Ottava di pasqua
Aforisma del giorno di s. agostino
Le lacrime sono il sangue dell’anima.
Preghiera del giorno Salmo 15
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita. Io pongo sempre davanti a me il Signore, sta alla mia destra, non potrò vacillare.
Per questo gioisce il mio cuore ed esulta la mia anima; anche il mio corpo riposa al sicuro, perché non abbandonerai la mia vita negli inferi né lascerai che il tuo santo veda la corruzione. Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza e dolcezza senza fine alla tua destra. Amen.
Santo del giorno
S. Anselmo di Aosta
Nasce nel 1033 ad Aosta da genitori nobili e ricchi, ma il rapporto con la famiglia che lo invia da un parente per l’educazione rimane travagliato.
A 15 anni sente il desiderio di farsi monaco e contrastato dai genitori decide di andarsene ad Avranches, in Normandia all’abbazia del Bec: conosce il priore Lanfranco di Pavia che ne cura il percorso di studio.
Nel 1060 Anselmo entra nel seminario del Bec, di cui diventerà priore e avvia la sua attività di ricerca teologica che lo porterà ad essere annoverato tra i maggiori teologi dell’Occidente.
Nel 1076 pubblica il «Monologion». Nel 1093 diventa arcivescovo di Canterbury. A causa di dissapori con il potere politico è costretto all’esilio a Roma due volte. Muore a Canterbury nel 1109.
Parola di Dio del giorno Luca 24,35-48
I due discepoli di Emmaus narravano ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma.
Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.
Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi».
Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».
Riflessione del giorno di P. David Maria Turoldo
Nel 1972 (sono passati 50 anni!) Padre David Maria Turoldo scriveva la poesia dal titolo: “Salmodia contro la guerra” di cui offriamo uno stralcio ai nostro lettori. Sono parole attualissime…basta sostituire il nome di qualche paese e sembra scritta oggi.
L’America fabbrica armi, la Russia fabbrica armi, tutta l’Europa fabbrica armi. L’America vende armi l’Inghilterra e la Svezia vendono armi la Francia e il Belgio e l’Olanda vendono armi perfino l’Italia – il più festoso paese d’Europa – vende armi… Di chi sono le armi del Medio Oriente e d’Israele? Di chi sono le armi del Sud-Africa, dell’Angola, del Mozambico? Di chi erano le armi del Biafra? Di chi sono le armi del Vietnam, dei Vietcong, della Cambogia, dell’Indonesia?
Armi nucleari, armi atomiche, missili, contro-missili, armi chimiche, gas nervino, armi batteriologiche, armi psicologiche, armi, armi, armi! E torture! Due volte distrutta la terra, tre volte distrutta la terra, dieci volte, cento volte distrutta la terra. E va bene: distruggeteci subito e sia finita. Ma non dite: noi siamo per la pace. Purché nessuno più dica: la pace, la pace! La civiltà, il futuro, il progresso, l’unità del mondo! È vero il contrario; il dominio del mondo!
Intenzione di preghiera per il giorno
Perché siamo coscienti che le armi più efficaci sono la preghiera, il perdono, la volontà di pace.
Don’t Forget! Martiri degli eretici
40 santi martiri del brasile 1570 (1.a parte)
A sud dell’arcipelago spagnolo delle Canarie nell’isola La Palma c’è un cimitero partico-lare perché è in fondo al mare. Il cimitero racconta la storia di amore e sacrificio del Beato Padre Ignacio de Azevedo e dei suoi fratelli. Nell’ottobre 1568 dopo due anni in Brasile, il giovane gesuita tornò a Lisbona e, nel maggio 1569, si recò a Roma per riferire a Papa Pio V la terribile situazione di miseria sia materiale che spirituale che vi aveva incontrato.
Nel suo rapporto finale, Azevedo chiese più missionari disposti a svolgere in Brasile l’attività pastorale evangelizzatrice. L’iniziativa fu benedetta da Papa Pio V, che gli consegnò anche un’immagine della Madonna di S. Maria Maggiore a Roma. Il “Preposito Generale” della Compagnia di Gesù Francesco Borgia, uno dei collaboratori di Ignazio di Loyola, gli conferì ampi poteri per reclutarli.
Dopo mesi di preparativi che inclusero diversi incontri con il re Sebastiano del Portogallo, Azevedo e compagni si imbarcarono per il Brasile sul mercantile Santiago il 5-6-1570. Nel frattempo un altro gruppo di 20 missionari salì a bordo della flotta militare del neo nominato governatore generale del Brasile: erano sette navi e una caravella quelle che partirono alla volta di Madeira, dove giunsero dopo una settimana di navigazione.
Nell’isola ai missionari giunsero voci sul fatto che le acque circostanti erano infestate dalla presenza di feroci pirati francesi, particolarmente ostili ai Cattolici. Una parte consistente della spedizione decise di rimanere a Madeira, tranne i 39 gesuiti e il beato Ignacio, che decisero di salpare comunque sulla nave S. Jacobo alla volta dell’isola di La Palma, nelle Canarie.
Il 13 luglio, il convoglio che stava navigando fino all’altro lato dell’isola per raggiungere il porto di Santa Cruz, più o meno a metà percorso, al largo del faro di Fuencaliente, incontrò le navi francesi, comandate dal corsaro JACQUES DE SORES (Vedi imagine sotto)
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