giovedì 19 luglio ’18

    XV Settimana del tempo ordinario

     

    nell’immagine un quadro di Salvador Dalí

     

    Proverbio del giorno (India)

    «Cento saggi hanno la stessa opinione, ma ogni sciocco ha la sua»

     

    Iniziamo la Giornata Pregando

    Signore, vuoi le mie mani per aiutare i poveri e i malati che ne hanno bisogno? Signore, oggi ti do le mie mani. Signore, vuoi i miei piedi per visitare coloro che hanno bisogno di un amico? Signore, oggi ti do i miei piedi. Signore, vuoi la mia voce per parlare con quelli che hanno bisogno di parole d’amore? Signore, oggi ti do la mia voce. Signore, vuoi il mio cuore per amare ogni uomo perché è tuo figlio? Signore, oggi ti do il mio cuore. Amen

     

    Pietro Crisci da Foligno (1243-1323)

    fa parte dei «santi folli», come li definì Iacopone da Todi. Dopo una giovinezza movimentata, si convertì, vendendo i beni e addirittura se stesso come schiavo, ma il padrone lo liberò. Sua casa divenne allora la cattedrale di Foligno, dove aiutava nei servizi più umili. Dormiva sui gradini del campanile, vestiva di sacco, i piedi nudi, e pregava guardando il sole, simbolo di Gesù. Fu più volte pellegrino a Roma ed Assisi; l’Inquisizione se ne interessò, ma la sua fede risultò limpida. Morì nella cattedrale di Foligno il 19 luglio 1323.

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio

    In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».

     

    BREVE COMMENTO AL VANGELO

    Il peccato è un peso, come attesta il salmista: “I miei peccati mi pesano come un carico”. Il nostro Salvatore si è caricato di questo peso per noi, insegnandoci col suo esempio ciò che dobbiamo fare. Poiché Lui stesso porta il peso dei nostri peccati, soffre per noi e invita coloro che sono affaticati sotto il pesante carico della legge e dei peccati a portare il carico leggero della virtù, quando dice: “Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero” (S. Girolamo)

     

    Riflessione Per Il Giorno (Mons. Ravasi)

    Ci sono certe cose dove l’occhio femminile vede sempre più acutamente di cento occhi maschili. Un proverbio orientale dichiara che «gli uomini si innamorano con gli occhi, le donne con le orecchie» e in questo rivelano più intelligenza. Infatti, gli occhi si fermano alla pelle, all’apparenza della persona, mentre gli orecchi colgono i discorsi, i ragionamenti, i pensieri e, quindi, le qualità della mente e dell’anima. Forse le cose oggi non stan più così, soprattutto quando si vedono folle di ragazze urlanti perché sul tappeto rosso appare l’ultimo divo televisivo o un cantante famoso. A proposito di occhio femminile, la battuta iniziale è dell’autore tedesco Gotthold Ephraim Lessing (1729-’81). La sua è un po’ l’esaltazione de «il genio femminile» che è soprattutto una più intensa capacità intuitiva. Gli occhi in questione sarebbero, quindi, quelli dell’anima che sanno perforare la realtà e penetrare in profondità, scavando anche il recondito, il mistero, il segreto ultimo delle cose e delle persone. È, questo, un dono prezioso che anche noi maschi dovremmo sforzarci di acquisire attraverso una maggiore introspezione e sensibilità, arricchendo di qualche diottria in più la nostra vista interiore.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per i nostri amici e benefattori e per chi ha fatto e continua a fare del bene al Patronato

     

    …Don’t forget! IL PERSONAGGIO DELLA SETTIMANA

    FRANCESCO PETRARCA

     

    “Chiare, fresche et dolci acque, ove le belle membra pose colei che sola a me par donna.” (Dal Canzoniere)

     

    Nato ad: Arezzo, 20 luglio 1304

    Morto ad: Arquà (Veneto), 18 luglio 1374 Professione: poeta

     

    Petrarca fu un poeta alpinista: il 26 aprile 1336, compie una grande impresa insieme al fratello Gherardo e ad altri compagni raggiungendo la cima di Mont Ventoux (1912 metri) in Provenza, Francia. All’epoca si trattava di un’attività molto inusuale. Nessuno si arrampicava in cima alle montagne se non per una qualche necessità. Per questo Petrarca è considerato il primo “alpinista” della storia.

