martedì 23 marzo ’21

     

     

    nell’immagine un dipinto di Guim Tiò

     

     

    Va settimana di quaresima

     

    Proverbio del giorno

    Non usare l’accetta, per togliere una mosca dalla fronte del tuo amico.

     

    Preghiera del giorno

    In questo istante, o mio Dio, liberamente e senza alcuna riserva, io consacro a te il mio volere. Purtroppo, Signore, la mia volontà non sempre si accorda con la tua. Tu vuoi che ami la verità e io spesso amo la menzogna. Tu vuoi che cerchi l’eterno e io mi accontento dell’effimero. Tu vuoi che aspiri a cose grandi, e io mi attacco a delle piccolezze. Quello che mi tormenta, Signore, è di non sapere con certezza se amo te sopra ogni cosa. Liberami per sempre da ogni male, la tua volontà si compia in me: solo tu, Signore, sii il mio tutto. Amen

     

    TURIBIO DE MOGROVEJO VESCOVO DI LIMA (PERU’). (1538-1606) fu chiamato all’episcopato da laico, mentre era giurista all’Università di Salamanca e alla corte di Filippo II di Spagna. Su richiesta di questi Papa Gregorio XIII nel 1580 lo inviò a Lima, in Perù. Aveva 42 anni. Giunse alla sede l’anno dopo e iniziò un’intensa attività missionaria. Nei suoi 25 anni di episcopato organizzò la Chiesa peruviana in otto diocesi e indisse dieci sinodi diocesani e tre provinciali. Nel 1591 a Lima sorgeva il primo seminario del continente americano. Incentivò la cura parrocchiale anche da parte dei religiosi e fu molto severo con i sacerdoti proni ai conquistadores. Fu, infatti, strenuo difensore degli indios. Morì tra loro in una sperduta cappellina al nord del Paese. E’ santo dal 1726.

     

    La parola di dio del giorno Giovanni 8,21-30

    Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.

     

    Riflessione del giorno (Carl G. Jung: lettera a una donna cristiana)

    Io ammiro voi cristiani, perché identificate Cristo con il povero e il povero con Cristo, e quando date il pane a un povero sapete di darlo a Gesù. Ciò che mi è più difficile comprendere è la difficoltà che avete di riconoscere Gesù nel povero che è in voi. Quando avete fame di guarigione o di affetto, perché non lo volete riconoscere? Quando vi scoprite nudi, stranieri a voi stessi, quando vi ritrovate in prigione e malati, perché non sapete vedere questa fragilità come la persona di Gesù in voi? Accettare sé stessi sembra semplice, ma le cose semplici sono sempre le più difficili…Ospitando un mendicante, perdonando chi mi ha offeso, arrivando perfino ad amare un mio nemico nel nome di Cristo, do prova senza alcun dubbio di grande virtù… quel che faccio al più piccolo dei miei fratello l’ho fatto a Cristo! Ma se io dovessi scoprire che il più piccolo di tutti, il più povero di tutti i mendicanti, il più sfacciato degli offensori, il nemico stesso è in me; che sono io stesso ad aver bisogno dell’elemosina della mia bontà, che io stesso sono il nemico d’amare, allora che cosa accadrebbe? Di solito assistiamo in questo caso al rovesciamento della verità cristiana. Allora scompaiono amore e pazienza, allora insultiamo il fratello che è in noi, allora ci condanniamo e ci adiriamo contro noi stessi, ci nascondiamo agli occhi del mondo e neghiamo di aver mai conosciuto quel miserabile che è in noi. E se fosse stato Dio stesso a presentarsi a noi sotto quella forma spregevole, lo avremmo rinnegato mille volte prima del canto del gallo.

     

    Intenzione di preghiera del giorno

    Preghiamo per il nostro don Fausto Resmini nel 1° anniversario della sua scomparsa.

     

    Don’t forget!

     

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