martedì 9 febbraio ’16

    5.a Settimana del Tempo Ordinario

     

    nella fotografia un quadro di Emil Nolde

     

    Iniziamo la giornata pregando (preghiere dei padri del deserto)

    Signore, abbi pietà di noi: in te infatti, abbiamo riposto la nostra fiducia; non ti adirare oltremodo con noi, né ricordare i nostri peccati; ma misericordioso come sei, volgi su di noi il tuo sguardo benigno e liberaci dai nostri nemici. Tu infatti sei il nostro Dio e noi siamo il tuo popolo; tutti siamo opera delle tue mani ed abbiamo invocato il tuo nome. Ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.

     

    MARONE EREMITA

    Sappiamo poco della vita di Marone, monaco eremita vissuto in Siria tra il IV e il V sec. Trascorreva la maggior parte del suo tempo assorto in preghiera: la sua solitudine, tuttavia, non durò a lungo. Presto accorsero a lui discepoli e fedeli per ricevere consigli. Tutti egli esortava alla preghiera e i suoi consigli erano accompagnati da guarigioni fisiche e psichiche. Morì verso il 410 e il corpo venne sepolto nel monastero di Beth-Maron, nella regione di Apamea. Un secolo più tardi, a causa delle invasioni arabe della Siria, molti cristiani si stabilirono in quella zona montuosa: fu l’origine della Chiesa che dal nome del santo prese il nome di maronita. Nel Medio Evo, un buon numero di maroniti aderì all’unione con la Chiesa cattolica. Ancora oggi S. Marone è venerato nelle regioni montuose della Siria e del Libano.

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio (Mc 7,1-13)

    In quel tempo, i farisei e gli scribi venuti da Gerusalemme, avendo visto che alcuni discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». E aggiungeva: «Siete veramente abili nell’eludere il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e chi maledice il padre e la madre sia messo a morte. Voi invece andate dicendo: Se uno dichiara al padre o alla madre: è Korbàn, cioè offerta sacra, quello che ti sarebbe dovuto da me, non gli permettete più di fare nulla per il padre e la madre, annullando così la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».

     

    Riflessione Per Il Giorno (Da Mondo e Missione Febbraio 2016)

    Il 05-02-2006 il fidei donum don Andrea Santoro veniva ucciso a Trabzon (Trebisonda) in Turchia. Anni prima aveva scritto: “Vorrei essere un albero che fiorisce una sola volta nella vita e muore e da morto vorrei continuare ad essere un bastone di appoggio per gli altri”. Non immaginava che vent’anni dopo quelle parole sarebbero diventate realtà. “Spesso mi chiedo perché sono qui –diceva don Santoro- e allora mi viene in mente la frase di S. Giovanni: “il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Sono qui per abitare in mezzo a questa gente (la piccolissima comunità cristiana di Trebzon) e permettere a Gesù di farlo prestando la mia carne. In Medio Oriente Satana si accanisce per distruggere, con la memoria delle origini, la fedeltà ad esse. Il Medio Oriente deve essere riabitato come fu abitato da Gesù: con lunghi silenzi e umiltà e semplicità di vita, con opere di fede e miracoli di carità, con la limpidezza inerme della testimonianza, col dono della vita”.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per i cristiani del Medio Oriente sottoposti a ogni genere di prove.

     santoro

    E…don’t forget

    Andrea Santoro nasce a Priverno (LT) il 7/9/1945. Nel 1956 la famiglia si trasferisce a Roma: Andrea entra in Seminario e viene ordinato prete nel 1970. Svolge l’attività pastorale nelle parrocchie di SS. Marcellino e Pietro e della Trasfigurazione. Nel 1980 chiede di trascorrere 6 mesi in Medio Oriente prima di iniziare la sua attività di parroco, a cui era stato destinato, nel nuovo quartiere Verderocca alla periferia di Roma. Intitola la parrocchia “Gesù di Nazareth”. L’11-09.2000, parte per la Turchia. Il 5-02-2006 viene ucciso nella chiesa di S. Maria a Trabzon mentre pregava con la Bibbia in lingua turca, trapassata dai proiettili.

    gingol

     

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