Ottava di Pasqua
Proverbio – sapienza cinese
La giustizia umana è simile alla ragnatela: il calabrone riesce a passare ma il moscerino si impiglia.
Preghiera del giorno
O Gesù, che con la tua risurrezione hai trionfato sul peccato e sulla morte, e ti sei rivestito di gloria e di luce immortale, concedi anche a noi di risorgere con te, per poter incominciare insieme a te una vita nuova.
Opera in noi, o Signore, il cambiamento che operi in chi ti ama: fa’ che il nostro spirito, trasformato dall’unione con te, risplenda di luce, canti di gioia, si slanci al bene.
Tu che hai dischiuso agli uomini orizzonti infiniti di amore e di grazia, suscita in noi l’ansia di diffondere con la parola e con l’esempio il tuo messaggio di salvezza.
Donaci zelo e ardore di lavorare per l’avvento del regno. Fa’ che siamo saziati della tua bellezza e luce e bramiamo di congiungerci a te per sempre.
Amen
BEATA PIERINA MOROSINI
Nasce a Fiobbio, Bergamo, il 7-1-1931.
Terminate le elementari e finita la guerra, trova lavoro come operaia in un cotonificio di Albino, contribuendo al bilancio familiare.
L’adesione all’Azione Cattolica come responsabile della formazione delle “piccolissime” e “beniamine”, amplia la sua prospettiva: diventa sostenitrice delle opere missionarie e del Seminario di Bergamo.
Ogni mattina riceve la Comunione e nel ritorno a casa recita il Rosario.
Nel 1947 si reca in pellegrinaggio a Roma per la beatificazione di Maria Goretti.
Dieci anni dopo, nel 1957, mentre ritorna dal lavoro, è aggredita da un giovane, che cerca di violentarla: viene inseguita e colpita con un sasso.
Muore due giorni dopo, a 26 anni, senza riprendere conoscenza.
È stata beatificata da Giovanni Paolo II a Roma, il 4 ottobre 1987.
La Parola di Dio del giorno Giovanni 20,11-18
Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù.
Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?».
Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo».
Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!».
Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».
Maria di Magdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
Riflessione del giorno Luigi Stepinac: Omelia 31-10-1943
Luigi Stepinac, vescovo di Zagabria, con coraggio si oppose alle dottrine comuniste che negavano la fede e la dignità umana, finché, messo a lungo in carcere per la sua fedeltà alla Chiesa, colpito dalla malattia e consunto dalle privazioni, portò a termine il suo insigne episcopato.
La chiesa cattolica non conosce razze di padroni e razze di schiavi, conosce solo razze di creature di Dio, e se stima qualcuno più degli altri, questi è colui che ha il cuore più nobile e non il pugno più forte.
Per essa è un uomo tanto il nero d’Africa quanto l’europeo.
Per essa è uomo tanto il re nel palazzo quanto l’ultimo poveraccio e lo zingaro sotto la tenda.
La Chiesa non conosce differenze essenziali tra gli uomini: l’uno e l’altro hanno l’anima immortale, l’uno e l’altro sono discendenti della stessa stirpe regale, perché risalgono a Dio creatore.
Questa è la dottrina razziale della Chiesa cattolica …Il nostro prossimo, comunque si chiami, non è una vite della macchina dello Stato, sia esso colorato di rosso o di nero, grigio o verde, ma è un libero figlio di Dio, nostro fratello in Dio.
Intenzione di preghiera per il giorno
Per le vittime dei totalitarismi di ogni colore perché il loro sacrificio contribuisca a promuovere la pace e la libertà religiosa.
Don’t forget! 1000 quadri più belli del mondo
Un tema molto comune nelle sue opere sono gli uccelli, in particolare galline e galli, anche se molti dei suoi dipinti più famosi raffigurano cacatua, pappagalli e fenici.
Oltre alle commissioni personali, Jakuchū fu incaricato di dipingere pannelli o schermi per molti templi buddisti e santuari shintoisti in tutto il Giappone.
Ma è quando rappresenta gli animali, che questo straordinario artista riesce a muoversi con disinvoltura tra espressionismo giapponese e un alto livello di sperimentazione con la prospettiva e con altri elementi stilistici molto moderni.
Il risultato sono opere di straordinaria qualità, come questo dipinto che rappresenta un corteggiamento tra i due animali da cortile.
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