III Settimana di Quaresima
mestieri dimenticati
lo straccivendolo
B. MADDALENA CATERINA MORANO
Nata a Chieri (To) nel 1847, è 6.a di 8 figli. Il padre muore nel 1855 quando già cinque dei suoi figli erano morti e Maddalena, a soli otto anni, inizia a lavorare col telaio, ma vorrebbe fare la maestra: il parroco di Buttigliera d’Asti apre una scuola materna e lei, a 15 anni è assunta come maestra. Don Bosco l’accetta nella sua Congregazione, dove ricopre incarichi di responsabilità: in Sicilia fonda case, oratori, scuole, asili, convitti… Muore nel 1908.
La Parola di Dio del giorno – Matteo 5,17-19
Gesù disse ai suoi discepoli: ” Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli”.
Il quadro della settimana – 9° opera della serie “ i mille quadri più belli del mondo”
Tra i graffiti romani di età proto e medioimperiale (II sec. d.C.) si distingue nella sua sorprendente singolarità un esemplare rinvenuto nel 1856 dal gesuita Raffaele Garrucci nella scuola dei paggi imperiali (Paedagogium) presso il palazzo imperiale sul Palatino. Tale graffito, totalmente privo di valore artistico, è però di enorme importanza in quanto rappresenta la prima testimonianza –sia pure blasfema- di Gesù crocifisso: esso infatti rappresenta un uomo con testa d’asino appeso a una croce commissa (cioè a forma di T), vestito di un camice aderente (interula) e di una tunichetta discinta senza maniche, il colobium -indumento tipico degli schiavi-. In basso una figura giovanile, anch’ essa col colobium, compie un atto di venerazione. Un’iscrizione didascalica in greco che recita “Alessameno adora dio” Alexamenòs sèbete theòs spiega la vignetta. L’interpretazione è chiara: un allievo del Paedagogium indirizza a un compagno cristiano, un messaggio derisorio e dissacratorio.
La derisione sembra ulteriormente rimarcata dall’atteggiamento col quale Alessameno si rivolge al crocefisso: non il gesto di preghiera tipico di pagani e cristiani con le braccia allargate e levate, ma quello, tipicamente romano, con la sinistra abbassata e la destra sollevata con le dita aperte, nel gesto di iactare basia (lanciare baci). Questo graffito si colloca in un’epoca in cui a Roma, a livello colto e popolare, la nascente comunità cristiana era bersaglio di contestazioni, talvolta durissime e volgari, perché praticava –secondo le denunce di Tacito e Svetonio – una “funesta superstizione” addirittura fomentatrice di “odio verso l’umanità”.
Preghiera del giorno – Liturgia delle ore
“Nella santa assemblea o nel segreto dell’anima, prostriamoci e imploriamo la divina clemenza. Dall’ira del giudizio liberaci, o Padre buono; non togliere ai tuoi figli il segno della tua gloria. Ricorda che ci plasmasti col soffio del tuo Spirito: siam tua vigna, tuo popolo e opera delle tue mani. Perdona i nostri errori, sana le nostre ferite, guidaci con la tua grazia alla vittoria pasquale. Sia lode al Padre altissimo, al Figlio e al Santo Spirito com’era nel principio, ora e nei secoli eterni. Amen.”
Intenzione del giorno
Preghiamo per tutti i sostenitori e i benefattori vivi e defunti del Patronato S. Vincenzo
Don’t forget! …Ricorda!
Oggi inizia il Pesach-Pasqua ebraica: dura 8 giorni e ricorda la liberazione degli ebrei dall’Egitto
Giornata mondiale della pastorizia (che si contraddistingue dall’allevamento perché gli animali si muovono e in un ambiente naturale e non ricevono nutrimento dal pastore)
Ecco un bellissimo racconto di vita reale, di una nostra laica volontaria BG che lo ha vissuto e lo condivide con noi. Mi faccio tramite per una rilessione che può essere condivisa. Un abrazo.
don Basilio
Care amiche, cari amici
vorrei rubarvi qualche minuto del vostro tempo per raccontarvi una storia.
In un Paese lontano, in una città costruita in cima alle montagne più alte, una giovane ragazza scappò di casa per fuggire dalle violenze di persone che avrebbero dovuto amarla e incontrò uomini ancora peggiori, mostri, che abusarono di lei e la fecero ammalare. Un giorno venne raccolta dalla strada e accolta in una casa dove vivevano altre ragazze che avevano avuto esperienze molto simili alla sua. L’unica gioia che ebbe quella povera ragazza fu di avere un bimbo, piccolo piccolo, magro magro e completamente ricoperto di peli, sembrava una scimmietta, non un bambino, ma con il suo amore e quello delle ragazze che vivevano con la sua mamma divenne bello e crebbe bene. Lei non poteva dargli il suo latte perché lo avrebbe fatto ammalare e così lo nutriva con un piccolo biberon che teneva nel sul petto perché il latte fosse sempre caldo e avesse il suo odore. Pur con tutte queste cure e precauzioni questo piccolo angelo, uno dei bambini che avevo preso come simbolo del Natale, del Dio fatto uomo in mezzo agli uomini, dopo poco più di quattro mesi di vita ora non c’è più e mai come in questo caso credo che non sia retorica pensare che sia davvero lassù al Suo fianco in questo momento.
Raccontate questa storia ai vostri figli, ai vostri nipoti, ai bambini che sono presenti nelle vostre vite, che incontrate, perché crescano imparando a rispettare la vita altrui, perché sappiano che l’amore del quale sono circondati non deve mai essere dato per scontato e perché ogni volta che qualcuno ricorderà questo piccolo angelo mi piace pensare che una goccia di amore e di speranza sanerà la ferita tremenda che questa perdita sta provocando nella sua giovane mamma, la cui vita è già stata segnata così duramente.
Grazie
B.
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