Capaci di tenere insieme tutto

     

    Ho raccolto lo sfogo di una coppia di ultraottantenni che così parlavano del figlio: «Ci siamo rivolti a psicologi, medici e preti e tutti ci hanno detto che è un ragazzo fragile che va compreso e protetto più che rimproverato. L’abbiamo fatto, ma ora siamo stanchi».

    «Quanti anni ha il ragazzo?» chiedo. «Ne ha 45 e dopo aver girato il mondo e iniziato mille cose senza terminarne una, ha deciso di tornare a casa. Ma io non voglio e preferisco lasciargli la casa e andare in affitto. Mia moglie invece sostiene che non si lascia un figlio in balia delle sue fragilità».

    Queste parole mi ricordano quel che diceva il docente di fisica: «Il diamante è l’elemento più fragile che ci sia, perché è il più duro». Cioè fragilità e durezza sono connesse. Ma fragile è il vetro, il cristallo, la porcellana ecc. non l’uomo fatto di carne e ossa, che ha in sé un nucleo forte e consistente cioè l’anima.

    Per questo sono sicuro che le fragilità del figlio non riusciranno a mettere in crisi i suoi genitori: essi infatti sanno di avere l’anima, il che dà loro l’invincibile forza dei miti.

    È la durezza con cui il figlio protegge sé e le sue fragilità invece, che rischia di mandargli in frantumi la vita, a meno che non ritrovi dentro di sé quel nucleo intimo, capace di tenere insieme tutto, che è la sua di anima.

     

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