6a settimana di Quaresima
Domenica delle Palme e della passione del signore
Fratelli oggi siamo qui radunati affinché con la Chiesa siamo introdotti al mistero pasquale di nostro Signore Gesù Cristo, il quale, per dare compimento alla sua passione e risurrezione, entrò nella città di Gerusalemme.
Seguiamo perciò̀ il Signore, facendo memoria del suo ingresso con fede e devozione affinché́, resi partecipi del mistero della croce, possiamo aver parte alla risurrezione e alla vita eterna.
Preghiera del giorno
O Dio onnipotente ed eterno, che hai dato come modello agli uomini il Cristo tuo Figlio, nostro Salvatore, fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce, fa’ che abbiamo sempre presente il grande insegnamento della sua passione, per partecipare alla gloria della risurrezione.
Egli è Dio e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Parola di dio del giorno
Isaia 50,4-7; Salmo 21; Filippesi 2,6-11; Passione di Matteo 26,14 – 27,66
Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, dicendo loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete un’asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da me.
E se qualcuno vi dirà qualcosa, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro subito”». Ora questo avvenne perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Dite alla figlia di Sion: “Ecco, a te viene il tuo re, mite, seduto su un’asina e su un puledro, figlio di una bestia da soma”».
I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: condussero l’asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada.
La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava: «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!». Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nazareth di Galilea». (Matteo 21,1-11)
Riflessione del giorno
Oggi si celebra allo stesso tempo l’ora della luce e l’ora delle tenebre. L’ora della luce, poiché il sacramento del Corpo e del Sangue è stato istituito, ed è stato detto: “Io sono il pane della vita… Tutto ciò che il Padre mi dà verrà a me: colui che viene a me non lo respingerò”. Come la morte è arrivata dall’uomo così anche la risurrezione è arrivata dall’uomo, il mondo è stato salvato per mezzo di lui. Questa è la luce della Cena.
Al contrario, la tenebra viene da Giuda. Nessuno è penetrato nel suo segreto. Si è visto in lui un mercante di quartiere che aveva un piccolo negozio e non ha sopportato il peso della sua vocazione. Egli incarnerebbe il dramma della piccolezza umana. Lanza del Vasto ha fatto di lui l’incarnazione demoniaca e disumanizzata del male. Tuttavia nessuna di queste figure collima con quella del Giuda del Vangelo. Era un brav’uomo, come molti altri. È stato chiamato come gli altri. Non ha capito che cosa gli si faceva fare, ma gli altri lo capivano? Egli era annunciato dai profeti, e quello che doveva accadere è accaduto.
Pietro ha rinnegato tre volte, e Giuda ha gettato le sue monete d’argento, urlando il suo rimorso per aver tradito un Giusto. Perché la disperazione ha avuto la meglio sul pentimento? Giuda ha tradito, mentre Pietro che ha rinnegato Cristo è diventato la pietra di sostegno della Chiesa. Non restò a Giuda che la corda per impiccarsi. Non chiariremo mai il mistero di Giuda, né quello del rimorso che da solo non può cambiare nulla. Giuda Iscariota non sarà più “complice” di nessuno.
Intenzione di preghiera
Perché iniziamo la settimana santa in spirito di vera conversione nell’ascolto fedele della Parola di Dio, nella richiesta di perdono della confessione, nella comunione che segna il nostro ritorno a Dio, nel digiuno che fa fiorire la carità.
Don’t forget! Il Santo del giorno
Nacque a Paola (Cosenza) nel 1416 da genitori in età avanzata devoti di S. Francesco: di qui il nome e la decisione di guidarlo all’ordine francescano. Dopo un anno di prova, tuttavia, il giovane lasciò il convento e scelse la vita eremitica e si ritirò a Paola in un territorio di proprietà della famiglia.
Qui si dedicò alla contemplazione e alle mortificazioni corporali: presto affluirono al suo eremo molti desiderosi di porsi sotto la sua guida spirituale. Seguirono la fondazione di numerosi eremi e la nascita detta Ordine dei Minimi. Lo stupore dei miracoli giunse fino alla corte di Luigi XI, allora infermo.
Il re francese chiese al papa di far arrivare l’eremita: Luigi XI non ottenne la guarigione, Francesco avviò un periodo di rapporti favorevoli tra il papato e la corte francese. Nei 25 anni in Francia rimase uomo di Dio e riformatore della vita religiosa. Morì nei pressi di Tours il 2 aprile 1507.
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