giovedì 7 giugno ’18

    9 Settimana del tempo ordinario

     

    nell’immagine un quadro di Gonzales Coques

     

     

    Proverbio del giorno

    “Non mostrar mai né il fondo della tua borsa né del tuo animo”

     

    Iniziamo la giornata pregando

    Gesù mio, credo che tu stai nel Santissimo Sacramen­to. Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell’a­nima mia. Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore. Come già venuto io ti abbraccio, e tutto mi unisco a te. Non permettere che io mi abbia mai a separare da te. Amen

     

    MARIA TERESA DE SOUBIRAN LA LOUVIÈRE

    A 20 anni realizzò il progetto di suo zio, don L. de Soubiran, di fondare un beghinaggio. Nel 1864 a Tolosa diede inizio alla congregazione di Maria Ausiliatrice, che aveva come fine la contemplazione e l’assistenza alle ragazze povere. Accusata di aver fatto una cattiva gestione della nuova congregazione ne lasciò il governo, ma fu riabilitata dalla nuova superiora nel 1890, un anno dopo la morte.

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio (Mc 12,28-34)

    Si accostò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più importante di questi». Allora lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v’è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. 

     

    BREVE COMMENTO AL VANGELO (S. Gregorio Magno)

    Non si può veramente amare Dio se non si ama il prossimo, né amare veramente il prossimo se non si ama Dio. Ed è per questo che lo Spirito è stato dato ai discepoli due volte: prima dal Signore quando era sulla terra, poi dal Signore quando regnava in cielo (Gv 20,22; At 2). Ci è dato sulla terra per amare il prossimo, dal cielo per amare Dio.

     

    Riflessione Per Il Giorno (Parabole moderne)

    Un pellicano dalle grandi ali bianche viveva su un’aspra scogliera. Là erano usciti dall’uovo i suoi due piccoli pellicani robusti e sempre affamati. Il pellicano si tuffava per catturare pesci e molluschi così da saziare la loro fame. Ma durante un terribile inverno il pellicano si trovò in difficoltà: venti e burrasche lo scagliarono contro la scogliera e si ritrovò con l’ala rotta. Si rannicchiò nel nido con i suoi piccoli che gridavano per la fame. Straziato dalla loro sofferenza, il pellicano affondò il becco nella sua carne per offrirla loro e cominciò a sfamarsi della sua carne. Sopravvisse solo qualche giorno e quando morì dei pulcini disse all’altro: «Meno male. Non ne potevo più di mangiare tutti i giorni la stessa cosa». È più o meno quel che avviene nella Messa: «Prendete e mangiate, questo è il mio corpo, sono io». E la gente: «Che barba! Sempre le solite cose…».

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché tutti i battezzati siano più fedeli all’eucaristica domenicale

     

    Don’t forget! – il personaggio della settimana

    Shirin Ebadi

    Nata il 21 giugno 1947 è un avvocato e pacifista iraniana premiata il 10 dicembre 2003 con il premio Nobel per la pace, prima Iraniana e prima donna musulmana a ottenere tale riconoscimento.

    Shirin Ebadi, 66 anni, l’iraniana Nobel per la pace nel 2003 per le sue battaglie legali in difesa dei diritti umani e in particolare delle donne vittime degli abusi della Sharia, avrebbe buoni motivi per non essere ottimista. Costretta all’esilio dal regime islamico, vive da cinque anni sotto scorta in un luogo segreto in America o in Gran Bretagna («diciamo che pago le tasse negli States, lavo i vestiti a Londra ma vivo dieci mesi l’anno in una valigia in transito negli aeroporti»), ha difficoltà a vedere le figlie anche loro costrette a scappare e dal 2009 non può tornare a Teheran dov’è rimasto, vecchio e malandato, suo marito. Eppure non ha mai rinunciato a battere sul suo tasto: “vinceranno i buoni”. E un giorno o l’altro, chissà, anche lei tornerà a Teheran. Della quale le manca tutto, «anche lo smog». Ma più ancora suo marito: «Ha 75 anni. La sua vita è lì. Quando il regime ha capito che non sarei tornata se l’è presa con lui».

     

     

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