Giovedì 31 marzo 2022

     

    4.a Settimana di Quaresima

     

    Aforisma del giorno di Gandhi

    Il coraggio è il primo requisito della spiritualità. I vili non possono mai essere morali.

     

    Preghiera del giorno di S. Bernardo

    Inclina verso di te, o Dio, quel poco che hai voluto che io sia. Della mia povera esistenza, ti supplico di prendere gli anni che mi restano da vivere. Quanto a quelli perduti, ne provo umiliazione e pentimento. Non disdegnare i miei rimpianti. Ormai non vi è più in me che il desiderio della tua saggezza e un cuore, che ti offro. Amen.

     

    Santo del giorno

    S. Beniamino

    S. Beniamino diacono di Ergol, Persia, fa parte di un gruppo di martiri, uccisi in Persia durante la lunga persecuzione contro i cristiani, che iniziò sotto il regno di Iezdegerd I e finì con il successore Bahram-Gor.

    Verso il 420, lo zelo di alcuni cristiani, capeggiati da un sacerdote Hasu, portò ad incendiare ad Ergol (Argul) un Pireo, cioè un tempio dedicato al culto del fuoco. Per questo venne arrestato il vescovo Abdas e altri; al vescovo fu ingiunto dalle autorità civili di ricostruire il tempio; poiché si rifiutò, furono tutti condannati a morte.

    Il martirio avvenne verso il 420 cioè nei primi due anni del regno di Bahrom-Gor che in seguito fu vinto da Teodosio II, il quale come condizione di pace pose la libertà di culto ai cristiani di Persia.

     

    Parola di Dio del giorno Giovanni 5,31-47

    Gesù disse ai Giudei: «Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità.

    Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.

    E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita.

    Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio? Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza.

    Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».

     

    Riflessione del giorno – Fondamentalisti e atei di F. Hadjadj

    Il fondamentalista parla con facilità di Dio, cucina il termine “in tutte le salse” e, di conseguenza, provoca automaticamente la reazione dell’ateismo. Così viene a crearsi una situazione curiosa: l’ateo, proprio come il fondamentalista, parla con facilità di Dio, un ateo non smette mai di parlare di Dio.

    Il problema dell’ateismo è l’ossessione di Dio, il tentativo di rigettare questa parola ripetendola in continuazione. L’ateo pretende di parlare di Dio con enorme facilità. Ciò che accomuna il fondamentalismo e l’ateismo è la facilità nell’uso del termine “Dio”, da un lato per una sorta di propaganda meccanica, dall’altro nel tentativo di farla scomparire: invano perché l’ateo si rende conto benissimo che il termine è un po’ come l’idra, ogni volta che tenta di tagliare una testa, rispunta, e non sa più che fare.

    In entrambi i casi, la parola “Dio” è maneggiata a modo nostro, ridotta alla nostra misura nostra. Nel Vangelo di Matteo è scritto: «Molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demoni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”.

    Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”» (Mt 7,22-23). Quello che Gesù denuncia succede sia al fondamentalista che all’ateo ed è questo il buffo: l’ateo, anche lui, denuncia, strumentalizza il Nome di Dio ma solo per accrescere il proprio potere.

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Preghiamo per la pace nell’Africa subsahariana: Mali, Burkina Faso, Nigeria, sud Sudan, Eritrea…

     

    Don’t forget! Santi della carità

    BEATA MARIA di S. GIUSEPPE

    LAURA ALVARADO CARDOZO

    Vergine e Fondatrice, Venezuela 1875-1967

    LAURA EVANGELISTA ALVARADO CARDOZO nacque il 25 aprile 1875 a Choroní, paesino del Venezuela. Era la prima dei quattro figli di Clemente Alvarado e Margarita Cardozo. Per dare un’appropriata educazione ai figli, la famiglia si trasferì a Maracay dove Laura frequentò le scuole distinguendosi per l’intelligenza precoce e l’ottimo carattere.

    Formata dalla religiosità della madre e della nonna paterna, esprime il desiderio di consacrarsi a Dio, ma l’opposizione paterna la blocca. A 13 anni riceve la Prima Comunione ed emette il voto privato di verginità. Terminati gli studi nel 1892, confidò al suo parroco e direttore spirituale, don Justo Vicente, il suo ardente desiderio di farsi suora di clausura, ma questi le consigliò di attendere.

    In compenso Laura prestò servizio in un piccolo ospedale che don Vicente aveva aperto a Maracay, per soccorrere gli abitanti colpiti dal vaiolo, che seminava desolazione e morte, soprattutto tra i poveri. Con altre quattro amiche, opera gratuitamente nell’ospedale per quasi nove anni. Il gruppo prese il nome di “Samaritane” e Laura ne fu la direttrice.

    L’11-2-1901 con il permesso dell’arcivescovo di Caracas, le volontarie iniziarono a fare vita comune, in attesa di formare una congregazione di suore dedite all’assistenza e alla cura dei malati, degli orfani e degli anziani. L’anno seguente l’arcivescovo di Caracas, diede a Laura e alle sue compagne la regola di S. Agostino e, lo stesso giorno, ricevette i loro voti religiosi.

    Il nome scelto per la nuova comunità fu quello di Suore Ospedaliere di Sant’Agostino, mentre Laura divenne suor Maria di S. Giuseppe e prima superiora: percorse il Venezuela, fondando 35 case dove trovavano accoglienza gli scartati dalla società. Diceva: «I rifiutati da tutti, quelli sono i nostri; quelli che nessuno vuole sono i nostri».

    Gli abitanti di tante città e villaggi conobbero l’impegno della suora in apparenza debole e malaticcia, ma carica di forza e di carità e che trascorreva lunghe ore in adorazione davanti al Tabernacolo, da cui traeva la forza da mettere poi al servizio dei bisognosi. Nel 1960 madre Maria fu sostituita nella carica di superiora e si ritirò nella Casa di Maracay, dove il 2-4-1967 morì in seguito a trombosi.

    I funerali furono un’apoteosi: parteciparono autorità civili e religiose, mentre dall’aereo venivano lanciati petali di rose sull’immensa folla. E’ stata beatificata da Giovanni Paolo II il 17 maggio 1995, prima donna venezuelana a salire sugli altari.

    Condividi questa!

    Informazioni sull'autore

    Potrebbe piacerti anche

    Nessun commento

    È possibile postare il commento di prima risposta.

    Lascia un commento

    Please enter your name. Please enter an valid email address. Please enter a message.

    WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com