venerdì 9 dicembre ’16

    II Settimana di Avvento

    i ragazzi dell’AFP in laboratorio – fotografia di Paolo Baraldi

     

    Iniziamo la Giornata Pregando (Inno liturgia ore)

    In Te Signore noi riposiamo e nella notte prendiamo forza; al tuo giorno tu ci prepari svelando a noi il tuo amore. Ormai levato su altre terre, città diverse ridesta il sole eterno amore fedele all’uomo ridona gioia ad ogni volto. Tu che sei luce e hai vinto il male per sempre vivo Gesù risorto combatti tu la nostra lotta difendi noi dall’Avversario. A te Creatore e nostro Padre a te Vivente insieme a lui a te Sorgente d’amore e vita la nostra lode in ogni tempo.

     

    JUAN DIEGO CUAUHTLOTATZIN.

    Nel dicembre 1531 la Madonna apparve a Guadalupe, Messico a Juan Diego che pochi anni prima aveva ricevuto il battesimo all’età di 50 anni. Rimasto vedovo, visse santamente presso il luogo dell’apparizione fino all’età di 74 anni.

     

    La Parola di Dio del giorno (Mt 11,28-30)

    In quel tempo, Gesù disse alla folla: «A chi paragonerò io questa generazione? Essa è simile a quei fanciulli seduti sulle piazze che si rivolgono agli altri compagni e dicono: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto. E’ venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e hanno detto: Ha un demonio. E’ venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. Ma alla sapienza è stata resa giustizia dalle sue opere».

     

    Riflessione Per Il Giorno

    Il 12 febbraio 2008 in Iraq furono rilasciati 40 bambini sequestrati e rapiti terroristi a Baghdad mentre si recavano a scuola. Tre di questi erano cristiani e i rapitori avevano imposto loro di convertirsi all’islam, pena la morte. Si tenga presente che per diventare musulmani basta pronunciare la formula detta shahada, cioè affermare davanti a due testimoni musulmani che c’è un solo Dio ed è Allah e Maometto è il suo Profeta. Eppure quei tre bambini si erano rifiutati, dichiarandosi disposti a morire pur di restare cristiani. Chissà, forse i rapitori si sono spaventati, di fronte alla prospettiva di creare dei martiri diversi da quelli a cui erano abituati, visto che nessuno li aveva convinti con promesse di paradiso e finanziamenti alle famiglie. Diversi, anche, perché non suicidi-omicidi. Diversi, infine, perché possiamo immaginare tre bambini che resistono alla pressione psicologica dell’essere soli in mezzo a 40 coetanei musulmani e a quella fisica delle armi puntate alla tempia. Tre bambini. Severo esempio per noi che riteniamo pesante un digiuno o una piccola rinuncia.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per i politici e gli amministratori pubblici perché operino nella lealtà e onestà

     

    150° quadro della serie: i 1000 quadri più belli del mondo.

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    GIROLAMO ROMANINO: NATIVITÀ. 1545 olio su tela 180 x 241 cm Brescia S. Giulia

     

    Intorno al 1545, all’età di circa sessant’anni, il pittore bresciano Girolamo Romanino dipinse questa stupenda Natività. L’opera doveva ornare una cappella laterale della chiesa di S. Giuseppe a Brescia intitolata all’’Immacolata Concezione, tema che influì profondamente sulla composizione del dipinto. In particolare, il pittore ha riservato ampio spazio alla rappresentazione del manto della Madonna, il cui colore bianco perla ha un chiaro significato simbolico (la purezza della Vergine) e va a occupare buona parte della zona inferiore del dipinto. Il quadro si costruisce sul contrasto tra la penombra dorata del tramonto e il colore chiaro e argenteo del primo piano. L’artista ambienta la scena fra le rovine di un antico edificio, secondo una tradizione figurativa diffusa, e poi la arricchisce di numerosi dettagli. Nello sfondo, infatti, si nota la sagoma di un palazzo in costruzione mentre sulla sinistra 2 pastori si rivolgono a Giuseppe per chiedere spiegazioni e, in atteggiamento confidenziale, poggiano la mano sulla sua spalla. Il santo si gira per indicare il Bambino, adagiato su un lembo del manto della madre. Sopra la capanna tre angeli in volo reggono un cartiglio con notazioni musicali. Al di sopra dei pastori, sull’imposta dell’arco, una civetta ha il compito di preannunciare il sacrificio salvifico di Cristo: tradizionalmente infatti questo uccello notturno, che vive al buio, era considerato un simbolo di Cristo, che dovette affrontare le tenebre della morte per salvare l’umanità. Come è tipico della pittura lombarda dell’epoca, l’evento mantiene un suo tono intimo e raccolto, dove anche i sentimenti sembrano trattenuti, ma il risultato è comunque di intensa partecipazione e fortissima emozione.

    gingol

     

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