mercoledì 9 giugno ’21

     

    10.a Settimana Tempo Ordinario

     

    Proverbio del giorno

    A rubar poco si va in galera a rubar tanto si fa carriera.

     

    Preghiera del giorno (Dietrich Bonhoeffer)

    Al cominciar del giorno, Dio, ti chiamo. Aiutami a pregare e a raccogliere i miei pensieri su di te; da solo non sono capace.

    C’è buio in me, in Te invece c’è luce; sono solo, ma tu non m’abbandoni; non ho coraggio, ma Tu mi sei d’aiuto; sono inquieto, ma in Te c’è la pace; c’è amarezza in me, in Te pazienza; non capisco le tue vie, ma tu sai qual è la mia strada.

    Padre del cielo, siano lode e grazie a Te per la quiete della notte, siano lode e grazie a Te per il nuovo giorno. Signore, qualunque cosa rechi questo giorno, il tuo nome sia lodato! Amen.

     

    Santo del giorno

    EFREM nacque nel 306 a Nisibi, città della Mesopotamia governata con la forza delle armi da Roma.

    Dei primi anni della sua vita si conoscono racconti molto diversi tra loro: certo è, invece, il sacramento del battesimo ricevuto verso i 18 anni.

    Strinse una profonda e spirituale amicizia con il vescovo della città, Giacomo, con il quale contribuì a costruire e a guidare una scuola di teologia.

    Ordinato diacono prima del 338, visse e operò a Nisibi fino alla conquista persiana: Efrem, alternando la vita ascetica all’insegnamento, si ritirò gli ultimi anni presso Edessa dove morì il 9 giugno del 373.

     

    Parola di Dio del giorno – Mt 5,17-19

    Gesù disse ai discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.

    In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.

    Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».

     

    Riflessione per il giorno Innocenti condannati – AsiaNews

    Lahore – Dopo otto anni trascorsi nel braccio nella morte con l’accusa di blasfemia, l’Alta Corte di Lahore ha scagionato ieri una coppia di cristiani, Shafqat Emmanuele e Shagufta Kausar che sono stati assolti per mancanza di prove.

    “Erano anni che combattevo la battaglia legale per questa coppia di innocenti, sono felice che sia stata fatta giustizia”, ha commentato l’avvocato Saif ul Malook, un musulmano.

    Questa coppia di cristiani analfabeti con quattro figli (Zain, Danish, Joshua e Sarah) viveva in condizioni di estrema povertà nel compound della missione di Gojra (Punjab).

    Dietro l’accusa di blasfemia, ci sarebbe un diverbio per una lite avvenuta tra i loro bambini e alcuni vicini.

    Nel luglio 2013 Shafqat Emmanuel e Shagufta Kausar erano stati arrestati con l’accusa di aver inviato un messaggio contro il profeta dell’islam.

    Nonostante i due siano analfabeti, il giudice della Corte del distretto di Toba il 4 aprile 2014 li aveva condannati alla pena di morte. Ora la sentenza è stata ribaltata dai giudici dell’Alta Corte di Lahore.

    “Oggi sono felice – ha detto l’avvocato – ma mi chiedo chi sia responsabile di tutto questo e perché sia garantita l’impunità ai testimoni dell’accusa che hanno raccontato il falso in tribunale”.

     

    Intenzione di Preghiera per il giorno

    Perché la giustizia si basi sulla verità e la difesa degli innocenti contro ogni abuso.

     

    Don’t forget! QUINTA CROCIATA: 1217-1221

    Proclamata nel 1215 da Innocenzo III, fu organizzata dal successore Papa Onorio III. Nel 1217 arrivarono a S. Giovanni d’Acri il re d’Ungheria, Giovanni di Brienne, re titolare di Gerusalemme, il re di Cipro e il duca d’Austria.

    Scopo della crociata era Gerusalemme, ma il conflitto si spostò in Egitto per occupare un porto importante da scambiare coi territori in Terrasanta. Così i crociati si impadronirono di Damietta nel novembre 1219.

    Fu un massacro: secondo Olivier von Paderborn, quando la città cadde, su 80.000 abitanti, solo 3.000 rimasero in vita. Ma l’esercito crociato fu battuto nel tentativo di conquistare il Cairo (1221).

    E’ in questa occasione che si realizzò l’incontro tra S. Francesco e il sultano al-Malik al-Kamil.

    S. Francesco arriva a Damietta a metà luglio del 1219 con alcuni frati: il 5-11 assiste alla presa della città da parte dei crociati, rimanendo disgustato di tanta sanguinaria cupidigia.

    Ottiene dal sultano Malik al-Kamil un’udienza che non porta risultati; poi si reca in Palestina dove pare abbia visitato il S. Sepolcro.

    Nell’incontro di Francesco col Sultano, si inaugura la terza via della missione: la prima via è rappresentata dalle crociate dove l’altro è un nemico da combattere e sopprimere.

    La seconda è l’isolamento: l’altro non ha niente da condividere con me; la terza via è quella del dialogo e dell’incontro, dell’andare verso l‘altro.

    Francesco intuisce che è il «dialogo» il modo giusto per confrontarsi con chi non conosce il Vangelo e non ha sentito parlare di Cristo, un comportamento il suo che non si regge sul rigido principio della verità, bensì su quello benevolo della carità.

    Il fallimento della crociata fu attribuito alla mancata partecipazione di Federico II che per questo fu scomunicato da papa Gregorio IX e si convinse a partire per la Palestina solo nel 1228, senza peraltro combattere e ottenendo la pacifica liberazione del S. Sepolcro col trattato concluso a Giaffa (1229), con il quale il sultano d’Egitto assicurava ai cristiani Gerusalemme, Betlemme e Nazareth per 10 anni.

    Entrato a Gerusalemme il 17 marzo 1229, il giorno dopo Federico II ricevette la corona di re di Gerusalemme grazie al precedente matrimonio con Isabella II di Brienne. Ma nel 1244 i musulmani d’Egitto, dopo saccheggi e massacri, si impadronirono definitivamente di Gerusalemme. 

     

    Anche lo scomunicato imperatore Federico II (stupor mundi) adotta l’alternativa della diplomazia rispetto a quella delle armi e ottiene con le trattative che la Città Santa resti accessibile ai pellegrini cristiani per una decina di anni.

    Fa pensare che un imperatore scomunicato abbia compreso quello che i Papi e i legati pontifici (come l’intransigente Pelagio che causò il fallimento della 5.a crociata) non avevano capito, moltiplicando interventi armati destinati a fare più danno che altro.

    La storiografia ha classificato gli eventi svoltisi fra il 1217 e il 1221 e quelli fra il 1228 e il 1229 come due diverse imprese (5.a e 6.a crociata), ma in realtà sono strettamente connessi.

     

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