lunedì 25 febbraio ’19

    7a Settimana del Tempo Ordinario

     

     

    nell’immagine un dipinto di Christian Krogh

     

     

    Proverbio del giorno (1000 proverbi della Bibbia)

    “E’ stolto chi vuol rispondere prima di aver ascoltato”.

     

    ADELELMO DI ENGELBERG ABATE.

    Di lui si sa solo che era monaco del monastero benedettino di S. Biagio nella Foresta Nera. Su richiesta del barone Corrado di Seldenburen fu inviato a fondare la badia di Engelberg nell’Unterwalden, nella Svizzera, dove divenne priore e abate e dove morì il 25 febbraio 1131. Le sue reliquie furono riesumate nel 1611.

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio (Marco 9,14-29)

    Gesù sceso dal monte vide i discepoli circondati da molta folla e da scribi che discutevano con loro. Tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogò: «Di che cosa discutete con loro?». Gli rispose uno della folla: «Maestro, ho portato da te mio figlio, posseduto da uno spirito muto. Quando lo afferra, lo getta al suolo ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». Egli allora in risposta, disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me». E glielo portarono. Alla vista di Gesù lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava spumando. Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato persino nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede». Il padre del fanciullo rispose ad alta voce: «Credo, aiutami nella mia incredulità». Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito immondo dicendo: «Spirito muto e sordo, io te l’ordino, esci da lui e non vi rientrare più». E gridando e scuotendolo fortemente, se ne uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «E’ morto». Ma Gesù, presolo per mano, lo sollevò ed egli si alzò in piedi. Entrò poi in una casa e i discepoli gli chiesero in privato: «Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?». Ed egli disse loro: «Questa specie di demoni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera».

     

    Riflessione del giorno (Papa Francesco 1.a parte)

    2 anni fa il Papa in un discorso alla Curia segnalava quelle che –sulla traccia dei Padri del deserto- secondo lui erano le 15 malattie non solo della Curia Romana, ma della chiesa cattolica in generale: all’avvicinarsi della Quaresima vale la pena di presentarle e di meditarci sopra un po’.

    1. Il sentirsi «immortale», «indispensabile». «Una Chiesa che non fa autocritica, non si aggiorna, non cerca di migliorarsi è un corpo infermo». Una visita ai cimiteri potrebbe aiutare, vedendo i nomi di tanti che «forse pensavano di essere immortali e indispensabili!». È la malattia di chi «si trasforma in padrone e si sente superiore a tutti e non al servizio di tutti e deriva spesso dalla patologia del potere, dal “complesso degli Eletti”, dal narcisismo».
    2. L’eccessiva operosità. Quella di quanti, come Marta nel racconto evangelico, «si immergono nel lavoro, trascurando, inevitabilmente, “la parte migliore”: il sedersi sotto i piedi di Gesù». Il Papa ricorda che Gesù «ha chiamato i suoi discepoli a “riposarsi un po’” perché trascurare il necessario riposo porta allo stress e all’agitazione».
    3. «L’impietrimento» mentale e spirituale. È di quelli che «perdono la serenità interiore, la vivacità e l’audacia e si nascondono sotto le carte diventando “macchine di pratiche” e non uomini di Dio», incapaci di «piangere con coloro che piangono e gioire con coloro che gioiscono!». (Segue)

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per un’economia a misura di uomo e rispettosa della giustizia e del creato

     

    Don’t forget: Il Banco Farmaceutico

    Ieri sera nella sala mensa del Patronato via Gavazzeni 3 si sono trovati per un momento conviviale e di verifica i volontari bergamaschi del Banco Farmaceutico che ogni giorno, raccoglie e recupera – da donatori e aziende – farmaci per distribuirli a migliaia di strutture caritative che assistono chi non può permettersi l’acquisto di medicinali. Nato nel 2000 dall’iniziativa congiunta di Compagnia delle Opere e Feder-farma ha raggiunto cifre impressionanti: 13.752.531 i farmaci donati; 104.562.762 euro il valore dei farmaci; 1.818 gli enti convenzionati (fra cui il Patronato S. Vincenzo) 539.974 le persone assistite ogni anno.

     

     

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