domenica 27 dicembre ’20

     

    nell’immagine il dipinto di Giorgione rappresentante “La Sacra Famiglia”

     

     

     S. Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe

     

    Proverbio

    «Dove c’è abbondanza di parole c’è carenza di intelligenza (India)»

     

    Iniziamo la Giornata Pregando

    O Dio, nostro Padre, che nella santa Famiglia ci hai dato un vero modello di vita, fa’ che nelle nostre famiglie fioriscano le stesse virtù e lo stesso amore, perché, riuniti insieme nella tua casa, possiamo godere la gioia senza fine. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

     

    La Parola di Dio del giorno
    Genesi 15,1-6; 21,1-3; Salmo 104; Ebrei 11,8.11-12.17-19; Luca 2,22-40

    Compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

     

    Riflessione Per Il Giorno (La S. Famiglia)

    Oggi siamo invitati a contemplare la S. Famiglia non già nella grotta di Betlemme, ma nella casa di Nazareth, dove Maria e Giuseppe sono intenti a far crescere il piccolo Gesù. Per Maria e Giuseppe, infatti, il Bambino è assieme il loro Dio e il loro prossimo più caro. Fu dunque a Nazareth che gli atti più sacri (pregare, dialogare con Dio, ascoltare la sua Parola, entrare in comunione con Lui) coincisero con le normali espressioni colloquiali che ogni mamma e ogni papà rivolgono al loro bambino. Fu a Nazareth che gli «atti di culto dovuti a Dio» (gli stessi che erano celebrati nel tempio di Gerusalemme) coincisero con le normali cure con cui Maria vestiva il Bambino, lo lavava, lo nutriva, assecondava i suoi giochi. Fu così che cominciò la storia delle famiglie cristiane, per le quali tutto (gli affetti, gli eventi, il vivere) è vissuto come sacramento: segno reale e anticipazione di un amore Infinito.

     

    Intenzione del giorno
    Preghiamo per tutte le famiglie perché dalla S. Famiglia traggano ispirazione per la loro vita

     

    S. GIOVANNI APOSTOLO-EVANGELISTA.

    Figlio di Zebedeo e fratello di Giacomo, i suoi scritti sono una vetta della teologia cristiana. La propensione più alla contemplazione che all’azione non deve farlo credere figura “eterea”: si pensi a come Gesù chiamò lui e il fratello: «figli del tuono». Lui si definisce «il discepolo che Gesù amava». Assistette alla Passione con Maria e con lei, dice la tradizione, visse a Efeso dove morì tra fine del I e inizio del II sec.

     

     

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