lunedì 22 giugno ’20

     

    nell’immagine un dipinto di Scatizzi Sergio

     

     

    XIIa Settimana del Tempo Ordinario

     

    Proverbio del giorno: Una tempesta di sabbia passa, le stelle rimangono. -proverbio arabo – »

     

    Iniziamo la giornata Pregando (preghiera)

    “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”. Che perfezione ti aspetti da noi, Signore, quale impossibile santità esigi da noi tuoi discepoli, poveri peccatori? Ma sappiamo, Signore, che se ciò è impossibile per le nostre povere forze, noi sappiamo che tutto è possibile a te. Quando sei tu che ami in noi, non può essere che un amore perfetto.

     

    PAOLINO DA NOLA

    Nacque nel 355 a Bordeaux, dove il padre era funzionario imperiale e favorito nella carriera politica da amicizie altolocate, divenne governatore della Campania. Dal vescovo Ambrogio e dal giovane Agostino fu avviato alla fede cristiana. Ricevuto il battesimo, in Spagna conobbe e sposò Therasia. Dopo la morte dell’unico figlioletto, Celso, si dedicarono interamente all’ascesi cristiana, distribuirono le ricchezze ai poveri e si ritirarono in Catalogna, deve fu ordinato prete. A Nola eresse un ospizio per i poveri destinandone il primo piano a monastero, dove si ritirò con Therasia e amici. Eletto vescovo di Nola, morì a 76 anni, nel 431. Oggi si ricordano anche S. TOMMASO MORO (1478-1535) martire e S. GIOVANNI FISCHER (1469-1535) Vescovo e martire

     

    Parola di Dio del giorno (Matteo 7,1-5)

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

     

    Riflessione Per Il Giorno (Mattutino di Mons. Ravasi)

    Un vecchio non deve far dire di sé: senescit et se nescit, ossia che invecchia e non impara a conoscersi.

    «La vecchiaia non ha niente a che vedere col numero degli anni: ci sono uomini che nascono vecchi». Così insegnava il rabbí chassidico della città mitteleuropea di Tomshov, spremendo l’antica saggezza ebraica. La terza età effettivamente non si misura solo con parametri cronologici: senza offesa, ci sono giovani che si trascinano per le strade con una fiacchezza e una palese assenza di scopi nella vita, da vederli ormai quasi relegati nel limbo del crepuscolo della vita. Un’anima di verità rivelava lo scrittore francese André Maurois (1885-1967) quando affermava che «invecchiare è una cattiva abitudine che l’uomo attivo ed entusiasta non ha il tempo di prendere». L’anziano che conserva una sua freschezza interiore reca in dono alla società un bene prezioso, anche se non sempre stimato e valorizzato, l’esperienza e la sapienza. E qui, però, scatta l’osservazione pungente e divertita che ho trovato attribuita a un altro scrittore francese, autore di non memorabili romanzi, Alphonse Karr, vissuto nell’Ottocento. La propongo ai lettori che hanno ormai qualche decina d’anni alle spalle come me, perché essa è anche divertente col suo gioco di parole latine. Se, infatti, spezziamo il verbo senescit, che è l’«invecchiare» normale, scandito dal flusso del tempo, ci troviamo di fronte a un se nescit, che è invece il verbo dell’ignoranza. Certo, gli anni portano con sé anche l’appannamento mentale e la debolezza generale dell’organismo, ma c’è un patrimonio che non dev’essere disperso, quello appunto della sapienza, «distillata» passando oltre le tempeste della vita, persino attraverso gli errori ma soprattutto nella ricerca e nell’esperienza di anni.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché sappiamo sempre rispettare tutti gli altri come vorremmo esserlo noi

     

    Don’t forget! 

    Gli uomini del Signore nei loro anni compiono la Sua volontà, la Sua benedizione. Perché la fraternità tra i suoi figli e le sue figlie leghi in comunione le comunità degli uomini.

    Auguri a don Davide di buon compleanno 

     

     100 immagini che hanno cambiato il mondo

    Giugno 1963: a Saigon, Vietnam del Sud, sono circa le nove di mattina. Una macchina avanza lungo la strada, seguita da monaci e monache buddhisti che marciano insieme tra slogan e cartelli che inneggiano, in vietnamita e in inglese, all’uguaglianza religiosa. Arrivata a un incrocio, l’automobile si ferma e un monaco, sedendosi a terra nella posizione del loto e recitando il mantra del Buddha, attende che un confratello gli versi sul capo e sul corpo una tanica di benzina. Il fuoco divampa, il fiore di loto umano si brucia, ma continua la meditazione con il suo mantra, mentre la polizia cerca di disperdere folla e manifestanti. l monaco dell’immagine si chiamava Thích Quảng Đức e all’epoca aveva 70 anni. Il suo fu un gesto di protesta contro il governo di di Ngô Đình Diệm, una dittatura insediata dagli Usa e dalla Francia in chiave anticomunista, che negava la libertà religiosa ai buddisti in maggioranza nel paese. Il 1 novembre, con l’approvazione degli Usa, l’esercito rovesciò Diệm, che venne assassinato il giorno seguente.

