Venerdì Santo
2° giorno del Triduo Pasquale
Aforisma di S. Agostino
Nessuno può attraversare il mare di questo secolo, se non è portato dalla croce di Cristo…Perciò tu non abbandonare la croce e la croce ti porterà.
VENERDÌ SANTO
5° giorno della Settimana Santa e 2° del Triduo Pasquale è il giorno in cui si ricorda la passione e la morte di N.S.G. Cristo in croce.
Questo pomeriggio alle ore 15,00 nel cortile del Patronato S. V. (via Gavazzeni 3) sarà celebrata la Via Crucis a cui sono invitati gli ospiti della casa centrale e tutte le persone che vogliano.
La sera alle ore 20,30 nella chiesa della Casa centrale del P.S.V. la celebrazione della passione e morte di Gesù, col bacio della Croce, la preghiera universale e la comunione eucaristica.
Al mattino alle ore 8,00 recita di Lodi nella chiesa feriale e durante tutto il giorno possibilità di confessarsi.
Preghiera
O Dio, che nella passione del Cristo nostro Signore ci hai liberati dalla morte, eredità dell’antico peccato trasmessa a tutto il genere umano, rinnovaci a somiglianza del tuo Figlio; e come abbiamo portato in noi, per la nostra nascita, l’immagine dell’uomo terreno, così per l’azione del tuo Spirito, fa’ che portiamo l’immagine dell’uomo celeste. Per Cristo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio che è Dio e vive e regna con Te nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Parola di Dio del Venerdì Santo
Isaia 52, 13 – 53, 12; Salmo 30; Ebrei 4, 14-16; 5, 7-9; Giovanni 18,1-19, 42
I soldati presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco.
I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». C Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto». I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato –, e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: «Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte». E i soldati fecero così.
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
Riflessione
Giovanni Paolo II: Passio Christi
“La passione di Cristo sulla croce ha dato un senso radicalmente nuovo alla sofferenza, l’ha trasformata dal di dentro. Ha introdotto nella storia umana, che è storia di peccato, una sofferenza senza colpa, affrontata unicamente per amore. È questa la sofferenza che apre la porta alla speranza della liberazione, dell’eliminazione definitiva di quel ‘pungiglione’ che strazia l’umanità. È la sofferenza che brucia e consuma il male con la fiamma dell’amore, e trae anche dal peccato una multiforme fioritura di bene”.
Blaise Pascal: Passio Hominis
Gli ultimi sei mesi della vita di Blaise Pascal furono mesi di sofferenze atroci. Pascal si raccoglie allora in preghiera e penitenza: vende i suoi beni, dà il suo denaro ai poveri, manda via i domestici e va a pensione presso la sorella. Sentendo che la fine si avvicina, chiede di ricevere l’eucaristia: cosa che gli viene rifiutata, in un primo tempo. Chiede che almeno venga condotto nella sua casa un povero, come rappresentante di Cristo: questo desiderio non fu possibile realizzarlo. Chiede di essere trasportato all’ospedale degli incurabili per morire in mezzo ai poveri: i medici si oppongono per ragioni di salute. Finalmente all’ultimo giorno della sua vita gli viene portato il Viatico, che riceve tra due crisi. Ventiquattr’ore dopo si spegne, a trentanove anni, il 19 agosto 1662.
Intenzione di preghiera
Blaise Pascal: “una sola volta Dio ha chiesto aiuto agli uomini: quella volta gli uomini dormivano”. Preghiamo affinché oggi venerdì santo troviamo un po’ di tempo per rimanere vicini a Gesù nella sua sofferenza, come egli rimane sempre accanto a noi nella nostra.
Don’t Forget! Santo del giorno
Nativo della Lombardia, intorno al 1230 fu eletto secondo priore generale dei Carmelitani. Gli si attribuisce una visione nella quale vide gli angeli che portavano in cielo le anime di molti carmelitani uccisi dai saraceni. Il domenicano Stefano di Salignac che attribuì erroneamente la composizione della regola carmelitana ad Aimerico di Malefaida da Salignac, patriarca di Antiochia (1142-93), disse che questo aveva tra i Carmelitani un nipote, «un uomo santo e famoso».
Costui ricevette un nome ed una qualifica nella cosiddetta Epistola Cyrilli, pubblicata dopo l’anno 1378 dal carmelitano Filippo Riboti, che lo dice fratello, non più nipote, di Aimerico, di nome Bertoldo e primo priore generale dei Carmelitani. Il Papenbroeck pubblicando un testo del monaco greco Foca che nel 1177 visitò il Carmelo, identificò Bertoldo con un vecchio monaco di Calabria.
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