martedì 6 aprile ’21

     

    Ottava di Pasqua

     

    Proverbio – sapienza cinese

    La giustizia umana è simile alla ragnatela: il calabrone riesce a passare ma il moscerino si impiglia.

     

    Preghiera del giorno

    O Gesù, che con la tua risurrezione hai trionfato sul peccato e sulla morte, e ti sei rivestito di gloria e di luce immortale, concedi anche a noi di risorgere con te, per poter incominciare insieme a te una vita nuova.

    Opera in noi, o Signore, il cambiamento che operi in chi ti ama: fa’ che il nostro spirito, trasformato dall’unione con te, risplenda di luce, canti di gioia, si slanci al bene.

    Tu che hai dischiuso agli uomini orizzonti infiniti di amore e di grazia, suscita in noi l’ansia di diffondere con la parola e con l’esempio il tuo messaggio di salvezza.

    Donaci zelo e ardore di lavorare per l’avvento del regno. Fa’ che siamo saziati della tua bellezza e luce e bramiamo di congiungerci a te per sempre.

    Amen

     

    BEATA PIERINA MOROSINI

    Nasce a Fiobbio, Bergamo, il 7-1-1931.

    Terminate le elementari e finita la guerra, trova lavoro come operaia in un cotonificio di Albino, contribuendo al bilancio familiare.

    L’adesione all’Azione Cattolica come responsabile della formazione delle “piccolissime” e “beniamine”, amplia la sua prospettiva: diventa sostenitrice delle opere missionarie e del Seminario di Bergamo.

    Ogni mattina riceve la Comunione e nel ritorno a casa recita il Rosario.

    Nel 1947 si reca in pellegrinaggio a Roma per la beatificazione di Maria Goretti.

    Dieci anni dopo, nel 1957, mentre ritorna dal lavoro, è aggredita da un giovane, che cerca di violentarla: viene inseguita e colpita con un sasso.

    Muore due giorni dopo, a 26 anni, senza riprendere conoscenza.

    È stata beatificata da Giovanni Paolo II a Roma, il 4 ottobre 1987.

     

    La Parola di Dio del giorno Giovanni 20,11-18

    Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù.

    Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto».

    Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?».

    Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo».

    Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!».

    Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».

    Maria di Magdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

     

    Riflessione del giorno Luigi Stepinac: Omelia 31-10-1943

    Luigi Stepinac, vescovo di Zagabria, con coraggio si oppose alle dottrine comuniste che negavano la fede e la dignità umana, finché, messo a lungo in carcere per la sua fedeltà alla Chiesa, colpito dalla malattia e consunto dalle privazioni, portò a termine il suo insigne episcopato.

    La chiesa cattolica non conosce razze di padroni e razze di schiavi, conosce solo razze di creature di Dio, e se stima qualcuno più degli altri, questi è colui che ha il cuore più nobile e non il pugno più forte.

    Per essa è un uomo tanto il nero d’Africa quanto l’europeo.

    Per essa è uomo tanto il re nel palazzo quanto l’ultimo poveraccio e lo zingaro sotto la tenda.

    La Chiesa non conosce differenze essenziali tra gli uomini: l’uno e l’altro hanno l’anima immortale, l’uno e l’altro sono discendenti della stessa stirpe regale, perché risalgono a Dio creatore.

    Questa è la dottrina razziale della Chiesa cattolica …Il nostro prossimo, comunque si chiami, non è una vite della macchina dello Stato, sia esso colorato di rosso o di nero, grigio o verde, ma è un libero figlio di Dio, nostro fratello in Dio.

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Per le vittime dei totalitarismi di ogni colore perché il loro sacrificio contribuisca a promuovere la pace e la libertà religiosa.

     

    Don’t forget! 1000 quadri più belli del mondo

     

    ITŌ JAKUCHŪ: GALLO E GALLINA CON ORTENSIE  XVIII sec. – tempera su seta - 140 x 85 cm – collezione Shin'enKan – Los Angeles

    ITŌ JAKUCHŪ: GALLO E GALLINA CON ORTENSIE  XVIII sec. – tempera su seta – 140 x 85 cm – collezione Shin’enKan – Los Angeles

    ITŌ JAKUCHŪ (1716 – 1800) è un pittore giapponese della metà del periodo Edo, quando il Giappone decise di chiudere le sue porte al mondo esterno. 

    Un tema molto comune nelle sue opere sono gli uccelli, in particolare galline e galli, anche se molti dei suoi dipinti più famosi raffigurano cacatua, pappagalli e fenici.

    Oltre alle commissioni personali, Jakuchū fu incaricato di dipingere pannelli o schermi per molti templi buddisti e santuari shintoisti in tutto il Giappone.

    Ma è quando rappresenta gli animali, che questo straordinario artista riesce a muoversi con disinvoltura tra espressionismo giapponese e un alto livello di sperimentazione con la prospettiva e con altri elementi stilistici molto moderni.

    Il risultato sono opere di straordinaria qualità, come questo dipinto che rappresenta un corteggiamento tra i due animali da cortile. 

     

     

     

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