mercoledì 7 aprile ’21

     

    Ottava di pasqua

     

    Proverbio del giorno (Cina)

    Chi ha figli non può restare a lungo povero; chi non ha figli non può restare a lungo ricco.

     

    Preghiera del giorno

    Spirito del Risorto vieni, riempi la nostra vita della tua luce Vieni e vinci ogni paura dentro di noi, rendici felici di credere, di sperare e di amare.

    Vieni in mezzo a noi, e aiutaci a comprendere la Parola di Gesù e a leggerla dentro alla nostra vita.

    Insegnaci la preghiera e l’azione, e mai l’una, staccata dall’altra.

    Amen

     

    GIOVANNI BATTISTA DE LA SALLE. Nasce a Reims nel 1651 da genitori nobili, ma non ricchi, e con dieci figli.

    Si laurea in lettere e filosofia; è sacerdote nel 1678, e a Reims assume vari incarichi, collaborando anche all’attività delle scuole fondate da Adriano Nyel, gestite però da maestri ignoranti e senza stimoli. E proprio dai maestri parte la sua opera.

    Riunisce quelli di Nyel in una casa comune, vive con loro, studia e li fa studiare, osserva metodi e organizzazione di altre scuole. Insegna un metodo e abolisce le lezioni in latino, introducendo la lingua francese.

    Nel 1680 nasce la comunità dei «Fratelli delle Scuole Cristiane». In genere non sono preti, vestono una tonaca nera con pettorina bianca, con un mantello contadino e gli zoccoli, e sotto la guida del La Salle aprono altre scuole.

    Nel 1687 hanno un noviziato. Nel 1688 sono chiamati a insegnare a Parigi ma a causa di critiche e ostacoli dovrà portare la sua comunità nel paesino di Saint-Yon, presso Rouen, dove morirà il 7 aprile 1719.

     

     

    La parola di dio del giorno

    Ed ecco, in quello stesso giorno, (il primo della settimana), due (dei discepoli) erano in cammino per un villaggio di nome Emmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro.

    Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.

    Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?».

    Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?».

    Domandò loro: «Che cosa?».

    Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».

    Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?».

    E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.

    Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano.

    Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto».

    Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro.

    Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista.

    Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».

    Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!».

    Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

     

    La riflessione del giorno

     

    Luca racconta dei due discepoli in cammino il giorno di Pasqua: lontano da Gerusalemme e dalla comunità degli altri.

    Essi vogliono lasciare dietro di sé il passato che li lega a Gesù, ma non possono impedirsi di parlare senza sosta del peso che hanno sul cuore: Gesù è stato condannato, è morto sulla croce…non può essere lui il Salvatore promesso.

    Tutti e due, immersi in sé stessi, non riconoscono colui che li accompagna sul loro cammino di desolazione.

    La fede nella potenza di Dio non basta loro per superare la morte.

    Ed è per questo che non capiscono cosa egli vuole dire quando fa allusione a Mosè e ai profeti.

    È a sera, nell’ora della cena, mentre egli loda il Signore spezzando e dividendo il pane, che i loro occhi e i loro cuori si aprono.

    Anche se non vedono più Gesù, sono sicuri che è rimasto là, vivo; che lo si può incontrare attraverso la parola, e le cene.

    Con questa certezza, fanno marcia indietro per ritornare a Gerusalemme, nella comunità dei discepoli.

    È qui che si riuniscono e discutono gli avvenimenti di Pasqua, sui quali si basano i principi della fede.

    “È risuscitato e apparso a Simone” (il primo degli apostoli): ecco una delle frasi nelle quali si inserisce l’incontro pasquale dei due discepoli di Emmaus.

     

    L’intenzione di preghiera del giorno

    Per chi fa fatica a credere, perché il Signore risorto apra il loro cuore all’intelligenza delle scritture.

     

    Don’t forget!

    ACCADDE IL 6-7 APRILE:

    1300: Dante Alighieri si perde nella “selva oscura” e inizia il suo viaggio nei tre mondi dell’aldilà di cui parlerà nella Divina Commedia.

    1795 – La Francia adotta il metro come unità di misura.

    1948 – L’ONU istituisce l’Organizzazione mondiale della sanità.

    2009 Nella notte fra il 6 e il 7 aprile un terremoto di magnitudo 5,9 Richter devasta L’Aquila e il suo circondario, provocando 309 morti e circa 1 600 feriti.

     

     

     

     

     

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