     

    Il 17 marzo 2020, a poca distanza uno dall’altro, anche la comunità dei Sacramentini di Ponteranica, sede della Provincia settentrionale d’Italia dell’istituto, è stata colpita da due lutti. Per il covid19. Dapprima si è spento, al Papa Giovanni, padre Remo Rota, 77 anni, nativo di Roncola San Bernardo, già missionario in Africa e da alcuni anni procuratore missionario della stessa Provincia. Poche ore dopo, nella stessa struttura, è morto padre Andrea Agazzi, 86 anni, nativo di Sorisole, per 57 anni missionario in Brasile. «Due religiosi molto attivi e instancabili, che hanno operato in luoghi di grande povertà sempre vicini alla gente» così li ricordano i confratelli «che hanno vissuto quotidianamente il carisma dell’istituto, cioè promuovere la centralità eucaristica nel culto e nelle opere di carità». Padre Rota era nato nel 1943 a Roncola San Bernardo, ma era molto legato anche a Lecco, dove la sua famiglia si era trasferita nel 1956. Frequentato il noviziato a Parigi e gli studi teologici a Roma, dopo l’ordinazione sacerdotale nel 1973 nella diocesi di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) era rimasto nella locale casa dei Sacramentini per tre anni. Nel 1976 era stato inviato nelle missioni del suo istituto in Africa, nello Zaire, l’attuale Repubblica democratica del Congo, dapprima nella capitale Kinshasa. Vi rimase per ben 38 anni, impegnandosi nell’apostolato e nella promozione umana delle popolazioni, diventando anche responsabile di una falegnameria, superiore regionale dell’istituto e infine parroco a Kikwit, non distante dalla capitale. Nel 2014 era tornato a Ponteranica con l’incarico di procuratore missionario, ma collaborando con varie parrocchie bergamasche e con quelle dell’unità pastorale della Madonna della Rovinata a Lecco, a cui era rimato legato per motivi familiari e affettivi. Infatti, gruppi di giovani lecchesi erano stati a visitarlo nella sua missione, impegnandosi anche come volontari. «L’abbiamo incontrato recentemente in sede – ricorda don Massimo Rizzi, direttore del Centro missionario diocesano -. Lo ricordo come persona mite, sorridente e generosa». Il suo corpo riposa nel cimitero di Roncola in attesa della risurrezione. Padre Andrea Agazzi era nato a Sorisole nel 1933. Dopo l’ordinazione sacerdotale a S. Benedetto del Tronto, era stato inviato nelle missioni in Brasile, avviate nel 1926. Destinazione la metropoli di Belo Horizonte, capitale del Minas Gerais, oltre due milioni di abitanti, dove si impegnò senza risparmio in una realtà di povertà ed emigrazione di tanti poveri che dalle campagne giungevano nella città nella speranza di un futuro migliore. Per motivi di salute, a malincuore cinque anni fa era tornato a Ponteranica. «Aveva una fortissima carica missionaria – ricorda il parroco don Stefano Ravasio -. Tornava in Italia solo per brevi periodi di riposo. In queste occasioni veniva in parrocchia, a cui è rimasto sempre legato, per le celebrazioni». E’ stato sepolto nel cimitero di Sorisole.

    La sua comunità brasiliana ha mandato questo messaggio: “Pe André Agazzi iveu entre nós por mais de 55 anos, fazendo do Brasil a sua segunda pátria e dos brasileiros a sua segunda família. Muitos dos religiosos foram seus formandos, muitos dos Leigos e Ligas Sacramentinos viram nascer a sua vocação eucarística por causa dele, muitos adoradores e adoradoras aprenderam a se ajoelhar frente ao santíssimo seguindo o seu exemplo. Viveu com humildade, amou exageradamente até a entrega total de si, serviu com alegria e espalhou o fogo eucarístico por onde passou”.

     

     

     

     

    Condividi questa!

    Informazioni sull'autore

    Potrebbe piacerti anche

    Nessun commento

    È possibile postare il commento di prima risposta.

    Lascia un commento

    Please enter your name. Please enter an valid email address. Please enter a message.

    WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com