venerdì 29 gennaio ’16

    3.a Settimana del Tempo Ordinario

     

     

     

     

    Preghiera del giorno (salmo 119,137-144)

    parola

    Tu sei giusto, Signore, e retti sono i tuoi giudizi. Tu hai prescritto le tue testimonianze con giustizia e con grande fedeltà. Il mio zelo mi consuma perché i miei nemici hanno dimenticato le tue parole. La tua parola è pura d’ogni scoria; perciò il tuo servo l’ama. Sono piccolo e disprezzato, ma non dimentico i tuoi precetti. La tua giustizia è una giustizia eterna e la tua legge è verità. Affanno e tribolazione m’hanno còlto, ma i tuoi comandamenti sono la mia gioia. Le tue testimonianze sono giuste in eterno; dammi intelligenza e io vivrò.

     

    AFRAATE IL SIRO

    Vicino ad Antiochia di Siria, oggi Turchia, Afraate, anacoreta, nato ed educato tra i Persiani, seguendo le orme dei magi, a Betlemme si convertì al Signore e, raggiunta Edessa, si ritirò in una piccola abitazione fuori le mura; ad Antiochia, infine, difese la fede cattolica dagli ariani con la predicazione e con gli scritti.

     

    La Parola di Dio del giorno (Mc 4,26-34)

    seme-che-cresce

    Diceva Gesù: «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra».

     

    Riflessione Per Il Giorno (Frammenti di vita al Patronato)

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    “Cos’è successo?” la faccia piena di lividi e contusioni dell’anziana signora fa pensare a una caduta. “Mi hanno dato una bella lezione…” risponde sorridendo. “Non mi dirà che l’hanno picchiata!”. “Al contrario. L’altro giorno camminando in centro sono inciampata e caduta faccia a terra. Lei sa che non sono mai stata tenera con tutti ‘sti stranieri. Ebbene, forse non ci crederà, ma sa chi sono stati i primi a soccorrermi? Due neri che mi hanno tirato su, mi hanno ripulito la faccia da sangue e polvere e hanno insistito per chiamare la Croce Rossa e accompagnarmi al pronto soccorso. C’era gente in quel luogo, ma solo loro due sono stati così gentili, hanno perso tempo per me e non hanno voluto niente. Ecco perché ho ricevuto una “bella” lezione” nonostante i lividi, anzi grazie ad essi. “Li ha più rivisti?”. “No, ma spero di ritrovarli, prima o poi per dire loro grazie…Intanto dovrò andare a confessarmi, non le pare?”.  

     

    Intenzione del giorno

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    Preghiamo per i bambini adottati e per le famiglie adottanti

     

    E…don’t forget

    Compleanno di don Eugenio Battaglia nato il 29-01-1934, missionario in Bolivia e fondatore del Centro adozioni Conventino. L’attuale direttore del Centro adozioni è don Marco Perrucchini.

     

    Il quadro della settimana 110° quadro della serie: i 1.000 quadri più belli del mondo

    Albrecht Dürer

    Albrecht Dürer: la grande zolla: 1503 – Acquarello – Albertina di Vienna Il leprotto: 1502 – Acquarello – Albertina di Vienna

     

    La grande zolla: è opera di uno dei più grandi pittori del Rinascimento, Albrecht Dürer (1471-1528) datata al 1503. Dürer, all’epoca, è un artista affermato. A Norimberga, la sua città natale, ha aperto una bottega come incisore e pittore e ha avuto, da subito, un grande successo. Frequenta la migliore società: umanisti, banchieri, nobili e mercanti. È bello, elegante e orgoglioso di sé. Qualche anno prima, ha fatto un viaggio fino a Venezia. Oltre le Alpi, pieno di meraviglia per la luce calda del sud e la bellezza del paesaggio, ha eseguito la serie di acquerelli di cui fanno parte i due che presentiamo. È un pittore colto e aggiornato e i suoi dipinti manifestano, nell’uso della prospettiva e nei richiami all’antico, l’influenza dell’arte italiana. Ma, come molti artisti del Nord, è affascinato soprattutto dall’infinita varietà della natura. Nei suoi disegni o acquerelli si sente libero: per lui rappresentano la maniera migliore di conoscere il mondo che lo circonda e di riprodurlo in ogni aspetto. Può raffigurare, con la stessa cura che metterebbe in un quadro di storia, un leprotto, un granchio, l’ala variopinta di un uccello o dare dignità d’arte anche a un piccolo mucchio di terra. Nella raffigurazione di questo minuscolo pezzo di natura mette tutta la sua abilità d’artista: sceglie infatti un punto di vista ribassato e conferisce alla zolla erbosa la monumentalità di un soggetto sacro; il chiaroscuro, le ombre, la profondità fanno sì che i fili d’erba assumano la dimensione di una foresta. La tecnica dell’acquerello gli permette di rendere con precisione i particolari: lo stelo rosa pallido del tarassaco, le nervature delle foglie oblunghe della piantaggine, la sottigliezza dei fili d’erba o i diversi toni del verde dallo scuro allo smeraldo. Sembra che ogni pur piccolo dettaglio sia per lui oggetto di meraviglia e che nulla sia così umile e modesto da non poter essere osservato con un rispetto quasi religioso. Quest’insieme dà la sensazione che l’infinita armonia della natura possa rispecchiarsi anche nel microcosmo di una zolla di terra e che perfino in un filo d’erba si possa ritrovare un frammento di universo.

    Quanto al leprotto, rimasto vivo dopo la cattura e tenuto da solo in una stanza (nell’occhio destro viene riflessa una finestra e l’ombra dà su un pavimento rialzato), questa graziosa lepre, dalle orecchie rigide per il terrore, rivela la forte passione dell’artista per gli animali e la sua grande abilità nella composizione dei particolari. Questo capolavoro di espressività prima ancora che di colore e di tecnica (pure straordinaria) insieme alla meravigliosa zolla, dice la grandezza di questo artista.

    gingol

     

     

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