VI Settimana Tempo Ordinario
Avvenne il 19 febbraio…
356 – L’imperatore Costanzo II decreta la chiusura dei templi pagani nell’impero romano.
1797 – Viene stipulato il trattato di Tolentino tra la Francia e lo Stato Pontificio.
1861 – In Russia viene abolita la servitù della gleba
1937 – Strage di Addis Abeba: l’attentato a Graziani provoca la rappresaglia italiana contro i civili.
1986 – L’Unione Sovietica lancia la stazione spaziale Mir.
2007 – Due bombe, sul Samjhauta Express in India, uccidono 66 persone.
Aforisma dal libro del Siracide
“Sii pronto nell’ascoltare, lento nel proferire una risposta. Se conosci una cosa, rispondi al tuo prossimo; altrimenti mettiti la mano sulla bocca”.
Preghiera
O Dio, che hai promesso di abitare in coloro che ti amano con cuore retto e sincero, donaci la grazia di diventare tua degna dimora.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno

Nato a Piacenza nel 1290, era di nobili origini. Un giorno accusò un uomo innocente di un incendio appiccato da lui stesso durante una battuta di caccia. Di fronte alla condanna a morte per l’uomo accusato ingiustamente Corrado si pentì e ammise la sua responsabilità.
Dopo aver pagato i danni causati si ritrovò in povertà. Assieme alla moglie vendette gli averi restanti e ne diede il ricavato ai poveri. Abbracciate la regola di Francesco e Chiara decisero di diventare religiosi. Corrado quindi divenuto terziario francescano si ritirò in eremitaggio.
Dopo aver vagabondato in solitudine approdò all’isola di Malta. Da qui riprese il mare e giunse al porto di Palazzolo Acreide in Sicilia e da qui a Noto Antica. Giunto nella Val di Noto vi passò trent’anni, tra la preghiera, il servizio e il romitaggio. Gli si attribuiscono molti miracoli.
Morì mentre era in preghiera, il 19 febbraio 1351. Gli è comunemente attribuito il titolo di santo. È rappresentato come un vecchio con la barba fluente, vestito da francescano, davanti ad un crocifisso e con il bastone a tau.
Parola di Dio del giorno Marco 822-26
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsàida, e gli condussero un cieco, pregandolo di toccarlo.
Allora prese il cieco per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?».
Quello, alzando gli occhi, diceva: «Vedo la gente, perché vedo come degli alberi che camminano».
Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa. E lo rimandò a casa sua dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio».
Riflessione detti e fatti dei padri del deserto
Un fratello forestiero andò dall’Abate Silvano, sul monte Sinai, e vedendo che i confratelli lavoravano, disse loro: Perché vi occupate di un cibo che perisce? Maria infatti ha scelto la parte buona (Lc 10, 38-42). Allora l’abate Silvano disse al suo discepolo Zaccaria: “Dagli un libro da leggere, ma prima di tutto mettilo in una piccola cella”.
Il forestiero rimase nella cella come gli era stato chiesto, ma all’ora nona guardava nella strada se per caso l’abate lo mandasse a chiamare per mangiare. E dopo che fu trascorsa l’ora nona (le tre del pomeriggio) andò da Abba Silvano e gli disse: “Forse oggi i confratelli non hanno pranzato, padre?”.
Quando l’abate rispose che sì, avevano mangiato, quello disse: Perché non mi hai fatto chiamare? Allora Silvano gli rispose: “L’hai detto tu che sei un uomo spirituale e non hai bisogno di questo cibo; noi invece, in quanto fatti di carne e ossa, abbiamo bisogno di mangiare e perciò lavoriamo, mentre tu hai scelto la parte buona.
Infatti tu leggi la S. Scrittura tutto il giorno e non vuoi ricevere il cibo materiale”. Dopo aver udito queste parole, il fratello forestiero iniziò a pentirsi e a dire: “Perdonami, padre!”
Intenzione di preghiera
Preghiamo per le popolazioni della regione di Gomà in Repubblica democratica del Congo che stanno subendo orribili stragi ad opera dei ribelli e dei soldati ruandesi che hanno invaso il paese.
Don’t Forget! Dante alighieri
Divina Commedia Inferno Canto III
Il quadro a sinistra è opera di Gabriele dell’Otto
La perifrasi e i commenti sono in gran parte di Franco Nembrini
4-6 Giustizia mosse il mio alto fattore, fecemi la Divina Podestate, la somma sapienza e ‘l primo amore. 7-9 Dinanzi a me non fuor cose create se non etterne, e io etterno duro. LASCIATE OGNE SPERANZA, VOI CH’INTRATE”.
10-12 Queste parole di colore oscuro vid’io scritte al sommo d’una porta; per ch’io: “Maestro, il senso lor m’è duro”. 13-15 Ed elli a me, come persona accorta: “Qui si convien lasciare ogne sospetto;
ogne viltà convien che qui sia morta. 16-18 Noi siam venuti al loco ov’i’ t’ho detto che tu vedrai le genti dolorose
c’hanno perduto il ben de l’intelletto”. 19-21 E poi che la sua mano a la mia puose con lieto volto, ond’io mi confortai, mi mise dentro alle segrete cose.

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