XIX Settimana tempo Ordinario
Iniziamo la Giornata pregando
Nel mio Signore ho sperato e su di me s’è chinato, ha dato ascolto al mio grido, m’ha liberato dalla morte. I miei piedi ha reso saldi, sicuri ha reso i miei passi. Ha messo sulla mia bocca un nuovo canto di lode. Il sacrificio non gradisci, ma m’hai aperto l’orecchio, non hai voluto olocausti, allora ho detto: Io vengo! Sul tuo libro di me è scritto: Si compia il tuo volere. Questo, mio Dio, desidero, la tua legge è nel mio cuore. La tua giustizia ho proclamato, non tengo chiuse le labbra. Non rifiutarmi Signore, la tua misericordia.
Ippolito
Nel 230 Ippolito, sacerdote, colto e austero, giunse ad accusare di eresia lo stesso papa S. Zefirino e il diacono Callisto, e quando quest’ultimo fu eletto papa, si ribellò, accettando di essere lui stesso invalidamente eletto dai suoi partigiani. Quando l’imperatore Massimino, più duro nei confronti dei cristiani, si trovò di fronte a una Chiesa con due capi, spedì entrambi ai lavori forzati in una miniera della Sardegna. Ippolito morì nel 235.
La Parola di Dio del giorno
In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li sgridavano. Gesù però disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno dei cieli». E dopo avere imposto loro le mani, se ne partì. (Matteo 19,13-15)
La Riflessione del giorno (Alessandro Bertirotti)
Avere lo schermo piatto nella mente significa credere che con un gesto della mano o solo del pollice, si possa passare da un argomento all’altro, da una notizia all’altra, soffermandosi sul titolo, senza indagare il contenuto e tanto meno le fonti di quello che si legge. E questa azione manuale rispecchia, e al tempo stesso veicola, il funzionamento del ragionamento, grazie al quale la ricerca in verticale, ossia la ricerca delle cause e degli effetti che si rintracciano nel tempo che scorre, viene abbandonata. Avere in mano un libro, come accadeva una volta, che poteva essere sfogliato e doveva essere letto tutto per comprendere in quale parte ci si poteva identificare o con quale argomento si poteva essere d’accordo, stimola un atteggiamento verticale che conduce alla riflessione sullo scorrere del tempo. Scegliere quale parte del libro, o della rivista, sarebbe la più importante per il proprio miglioramento significa assumersi la responsabilità e la fatica di leggere anche le parti che non si condividono o che non ci convincono. Non resta che fuggire da questa realtà, tanto a portata di pollice e di mano, quanto lontana dal cuore della storia, del ricordo e della memoria.
Intenzione del giorno
Preghiamo per chi vive in condizioni di vita con conformi alla dignità dell’uomo
Don’t Forget…!
GIORNATA INTERNAZIONALE IN RICORDO DEL COMMERCIO DI SCHIAVI E DELLA SUA ABOLIZIONE.
MA COS’È LA SCHIAVITÙ?
Si distingue la schiavitù da altre forme di violazione dei diritti umani per alcune caratteristiche:
– costrizione al lavoro mediante minacce e violenze fisiche e psicologiche;
– appartenenza a un datore di lavoro che ha completo controllo sul lavoro dello schiavo;
– essere comprati o venduti come ‘proprietà’;
– subire restrizioni fisiche e non avere più libertà di movimento.
La più disgustosa schiavitù oggi è praticata dall’Isis: circa 3.500 persone, soprattutto donne e bambini yazidi sono «attualmente detenute in schiavitù»; a Mosul 800-900 bambini e adolescenti sono stati sottratti alle famiglie per essere sottoposti a corsi di istruzione religiosa e addestramento militare. E questa non è che la punta dell’iceberg.
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