Venerdì 12 gennaio 2024

     

    I Settimana del Tempo Ordinario

     

    Avvenne il 12 gennaio…

    1709 – In Francia: la costa atlantica e la Senna congelano per due mesi causando 24.000 morti.

    1872 – Giovanni IV è incoronato imperatore d’Etiopia.

    1945 – Le truppe sovietiche iniziano un’offensiva in Europa orientale contro le forze dell’asse.

    1970 – Termina, con la capitolazione del Biafra, la guerra civile nigeriana.

    1998 – 19 nazioni europee concordano di vietare la clonazione umana

    2010 – Un grave terremoto colpisce Haiti, causando più di 230’000 vittime

     

    Aforismi dei padri del deserto

    «Sta scritto: “Chi risponde prima d’aver ascoltato, fa una sciocchezza, per sua confusione“. Parla dunque se ti si interroga; altrimenti, taci».

     

    Preghiera

    Beato il popolo che ti sa acclamare: camminerà, Signore, alla luce del tuo volto; esulta tutto il giorno nel tuo nome, si esalta nella tua giustizia. Perché tu sei lo splendore della sua forza e con il tuo favore innalzi la nostra fronte. Perché del Signore è il nostro scudo, il nostro re, del Santo d’Israele. Amen

     

    Santo del giorno

    Nacque a Hexham (Northumberland, Inghilterra) nel 1109 o 1110 da nobile famiglia. Trascorse la giovinezza come paggio alla corte di re David I di Scozia, dove divenne compagno di studi e di giochi di Enrico, figlio del sovrano.

    Durante una missione (1135) compiuta a Rievaulx per incarico del re, entrò in quel monastero cistercense, allora il secondo per importanza in Inghilterra, fondato nel 1131 sotto gli auspici di S. Bernardo. Maestro dei novizi nel 1141, l’anno seguente Aelredo fu inviato quale primo abate con dodici compagni a Revesby (Lincolnshire), monastero appena fondato. Nel 1146 fu promosso abate di Rievaulx, che allora contava 300 monaci.

    Partecipò in Francia al Capitolo generale del suo Ordine e nel 1164 partì in missione per convertire i Pitti del Galloway, dove a Kirkcudbright lo stesso capo di quei barbari, mosso dall’esortazione del santo, entrò in monastero. Affranto dalle malattie (gotta e calcoli), che lo avevano afflitto negli ultimi dieci anni, morì nel 1166 o 1167.

     

    Parola di Dio del giorno Marco 2,1-12

    Gesù entrò di nuovo a Cafarnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico.

    Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati». Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, o dire “Alzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: alzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua».

    Quello si alzò e prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

     

    Riflessione di Andrea Lonardo

    Si pone poca attenzione al fatto che proletario ha origine da prōles, ‘prole’; in origine “chi non possiede altri beni oltre ai propri figli”. Nella Roma antica apparteneva al proletariato, cioè all’infima delle classi, chi non poteva dare altri contributi allo stato che i propri stessi figli.

    Anche in età moderna, la classe operaia era detta proletaria perché aveva tanti bambini e li mandava a lavorare ancora piccoli, per avere di che mantenersi e mantenerli. Oggi tutti cercano ricchezza al di fuori delle generazioni e della cura dei figli. Eppure, resta vero nel fondo ciò che era a fondamento dell’antica etimologia e delle antiche e sempre nuove – perché sono “originarie”! – dinamiche.

    È “povero” chi ha bambini, chi vive per crescerli ed educarli. È povero proprio nel senso cristiano e quindi anche francescano, perché non pensa a sé, ma agli altri, al prossimo, al più vicino, ai propri figli e vive e perde la vita e muore per essi, perché è carico di amore e di carità cristiana.

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo per tutti i bambini nati nel 2023 e per quelli che nasceranno in questo anno 2024 e per i loro genitori.

     

    Don’t Forget! Santi e Beati della carità

    BEATO PIETRO DONDERS 1809-1887

    Pietro Donders nacque a Tilburg Olanda il 27-10-1809. Fin da giovane si sentì chiamato al sacerdozio, ma, per la povertà della famiglia, fu costretto a sospendere gli studi e a fare il tessitore come il padre. Ciò non gli impedì di insegnare nel tempo libero il catechismo ai bambini e di esercitare un influsso benefico sui coetanei. Così fino a 22 anni, quando, con l’aiuto del parroco poté entrare nel seminario di St. Michiels-Gestel come seminarista-operaio, pagando col lavoro la retta mensile.

    Diventato prete il 5-6-1841, partì volontario per il Suriname, allora colonia olandese. Nei primi 14 anni pose la sua base a Paramaribo, dedicandosi ai circa 2.000 cattolici ivi domiciliati, e recandosi tra gli schiavi delle piantagioni (a Paramaribo se ne contavano circa 8.000 e più di 40.000 in tutto il Suriname), tra le guarnigioni dei forti militari, tra gli indiani e i schiavi dall’Africa.

    Nel 1856 si offrì come volontario del lebbrosario governativo di Batavia, dove rimase salvo due brevi intervalli, per 28 anni, curandoli nel corpo e nell’anima. Li lasciò per alcuni mesi nel 1866, quando chiese di entrare tra i Redentoristi ai quali era stato affidato dal Papa Pio IX il vicariato apostolico del Suriname. Vestì l’abito religioso ed emise i voti il 24-6-1867.

    La professione religiosa, associandolo a una congregazione missionaria, gli diede un senso più vivo dell’apostolato comunitario, permettendogli di lasciare più spesso Batavia per dedicarsi alla conversione degli indiani e dei neri. Ma il nome di Donders resta legato al lebbrosario di Batavia, dove morì, tra i lebbrosi, povero tra i poveri, il 14-1-1887, rimpianto come un benefattore e invocato come un santo. Giovanni Paolo II lo ha beatificato in S. Pietro il 23-5-1982.

     

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