sabato 3 marzo ’18

    2.a settimana di Quaresima

     

    nell’immagine il dipinto il Albrecht Durer – Granchio di mare

     
     

    Proverbio del giorno

    Solo d’inverno ci accorgiamo che pini e cipressi sono sempreverdi. (Cina)

     

    Iniziamo la Giornata pregando (S. Tommaso d’Aquino)

    Dal nostro Signore onnipotente e misericordioso invoco gioia e pace, conversione di vita, occasioni di penitenza, grazia e consolazione dello Spirito Santo, perseveranza nel fare le opere. Amen”.

     

    Innocenzo da Berzo

    Giovanni Scalvinoni nacque a Niardo (Bs) nel 1844. Orfano di padre, visse l’infanzia a Berzo e fu ordinato prete nel 1867, l’innata timidezza gli faceva desiderare il nascondimento e la solitudine: per questo si fece cappuccino con il nome di fra Innocenzo. Trascorse la maggior parte del tempo all’eremo dell’Annunziata e veniva chiamato a predicare nei conventi di Lombardia. Malati e afflitti accorrevano per riceverne la benedizione. Morì nel convento di Bergamo il 3-03-1890.

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio del giorno (15,1-3.11-32)

    «Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l’anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: E’ tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                           

    Riflessione del giorno “Frammenti di vita”

    I giovani africani che si stanno preparando a ricevere il Battesimo la notte di Pasqua, sono giunti puntuali all’incontro settimanale; non così “the teacher” (il catechista) che non si sa dove sia finito: devo assentarmi e così ne incarico altri due, battezzati e praticanti, di intrattenere il gruppetto con preghiere e canti e fornisco loro gli appunti in inglese dell’incontro di catechesi. Non passa un’ora che un battezzando si presenta con un occhio gonfio da far paura. “Chi t’ha conciato così?” chiedo. “The teacher” risponde. L’accaduto ha dell’incredibile: i due catechisti improvvisati hanno iniziato bene, tra canti e preghiere, ma affrontato il tema, è sorto un dissidio tra loro sull’interpretazione degli appunti: dalle parole sono passati ai fatti, venendo alle mani e il povero ragazzo che ha tentato di separarli si è preso una gomitata nell’occhio. Il tema dell’incontro di catechesi era “I SETTE VIZI CAPITALI”, con particolare insistenza sul quarto cioè l’IRA. 

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché la pratica del digiuno e dell’astinenza ci aiuti a vincere le nostre passioni e a creare maggiore solidarietà

     

    Don’t forget! 3) La foto della settimana

    L’attivista Leshia Evans durante le proteste a Baton Rouge sabato 9 luglio 2017

     

    FOTO DI JONATHAN BACHMAN (Thomson Reuters)

     

    La foto è stata scattata a Baton Rouge, capitale della Louisiana, dove in centinaia hanno protestato per le violenze della polizia americana contro i neri. L’autore è Jonathan Bachman, fotografo di New Orleans (31 anni) che stava realizzando un servizio per l’agenzia Reuters. Ritrae una giovane donna afroamericana in piedi davanti a un gruppo di poliziotti in tenuta antisommossa, mentre due la stanno per arrestare. La foto è finita su moltissimi siti di news e giornali internazionali, ed è stata definita “iconica” per la sua efficace rappresentazione del clima teso degli Stati Uniti negli ultimi mesi, ma anche per il paradossale effetto dei soldati che sembrano retrocedere di fronte alla decisione della ragazza

     

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