giovedì 5 novembre ’20

     

     

    30a settimana tempo ordinario

     

     

     

    Proverbio del giorno – Proverbio Cinese

    Se vuoi cambiare il mondo inizia dal tuo paese. Se vuoi cambiare il tuo paese inizia dal tuo villaggio. Se vuoi cambiare il tuo villaggio inizia da casa tua. Se vuoi cambiare la tua casa inizia da te stesso.

     

    Preghiera del giorno

    «Signore, non possiamo sperare per gli altri più di quanto desideriamo per noi stessi. Per questo ti supplico: non separarmi dopo la morte da coloro che ho amato sulla terra. Fa’ o Signore, che là dove sono io, gli altri si trovino con me, affinché lassù possa rallegrarmi della loro presenza, dato che ne fui privato sulla terra. Ti imploro o Dio, di accogliere questi figli diletti nel seno della vita. Al posto della loro vita terrena così breve, concedi loro di possedere la felicità eterna».

     

    MARTIRI ALBANESI

    Secondo alcune stime, in Albania, sotto il regime comunista negli anni 1944-1991, sono stati uccisi 5 vescovi, 60 sacerdoti, 30 religiosi francescani, 13 gesuiti, 10 seminaristi e 8 suore, senza contare i laici. Tra di loro sono stati selezionati i nomi di 38 candidati agli altari, capeggiati dall’arcivescovo di Durazzo, Mons. Vincenzo Prennushi. Sono stati beatificati il 5-11-2016, nella piazza davanti alla cattedrale di S. Stefano a Scutari.

     

    Ascoltiamo la parola di dio Lc 15,1-10

    Si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione. Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

     

    Meditazione del giorno (don Luigi Epicoco)

    Sono convinto che la prima maniera che ha lo spirito di operare nella vita di una persona è allargargli i desideri. Nel vangelo di Luca è scritto: “Uno dei commensali…disse a Gesù: «Beato chi mangerà il pane nel regno di Dio!»”. Ma Gesù interviene subito per non lasciare che questo desiderio rimanga solo un pio proposito, ma diventi il principio di una rivoluzione. E per fare ciò racconta una parabola mettendo in scena un banchetto a cui alcuni sono invitati. È un chiaro riferimento all’opera di Dio che ha pensato la vita come un invito e il regno di Dio come una festa. Ma quelli che sembrano avere le carte a posto per entrare, rifiutano con dei “validi” motivi che potremmo sintetizzare in questo modo: il possesso, il commercio e il piacere. Se ci pensiamo bene queste tre grandi scuse sono ciò che solitamente tengono la nostra vita in ostaggio. A noi piace usare le cose per sentirci sicuri e non per incontrare ciò che conta davvero, così alla fine sono le cose stesse a possederci e non il contrario. Allo stesso tempo preferiamo sempre una logica di vita commerciale a una forma di vita gratuita. Allora gli unici che mangeranno di quella cena saranno quelli che per un motivo o per un altro sono affamati, e hanno smesso di sentirsi sazi di cose che non contano nulla, quelli che si sentono mancanti, poveri e bisognosi: ecco perché Gesù li dichiara “beati” (Matteo 5,1 ss).

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché i nostri ragazzi e giovani sentano la fame e la sete di Dio, il desiderio di cose grandi e di ampliare gli orizzonti della propria vita

     

    Don’t Forget!

    Storia delle persecuzioni e dei martiri cristiani – 4°parte

    DALL’IMPERATORE ANTONINO PIO (138) A COMMODO (192)

    Intorno al 155, sotto Antonino Pio, morì martire il vescovo di Smirne Policarpo. Molti disordini si verificarono anche sotto Marco Aurelio il cui regno fu segnato da epidemie, carestie e invasioni. Più volte le folle diedero la caccia ai cristiani, ritenuti responsabili della collera degli dèi e i martiri furono numerosi, tra gli altri l’apologeta Giustino. A questo periodo risale l’invettiva di Marco Cornelio Frontone che, per aizzare la popolazione contro i cristiani, li accusa di infanticidio e suscita violente reazioni in Asia e Gallia. Nella “Storia Ecclesiastica” Eusebio di Cesarea documenta le vessazioni nei confronti di una cinquantina di cristiani, per lo più stranieri, e le loro esecuzioni a Lione nell’anno 177. Di questi cristiani, torturati e gettati in carcere, molti morirono per soffocamento. La folla, già pervasa di xenofobia ed aizzata da false accuse (cannibalismo e rapporti incestuosi) diffuse sul conto dei cristiani, infierì su di loro senza alcun riguardo per l’età o per il sesso dei condannati: il vescovo ultranovantenne Potino, linciato dalla folla, spirò in carcere; il quindicenne Pontico e la schiava Blandina, dopo essere stati costretti per giorni ad assistere all’esecuzione degli altri, furono essi stessi torturati e uccisi. Intorno al 178-180 il filosofo Celso scrisse contro la religione cristiana e in difesa di quella tradizionale il “Discorso della verità” in cui l’autore ridimensiona il numero dei martiri, gonfiato dall’apologetica cristiana. Marcia, amante dell’imperatore Commodo, fu invece di simpatie cristiane; sembra infatti sia stata lei ad intercedere per la liberazione di papa Callisto I dalla condanna alle miniere (Damnatio ad metalla) in Sardegna. Risale al 180, sotto il regno di Commodo, l’episodio dei 12 martiri scillitani. Lo storico W.H.C. Frend sostiene che nei primi due secoli le autorità agissero come “passivi destinatari delle richieste del popolo per la distruzione dei cristiani”. Infatti le loro comunità, pur costantemente minacciate, ebbero modo di continuare a crescere. Come già in precedenza, l’eroismo dei martiri indusse molti all’ammirazione ed alla conversione, tra i quali Tertulliano, che diventerà apologeta e scriverà che “il sangue dei martiri fu la semente dei cristiani”.

     

     

     

     

     

     

     

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