frammenti di vita del Patronato

    “Vorrei iscrivermi in palestra, ma non ho soldi”. La richiesta viene da un giovane magrebino: piuttosto che vederlo bighellonare tutto il giorno, è meglio che si dedichi alla pratica sportiva…in fin dei conti mens sana in corpore sano. “Quanto ti occorre?”.  “Duemila trecentoventi €”. Ma che razza di palestra è? Un club esclusivo per miliardari?” reagisce sbalordito l’educatore. “A dire il vero l’iscrizione costa 20 €…” fa lui. “E gli altri 2.300 per che cosa sono? Per gli accessori?” chiede ironico. “No, no –risponde il ragazzo con tono sostenuto- servono a pagare l’avvocato”. “Da quando in qua per andare in palestra occorre l’avvocato?”. “Lasciami finire: in palestra mi hanno chiesto carta d’identità e tessera sanitaria, ma io non ho neanche il permesso di soggiorno, perciò mi sono rivolto a un avvocato di Milano che per la pratica mi ha chiesto 1.500 € di parcella e 800 per spese d’ufficio”. Ecco cosa succede quando si comincia una cosa dalla fine.

     

    – don Davide –

    gingol

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