frammenti di vita del Patronato

    Ad alimentargli le preoccupazioni ci pensano moglie e figli che dal Marocco si fanno sentire e non solo per affetto…Lui, quasi cinquantenne, non si può dire che non si dia da fare, ma di lavoro neanche l’ombra: così vive di espedienti che gli consentono di racimolare giusto il necessario per tener buoni i familiari lontani. Da qualche mese ha un impegno fisso che assolve con scrupolo: lo si è incaricato di tener pulito il cortile che dopo la mensa serale è cosparso di cartacce e rifiuti. Niente di che, una mezzora di lavoro, ma a fine mese la piccola ricompensa è sicura e i trasferimenti di denaro in Marocco, salvi. Di giorno frequenta i mercati: qualche mancia o oggetto da rivendere lo rimedia sempre. Ultimamente ha preso l’abitudine di portarmi dei regalini: una candela che più barocca non si può, un S. Cuore languido da morire, una Sacra Famiglia in cera, un improbabile ritratto di santi…ormai mi sono fatto la mia piccola raccolta kisch di immagini sacre. E’ curioso che sia un islamico a donare immagini cristiane a un prete che in fondo non gli dà che qualche soldo.  

    – don Davide –

    gingol

     

     

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