Giovedì 13 febbraio 2025

     

    V Settimana Tempo Ordinario

     

    Avvenne il 13 febbraio…

    1503 – Nella piana fra Andria e Corato avviene lo scontro cavalleresco (=disfida di Barletta).

    1689 – Guglielmo III e Maria II diventano reggenti d’Inghilterra, Scozia e Irlanda.

    1945 – La Royal Air Force bombarda Dresda e i sovietici strappano Budapest all’Asse.

    1960 – La Francia testa la sua prima bomba atomica.

    1983 – L’incendio del Cinema Statuto, a Torino, provoca la morte di 64 persone.

     

    Aforisma dal libro del Siracide cap. 5

    “Non ventilare il grano a qualsiasi vento e non camminare su qualsiasi sentiero. Sii costante nel tuo sentimento, e unica sia la tua parola”.

     

    Preghiera

    Custodisci con paterna bontà la tua famiglia, Signore e poiché unico fondamento della nostra speranza è la grazia che viene da te aiutaci sempre con la tua protezione.

    Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    La storia di Fosca e Maura va collocata durante la persecuzione di Decio, nel III secolo. Secondo un’antica «passio», la giovane Fosca, figlia di genitori pagani di Ravenna, a 15 anni confidò alla nutrice Maura il desiderio di divenire cristiana.

    Insieme si recarono dal prete Ermolao che le educò alla fede e le battezzò. A nulla valsero i tentativi del padre di far recedere la figlia che fu denunciata al prefetto Quinziano, ma gli uomini inviati ad arrestarla non riuscirono nel loro intento.

    Quindi Fosca e Maura, presentatesi a Quinziano, vennero processate, crudelmente torturate e infine decapitate il 13 febbraio. I loro corpi furono gettati in mare o, secondo altre versioni, rapiti da marinai e trasportati in Tripolitania dove ebbero sepoltura nelle grotte presso Sabratha.

    Molti anni dopo, occupata la regione dagli Arabi, un cristiano di nome Vitale per divina ispirazione riportò le reliquie in Italia, nell’isola di Torcello, nella laguna veneta, dove venne eretta una chiesa in onore delle due martiri.

     

    Parola di Dio del giorno Marco 7,24-30

    In quel tempo, Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi.

    Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini».

    Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.».

     

    Riflessione detti e fatti dei padri del deserto

    Vi era nel deserto un eremita che pascolava i bufali. Un giorno rivolse a Dio questa preghiera: «Signore, insegnami ciò che mi manca». E una voce gli disse: «Entra nel tal cenobio (=monastero) e fai quel che ti diranno». Egli entrò dunque nel cenobio e vi rimase. E non conosceva nulla del lavoro dei monaci, sicché i più giovani cominciarono a insegnargli i vari lavori e gli dicevano: «Fa’ questo, idiota! fa’ quello, vecchio stolto».

    Afflitto, egli disse a Dio: «Signore, il lavoro degli uomini io non lo capisco, rimandami dai bufali». Dio glielo consentì ed egli ritornò alla campagna a pascolare i bufali. Laggiù, i cacciatori di frodo avevano teso delle reti per catturare gli animali: alcuni bufali vi caddero dentro e vi cadde dentro anche l’anziano.

    Pensò: «Visto che hai le mani, sciogliti dalle reti». Ma poi rispose con un altro pensiero: «Se sei un uomo, ti sciogli e vai a vivere con gli uomini. Ma se sei un bufalo, allora non hai mani». E così decide di restare nelle reti sino al mattino.

    Quando i cacciatori vennero a prendere i bufali, alla vista del vecchio furono colti da terrore. Ma lui non disse una sola parola, così che lo sciolsero e lo lasciarono partire. Ed egli fuggì correndo dietro i suoi bufali.

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo perché prima di giudicare gli altri, guardiamo dentro noi stessi e chiediamo a Dio che ci insegni la conversione e la purificazione del nostro cuore.

     

    Divina commedia di Dante Alighieri

    Inferno – canto 2°: Le tre donne benedette

    Maria SS.

    S. Lucia

    Rachele

    Beatrice

     

    Inferno – Canto 2° vv 94-96: «In cielo c’è una donna piena di grazia (la Madonna) che soffre per questa difficoltà a cui ti invio e lassù spezza il duro giudizio divino». L’intervento a favore di Dante parte da MARIA SANTISSIMA che tutto ciò che guarda, lo vede e dal cielo vede la triste condizione in cui si trova Dante e chiede a S. Lucia di intervenire in suo aiuto.  

    Inferno – Canto 2° vv 97 ss: «Lei (la Madonna) infatti ha chiesto di S. Lucia e le ha detto: «Ora il tuo fedele ha bisogno di te e io te lo affido» Lucia, nemica di ogni crudeltà, si mosse…». S. LUCIA (a cui furono strappati gli occhi) rappresenta la grazia illuminante, che Dio concede agli uomini per aiutarli a discernere il bene dal male.

    Inferno – Canto 2° vv. 102: «Lucia, nemica di ogni crudeltà, si mosse e venne nel luogo dove mi trovavo seduta con l’antica Rachele…» RACHELE è un personaggio biblico del libro della Genesi: fu la moglie del patriarca Giacobbe e nell’esegesi tradizionale condivisa da Dante era simbolo della vita contemplativa

    Inferno – Canto 2°: BEATRICE nella D. Commedia subisce un processo di spiritualizzazione e da Dante viene trasformata in creatura angelica (angelicata). Rappresenta la Fede / Sapienza che accompagna le persone in Paradiso.

     

    Il 2° canto è dedicato a far coraggio a Dante ed è un’ammonizione a chi si giustifica: Virgilio ricorda a Dante che: «se il cielo (Dio e le 3 donne benedette) si muove per te, significa che sei degno di cose grandi, degno di tutto e in qualche modo nulla ti è impossibile». Ti ha reso degno la morte di Cristo, il fatto che, se anche fossi unico al mondo, Dio in Gesù sarebbe nato, morto e risorto per te. E se le cose stanno così, perché non ci assumiamo le nostre responsabilità? A queste parole Dante si rincuora e si mette in cammino insieme a Virgilio. E noi siamo chiamati a riscoprire le parole di S. Leone Magno: “Riconosci cristiano, la tua dignità, e reso partecipe della natura divina, non tornare all’abiezione di un tempo con una condotta indegna”.

     

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