domenica 5 aprile ’20

     

    DOMENICA DELLE PALME – SETTIMANA SANTA

     

    «Questa assemblea liturgica è preludio alla Pasqua del Signore, alla quale ci stiamo preparando con la penitenza e le opere di carità dall’inizio della Quaresima. Gesù entra in Gerusalemme per dare compimento al mistero della sua morte e risurrezione. Accompagniamo il Signore nel suo ingresso alla città santa e chiediamo la grazia di seguirlo fino alla croce, per partecipare della sua risurrezione.»

     

    Iniziamo la Giornata Pregando (Canto Liturgico)

    Gloria a te, lode in eterno, Cristo re, salvatore, come i fanciulli un tempo dissero in coro: Osanna. Gloria a te, lode in eterno, Cristo re, salvatore, come i fanciulli un tempo dissero in coro: Osanna. Tu sei il re di Israele, di Davide l’inclita prole, che, in nome del Signore, re benedetto vieni. Tutti gli angeli in coro ti lodano nell’alto dei cieli, lodano te sulla terra uomini e cose insieme. Tutto il popolo ebreo recava a te incontro le palme, ora con preghiere e voti, canti eleviamo a te. A te che andavi a morte levavano il canto di lode, ora te nostro re, tutti cantiamo in coro. Ti furono accetti, tu accetta le nostre preghiere, re buono, re clemente, cui ogni bene piace.

     

    Parola di Dio del Giorno

    LETTURE: Isaia 50,4-7; Salmo 21; Filippesi 2,6-11; Matteo 26,14-27,66

    Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, dicendo loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e troverete un’asina legata e un puledro. Slegateli e conduceteli da me. Se qualcuno vi dirà qualcosa, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro subito”». Ora questo avvenne perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Dite alla figlia di Sion: “Ecco, a te viene il tuo re, mite, seduto su un’asina e un puledro, figlio di una bestia da soma”». I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: condussero l’asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava: «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!». Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nazareth di Galilea». (Mt 21,1-11)

     

    Riflessione Per Il Giorno (Commento di don Davide Rota)

    Non uno, ma due Vangeli verranno letti oggi nella S. Messa: la cronaca dell’entrata gloriosa di Gesù a Gerusalemme che dà il nome alla domenica (delle palme) e il racconto della Passione (di Matteo). Vangeli che più contrastanti non potrebbero essere e inevitabilmente pongono una domanda:

    • come è possibile che in soli 7 giorni la popolazione di Gerusalemme sia passata dall’esaltazione di Gesù come Messia liberatore alla sua condanna a morte?
    • cosa è successo in pochi giorni che giustifichi il voltafaccia?

    I vangeli dicono esplicitamente che l’entrata gloriosa è stata voluta da Gesù che l’ha organizzata in ogni dettaglio suscitando l’entusiasmo delle classi popolari e più umili. Ma è stata questa una delle cause –se non la causa principale- della decisione da parte delle classi dominanti di farla finita con lui. A dire il vero, entrato nella Città Santa, Gesù compì altri gesti clamorosi: cacciò dal tempio i mercanti e adottò un linguaggio diretto, esplicito, provocatorio. Non è il comportamento della folla a farci capire cosa sia successo, ma quello di Gesù: è lui che decide liberamente la sua sorte entrando da re in Gerusalemme, per chiarire che era Lui l’unico sovrano legittimato da Dio. Nel racconto della passione il tema della regalità di Gesù ritorna sia nel processo sia sulla croce nel cartello con il cartello che chiarisce motivo della condanna: «Gesù, il re dei Giudei». Il senso della festa di oggi allora è questo: Dio ha inviato nel mondo il suo Figlio perché ne fosse Re e Signore, ma il mondo non solo non l’ha accolto, ma l’ha pure ucciso. Ma se è impossibile impedire agli uomini di fare il male, è anche impossibile impedire a Dio di compiere la sua volontà. E sarà il segno della condanna, cioè la croce a rivelare il senso profondo della regalità di Gesù, così come la risurrezione chiarirà che è Gesù l’unico, vero Signore del mondo, della storia e dell’umanità.  

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché i cristiani sappiano custodire e diffondere la gioia della fede e della carità

     

    Don’t forget

    05/04/1997: muore don Angelo Bena prete del PSV.

     

    VINCENZO FERRER

    Nato a Valencia nel 1350, Vincenzo si trovò a vivere al tempo del grande scisma d’Occidente. Giovane domenicano, fu notato dal legato del papa avignonese. Si rese conto che la Chiesa aveva bisogno di unità e riforma morale e cominciò l’attività di predicatore. Nel 1394 il de Luna diviene papa col nome di Benedetto XIII: lo nomina consigliere. Egli intensifica la sua attività ma nel 1398 si ammala e in visione gli appare Gesù che lo guarisce e gli ordina di predicare. Contribuisce alla fine dello scisma e al miglioramento dei costumi. Muore a Vannes nel 1419.

     

     

     

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