    Ieri 18 luglio ricorreva il 644° anniversario della morte del Petrarca, uno dei massimi poeti italiani. Insieme a Dante e Boccaccio, è il padre fondatore della lingua italiana. La sua opera principale, il Canzoniere, è una raccolta delle poesie da lui composte nel corso della sua vita. Come nel Decameron di Boccaccio, anche nel Canzoniere religione e teologia hanno un ruolo secondario. In primo piano ci sono i sentimenti e le passioni umane, soprattutto l’amore. Se Dante aveva Beatrice e Boccaccio aveva Fiammetta, Petrarca non poteva essere da meno. La sua musa ispiratrice si chiama Laura, che lui afferma di aver incontrato il “dì sesto d’aprile” del 1327 in una chiesa di Avignone, in Francia. Ne rimane folgorato ed è a lei che dedica i poemi del Canzoniere. Nelle sue poesie, Laura rappresenta l’ideale dell’amore puro ed eterno e, se vogliamo, irraggiungibile. Alcuni però ritengono che una “Laura” sia veramente esistita nella vita di Petrarca. La donna viene identificata con Laura de Noves, nobildonna francese, che visse ad Avignone nel XIV secolo. Anche lei morì nel fatidico 1348 a causa dell’epidemia di peste bubbonica. Gli scritti del Petrarca lo resero un personaggio noto e apprezzato in tutta Europa e Francesco, in effetti, viaggiò molto. Ci si riferisce a lui come “al primo turista”. Spesso infatti visita luoghi e rovine (come i Fori imperiali a Roma) per puro piacere. Detiene anche un altro record: fu lui il primo a lanciare l’idea del Medioevo come un’età oscura (concetto oggi molto popolare, ma che fa storcere il naso a non pochi storici). Petrarca riteneva che l’umanità dopo la caduta della civiltà romana avesse attraversato una lunga fase di declino e barbarie, ma che con la riscoperta della cultura classica latina e greca, il mondo sarebbe andato incontro a nuovi splendori. Era l’annuncio dell’Umanesimo e del Rinascimento di cui egli fu un protagonista.

    BENEDETTO SIA ‘L GIORNO E ‘L MESE E L’ANNO

    E LA STAGIONE E ‘L TEMPO E L’ORA E ‘L PUNTO

    E ‘L BEL PAESE E ‘L LOCO OV’ IO FUI GIUNTO

    DA’ DUO BEGLI OCCHI CHE LEGATO M’ ÀNNO;

    E BENEDETTO IL PRIMO DOLCE AFFANNO

    CH’ Ì EBBI AD ESSER CON AMOR CONGIUNTO,

    E L’ARCO E LE SAETTE OND’Ì FUI PUNTO,

    E LE PIAGHE CHE ‘NFIN AL COR MI VANNO.

    BENEDETTE LE VOCI TANTE CH’IO

    CHIAMANDO IL NOME DE MIA DONNA Ò SPARTE,

    E I SOSPIRI E LE LAGRIME E ‘L DESIO;

    E BENEDETTE SIAN TUTTE LE CARTE

    OV’IO FAMA L’ACQUISTO, E ‘L PENSIER MIO,

    CH’È SOL DI LEI; SI CH’ALTRA NON V’À PARTE.

     

     

     

    Condividi questa!

    Informazioni sull'autore

    Potrebbe piacerti anche

    Nessun commento

    È possibile postare il commento di prima risposta.

    Lascia un commento

    Please enter your name. Please enter an valid email address. Please enter a message.

    WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com