Giovedì 6 ottobre 2022

     

    XXVII Settimana tempo ordinario

     

    Aforisma del giorno di Georges Bernanos

    Lo scandalo non sta nel non dire la verità, ma di non dirla tutta intera, introducendo una menzogna che la lascia intatta all’esterno, ma che gli corrode, così come un cancro, il cuore e le viscere.

     

    Preghiera del giorno

    O Dio, che avete suscitato S. Bruno, perché fosse luce della Chiesa con la dottrina ed il modello dei solitari con la vita solitaria, fa’ che noi imitiamo, compatibilmente con il nostro stato, il suo spirito di umiltà, penitenza, di preghiera e di distacco dai beni materiali. Amen.

     

    Santo del giorno

    Nato in Germania nel 1030 e vissuto tra il suo paese, la Francia e l’Italia, dove morì nel 1101, Bruno, docente di teologia e filosofia, sceglie la strada della vita eremitica.

    Trova sei compagni che la pensano come lui e il vescovo Ugo di Grenoble li aiuta a stabilirsi in una località detta Chartreuse dove costruiscono un ambiente per la preghiera comune, e sette baracche dove ognuno vive, prega e lavora. Quando Bruno insegnava a Reims, un suo allievo era il benedettino Oddone di Châtillon che nel 1090 è eletto papa col nome di Urbano II, che lo sceglie come consigliere.

    Da lui ottiene riconoscimento e autonomia per il monastero noto come Grande Chartreuse. In Calabria nella Foresta della Torre (Vibo Valentia) fonda una nuova comunità. È il luogo accanto a cui  sorgeranno poi le prime case di Serra S. Bruno.

     

    Parola di Dio del giorno Luca 11,5-13

    Gesù disse ai discepoli: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.

    Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

     

    Riflessione del giorno – don Arturo Bellini racconta don Bepo

    Don Andrea Spada, storico direttore de L’Eco di Bergamo, ha scritto che don Bepo non si è mai lasciato travolgere dalle situazioni: «Io non ho mai visto don Bepo turbato». Ha saputo mantenere il suo animo nella calma nonostante dovesse occuparsi di tanti ragazzi e far fronte a contrattempi, prove morali, difficoltà umanamente insormontabili.

    Affidava pesi, preoccupazioni e problemi nelle mani del Signore e chiedeva l’intercessione di S. Giuseppe, sicuro che sotto la protezione di Dio, poteva dormire tranquillo. Papa Giovanni XXIII diceva: “Io i dispiaceri li lascio arrivare fino alla metà del naso, ma in testa non mi entrano, cioè per me può succeder tutto nella vita, ma non mi turbano”.

    Questo valeva anche per don Bepo. Papa Giovanni e don Bepo sapevano tenere davanti agli occhi del cuore la consegna di S. Paolo: “Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù”.

     

    Intenzione di Preghiera per il giorno

    Preghiamo affinché il Signore ci aiuti a coltivare dentro di noi quella solitudine e quel silenzio che permettono alla fede di fiorire e dare frutto.

     

    Don’t Forget! Santi e Beati della carità

    Beato Francesco Saverio Seelos

    Fussen, Baviera, 11-1-1819 New Orleans – Usa 4-10-1867

    E’ in Baviera (Germania) a Fussen, che Francesco nasce l’11 gennaio 1819 ed è battezzato lo stesso giorno. Finite le elementari nel giovane nasce la vocazione, ma ha bisogno dell’incoraggiamento del parroco. Studia e dimostra intelligenza e capacità non comuni e quand, a 23 anni, entra in seminario a studiare teologia, conosce i Redentoristi e ne resta così affascinato che decide di entrare fra loro.

    Ad attirarlo è il carisma della congregazione orientata all’annuncio del Vangelo agli ultimi e la richiesta che arriva da oltre Oceano, di sacerdoti per l’assistenza spirituale dei tedeschi emigrati negli Usa. Lui a 24 anni, si imbarca per New York. Dopo l’ordinazione lo mandano in Pennsylvania e a Pittsburg collabora con Giovanni Neumann, oggi santo.

    Tra i due nasce subito un’intesa e Neumann oltre ad accompagnarlo nei suoi primi passi da prete, lo indirizza anche sulla via della santità. I parrocchiani scoprono che il nuovo arrivato è affabile, disponibile, sempre sorridente e con un debole per i poveri. Predica bene e si fa capire da tutti, perché il suo stile è semplice e lineare come la sua vita. Davanti al suo confessionale comincia a formarsi una coda di penitenti, che arrivano anche da altre parrocchie e da altre città, perché si rivela un’eccellente guida spirituale, oltre ad essere un sacerdote che ascolta le confessioni “in tedesco, in inglese, in francese, dei bianchi e dei neri”.

    Lui aiuta a fare della confessione un incontro vivo con Gesù, paziente e misericordioso: è questa una fama che si porta dietro nei suoi vari spostamenti, da Baltimora a Cumberland, da Detroit a New Orleans. A 40 anni viene proposto come vescovo di Pittsburg, ma scrivendo a Pio IX riesce a evitare quella che definisce “una calamità”.

    Nel 1866 viene nominato parroco di New Orleans, dove si ferma appena un anno: visitando e curando le vittime dell’epidemia di febbre gialla, si ammala anche lui e muore il 4-10-1867, a 48 anni. Neanche dopo morto smette di fare il bene e a cominciare da Pittsburg, si segnalano grazie e miracoli per sua intercessione, che portano Giovanni Paolo II nel 2000, a proclamare beato il parroco che sorrideva sempre e si faceva benvolere da tutti.

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