sabato 6 marzo ’21

     

     

    nell’immagine un dipinto di Alessandro Tofanelli

     

    IIa settimana di Quaresima

     

    Proverbio

     

     

    Iniziamo la giornata pregando – Alexis Carrel

    Mio Dio, quanto mi rammarico di non aver capito nulla della vita, di aver tentato di capire cose
    che era inutile capire; di non aver compreso che la vita non consiste nel capire, ma nell’amare. Fa’ mio Dio che non sia troppo tardi!  Che l’ultima pagina non sia ancora scritta.  E’ stato un deserto la mia vita, perché non ti ho conosciuto. Fa’ che ora il deserto fiorisca. Che ogni minuto che mi resta sia consacrato a Te. Che io sia nelle tue mani come fumo portato dal vento. Amen.

     

     

    BEATA ROSA DA VITERBO VERGINE

    Nata da famiglia di modeste condizioni, a 17 anni entrò nell’ordine delle terziarie dopo aver avuto una visione. In questo periodo fece diversi pellegrinaggi e praticò una dura penitenza. Mentre si faceva intensa la guerra tra Guelfi e Ghibellini insieme alla famiglia fu esiliata: tornò in patria dopo la morte di Federico II, ma la sua vita fu assai breve. Sulla sua morte si sa solo che anni più tardi il suo corpo è stato ritrovato intatto. Considerata Santa dalla gente, è stata così venerata anche dai Pontefici.

     

    La Parola di Dio del Giorno Lc 15,1-3.11-32

    In quel tempo, Gesù disse questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

     

    Riflessione del giorno

    Una mamma si rivolge al prete che accompagnerà i bambini ad un campo estivo per far presente che il figlio è celiaco. Il sacerdote le risponde che non ci sarà alcun problema e che, mettendosi d’accordo nel comprare gli alimenti giusti, sarà possibile preparare cibo apposito per lui. La mamma, però, insiste affermando: «Sarebbe giusto, piuttosto, non fare la pasta per nessuno dei bambini, facendo mangiare a tutti solo carne, così mio figlio non si sentirebbe discriminato!». L’episodio è realmente accaduto così come quello riferito da un altro sacerdote: una madre si presenta per spiegare al prete che il suo figlio non può mangiare ostie con glutine. Il prete la rassicura, spiegando che ormai in tutte le parrocchie vengono consacrate anche ostie senza glutine e basta farne richiesta perché il bambino abbia ostie apposite. La madre insiste e per un’ora – dicesi un’ora! – continua a ripetere che sarebbe meglio che tutte le ostie distribuite fossero senza glutine, affinché suo figlio non venga discriminato e non sia “costretto” a ricevere l’ostia a parte dagli altri! Se non si sta attenti e senza adeguata reazione, in nome del politically correct le minoranze intolleranti costringono le maggioranze a scelte insulse…

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per tutti i benefattori vivi e defunti del Patronato San Vincenzo

     

    La foto della settimana

    La foto che sta facendo il giro del mondo sui media e sui social e che potrebbe diventare un’immagine simbolo: una suora di spalle, in ginocchio davanti a uno schieramento di forze di sicurezza in tenuta antisommossa a Yangon (Myanmar), che implora la pace. Il suo nome è Ann Nu Thawng ed è una religiosa delle missionarie di S. Francesco Saverio di Myitkyina, in Kachin – Stato Birmano dove c’è una forte presenza di cristiani – secondo il presidente della conferenza dei vescovi cattolici birmani, Charles Bo, citato da alcuni media. “La polizia sta arrestando, picchiando e persino sparando alle persone. In lacrime, suor Ann Nu Thawng implora e ferma la polizia affinché smetta di arrestare i manifestanti”, dichiara il cardinale Bo, che ha postato la foto su Twitter.

     

     

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