Mercoledì 19 ottobre 2022

     

    XXIX Settimana tempo ordinario

     

    Aforisma del giorno di don Bepo Vavassori

    Vorrei consumare i miei ultimi giorni nel far amare Dio e in Dio il mio prossimo, ma forse amo me stesso superbamente. Non vorrei. Umiliami, Signore. Nell’umiltà c’è la verità.

     

    Preghiera del giorno Salmo 7 – 1.a parte

    Signore, mio Dio, in te mi rifugio: salvami da chi mi perseguita e liberami, perché non mi sbrani come un leone, dilaniandomi senza che alcuno mi liberi. Signore, mio Dio, se così ho agito, se c’è ingiustizia nelle mie mani, se ho ripagato il mio amico con il male, se ho spogliato i miei avversari senza motivo, il nemico mi insegua e mi raggiunga, calpesti a terra la mia vita e getti nella polvere il mio onore. Sorgi, Signore, alzati contro la furia dei miei avversari, svegliati o Dio, emetti un giudizio!

     

    Santo del giorno

    S. Paolo della Croce

    Nacque a Ovada (Alessandria) il 3-1-1694 da famiglia nobile anche se in difficoltà. Il padre è commerciante e lui lo aiuta, come primo di 16 figli; ma il desiderio è creare un ordine religioso e combattere i Turchi. Infine si fa eremita e a 26 anni il suo vescovo gli consente di vivere in solitudine nella chiesa di Castellazzo Bormida.

    Qui matura l’idea di un nuovo Ordine e nel 1725 Benedetto XIII lo autorizza a raccogliere compagni: il primo è suo fratello Giovanni Battista. Comincia a farsi chiamare «Frate Paolo della Croce», poi fonda l’ordine dei «Chierici scalzi della S. Croce e Passione di N. S. Gesù Cristo» (Passionisti).

    Nel 1727 è ordinato prete a Roma, poi si ritira sul monte Argentario. Tornato a Roma, nel 1750 predica per il Giubileo. Clemente XIV gli chiede spesso consiglio così come il successore Pio VI. Muore il 18-10-1775 a Roma e sarà proclamato santo da Pio IX nel 1867.

     

    Parola di Dio del giorno Luca 12,39-48

    Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».

    Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.

    Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.

    Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».

     

    Riflessione del giorno – Detti e fatti dei padri del deserto

    Un fratello interrogò uno dei padri su un pensiero blasfemo: «Abba, la mia anima è oppressa da un pensiero blasfemo, abbi pietà di me e dimmi da dove esso mi viene e ciò che devo fare».

    L’anziano monaco rispose: «Questo pensiero ci viene perché noi sparliamo, disprezziamo e critichiamo; esso è soprattutto una conseguenza dell’orgoglio, della volontà propria, della negligenza nella preghiera, della collera e del furore, tutte cose che sono, precisamente, i segni dell’orgoglio.

    Difatti l’orgoglio ci fa entrare nelle passioni che ho enumerato e da esse nasce il pensiero blasfemo. E se questo pensiero indugia nell’anima, il demone della blasfemia lo consegna al demone dell’impurità. Sovente lo conduce sino allo smarrimento dei sensi, e se l’uomo non li ritrova è perduto».

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Perché il Signore susciti della nostra chiesa vocazioni sacerdotali e religiose al servizio del Regno.

     

    Don’t Forget! Storia dei martiri cristiani

    Martiri della Rivoluzione Francese

    Martiri di Laval † LAVAL 1794

    L’inizio del 1794 segnò a Laval e in tutta la Mayenne una recrudescenza della persecuzione religiosa, che in forme diverse si era sviluppata per parecchi anni nella provincia nel contesto della Rivoluzione. Le disposizioni vessatorie contro preti, religiosi e fedeli, assunsero gli aspetti della feroce repressione.

    14 sacerdoti furono incarcerati presso l’ex-convento della “Prudence” di Laval e comparvero dinanzi alla commissione rivoluzionaria del distretto, per essere ghigliottinati. Nella stessa città altri 5 cattolici furono mandati a morte per non aver prestato un giuramento che disconosceva l’autorità papale. Da subito il popolo considerò martiri queste eroiche vittime della rivoluzione e iniziarono i pellegrinaggi alle loro tombe; sotto il Consolato, le adunate di popolo alle lande furono tanto frequenti e importanti che le autorità civili se ne preoccuparono vivamente.

    Dal 1816, con la restaurazione dell’Ancien Régime, i loro resti vennero traslati e ricevettero dignitosa sepoltura. Sulla base del monumento, elevato nel 1816 a memoria della grande missione predicata in quell’anno a Laval, fu incisa la seguente iscrizione: “In questa piazza, il 21-1-1794, quattordici sacerdoti, i cui nomi stanno sul libro della vita, dovendo scegliere tra il giuramento e la morte, sigillarono col sangue la purezza della loro fede e, secondo le parole di uno di loro, dopo aver insegnato al popolo a ben vivere, gli insegnarono a ben morire”.

     

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