrietà non è censura del corpo, è dono per l’anima. Se è condiviso, con amore e con gioia, pacifica le ossessioni della comunità e restituisce lucentezza allo sguardo. E per dirla tutta, non ci mancano i motivi per fare una pausa e portare per un pezzetto di strada la croce di qualcuno che, comunque, se la deve portare per tutta la strada. Espiare non è una brutta parola, se si portano gli uni i pesi degli altri, anche quando i loro pesi non sono colpe nostre. È una questione di decenza. Per prendere distanza dagli eccessi e dalle debolezze che non abbiamo saputo prevenire e correggere. Per dire che anche se siamo deboli non vogliamo essere complici. Noi crediamo che la preghiera e la penitenza generano anticorpi nell’intero organismo comunitario: il sacrificio del Figlio di Dio in nostro favore ha percorso questa strada. Nella vita ciascuno è convocato, di volta in volta, a fare la sua parte in qualche stazione della via crucis. Non farci trovare impreparati, quando toccherà a noi di sostenere l’umano avvilimento del perseguitato, è un punto d’onore, per la fede. In quel momento preciso la benedizione dell’esercizio quaresimale non passerà inosservata. E meriterà interamente la sua osservanza e il suo rispetto.

     

    Intenzione del Giorno

    Preghiamo per coloro che rischiano la vita per difendere il loro prossimo

     

    Don’t forget…!

     

    Santi della carità

    S. Ludovico Pavoni

    (1784-1849)

    Lodovico Pavoni nasce a Brescia l’11 settembre 1784 da genitori nobili e benestanti, che lo educano cristianamente, evitandogli il pericolo di diventare il “giovin signore” di pariniana memoria. Si rivela subito ragazzo vivace e geniale, dotato di buona intelligenza, aperto a molti interessi (pittura, caccia, equitazione, meccanica…), sensibile ai problemi sociali. Ordinato sacerdote nel 1807, si dedica subito a un’intensa attività catechetica, fondando presto un suo oratorio per l’educazione cristiana dei ragazzi più poveri, anticipando i moderni centri educativi e l’associazionismo giovanile. Nel 1812 il vescovo Gabrio M. Nava lo nomina suo segretario, consentendogli tuttavia di continuare a dirigere l’oratorio, sempre più frequentato. Nel 1818, nominato Canonico del Duomo, si dedica alla fondazione di un “privato Istituto di beneficenza” con annesso “Collegio d’arti”, che dal 1821 si chiamerà “Pio Istituto S. Barnaba”, per giovani poveri o abbandonati, con annessa in seguito una sezione per sordomuti. Nei trent’anni successivi sviluppa un suo metodo educativo, che lo pone all’avanguardia dei pedagogisti dell’Ottocento: gli elementi chiave (ragionevolezza, amore, prevenzione, centralità della fede, importanza del lavoro) verranno ripresi e sviluppati da don Bosco.

    In particolare: crea un modello di istruzione e di avviamento al lavoro che anticipa le attuali scuole professionali; inizia un’intensa attività tipografica ed editoriale, preludio all’apostolato contemporaneo nei mass media; introduce nel mondo del lavoro riforme innovative, anticipando la dottrina sociale della “Rerum Novarum” (dignità del lavoro, salario familiare, assistenza nelle malattie, licenziamento solo per giusta causa e con preavviso, partecipazione del lavoratore agli utili di azienda); fonda, infine, la Congregazione dei Figli di Maria Immacolata (Pavoniani), che appare così audace e originale (i “frati-operai”) da suscitare a lungo perplessità nelle autorità civili e religiose (sacerdoti e religiosi laici collaborano “alla pari” come educatori della fede, come maestri d´arte e di umanità). Muore il 1º aprile 1849 a Saiano, presso Brescia, mentre si adopera per portare in salvo i suoi ragazzi durante l’insurrezione dei bresciani contro gli Austriaci (le dieci giornate di Brescia). Alla morte del fondatore, erano rimasti solo i sei più fedeli collaboratori. Non tardarono a venire momenti difficili: la morte prematura del successore, la soppressione degli ordini religiosi, la confisca dei beni e la dispersione dei superstiti. Un piccolo gruppo si radunò ad Ala, nel Trentino, e mantenne vivo il ricordo e il carisma di padre Pavoni. La congregazione si diffuse, dal 1880 in poi, nel Veneto e in Lombardia. L’espansione all’estero ha toccato Brasile, Messico, Filippine, Eritrea e Burkina Faso.

     

     

     

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