Lunedì 7 novembre 2022

     

    XXXII Settimana tempo ordinario

     

    Aforisma del giorno di Meister Eckhart

    Se ami te stesso, ami gli altri come ami te stesso. Finché amerai un’altra persona meno di te stesso, non riuscirai mai ad amare te stesso.

     

    Preghiera del giorno salmo 118, 17-24 (3.a parte)

    Sii buono con il tuo servo, o Signore, e avrò vita, custodirò la tua parola. Aprimi gli occhi perché io veda le meraviglie della tua legge. Io sono straniero sulla terra, non nascondermi i tuoi comandi.

    Io mi consumo nel desiderio dei tuoi precetti in ogni tempo. Tu minacci gli orgogliosi; maledetto chi devìa dai tuoi decreti. Allontana da me vergogna e disprezzo, perché ho osservato le tue leggi.

    Siedono i potenti, mi calunniano, ma il tuo servo medita i tuoi decreti. Anche i tuoi ordini sono la mia gioia, miei consiglieri i tuoi precetti.

     

    Santo del giorno

    Vincenzo Grossi, figlio di un mugnaio, attese a lungo prima di poter entrare in Seminario, per aiutare i familiari nel lavoro. Iniziò gli studi nel 1866 e fu ordinato prete nel 1869. Dapprima ebbe l’incarico di vicario in alcune parrocchie, poi nel 1873 parroco a Regona di Pizzighettone e dal 1883 a Vicobellignano.

    Convinto della necessità di educare i giovani, particolarmente le ragazze, con l’aiuto di donne da lui seguite spiritualmente, fondò l’Istituto Figlie dell’Oratorio, sotto la protezione di S. Filippo Neri, perché si dedicasse alla educazione e formazione delle ragazze dei paesi di campagna e delle periferie delle città.

    Guidò sia le suore sia la parrocchia, con mitezza e generosità. Morì per una peritonite fulminante il 7-11-1917, presso la parrocchia di Vicobellignano. Beatificato da Paolo VI il 1°-11-1975, è stato canonizzato da papa Francesco il 18 ottobre 2015.

     

    Parola di Dio del giorno Luca 17,1-6

    Gesù disse ai suoi discepoli: «È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una màcina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli.

    State attenti a voi stessi! Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai».

    Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe».

     

    Riflessione del giorno – Frammenti di vita

    “Non si è limitato a dirmi che non sente più niente per me, ma ha affondato il coltello dicendomi che ha conosciuto un’altra e hanno iniziato a frequentarsi”. Più che disperata la donna appare incredula, smarrita: “Ma io gli ho sempre voluto bene: dov’è che ho sbagliato?”.

    Mi viene in mente che durante il covid19 uno dei segnali del contagio era la perdita di sensibilità dell’olfatto e del gusto: se non sentivi più niente, era segno che eri malato. In questi casi invece è quello dei due che “non sente più niente” ad accusare l’altro (che invece sente) di essere malato cioè colpevole.

    Non è tutto: in un tempo in cui la confessione sacramentale è una pratica in via di estinzione, quello che “non sente più niente”, chissà perché si sente mosso dall’insano bisogno di confessare all’altro i suoi tradimenti e infedeltà. Alla stravagante confessione, il tizio fa seguire un’autoassoluzione in piena regola, che di solito motiva così: “Io voglio essere onesto con te e non nasconderti nulla”.

    Certo un matrimonio può anche finire, ma c’è modo e modo…e questo è il peggiore. Persino colui che, dopo aver venduto il maestro per trenta denari, ha completato l’opera impiccandosi, se ne è guardato bene dal gettare la colpa su colui che dal suo tradimento era stato messo in croce.     

                 

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Perché il viaggio del Papa in Bahrein favorisca il dialogo fra il Cristianesimo e l’Islam in vista di una convivenza pacifica dei popoli e delle religioni.

     

    Don’t Forget! Personaggi illustri e grandi cristiani

    Don Divo Barsotti 1914-2006

    Divo Barsotti nacque a Palaia, Pisa, il 25-4-1914. Spirito vivace, inquieto, era preso dal problema di Dio e a 14 anni aveva già letto i grandi romanzi russi e i principali classici, aveva composto poesie, per il suo insaziabile bisogno di sapere e conoscere. Fu ordinato prete il 18-7-1937: avrebbe voluto andare in missione, ma lo scoppio della 2.a guerra mondiale fece sì che rimanesse in Italia.

    Visse il periodo bellico ritirato nella casa paterna per volere del vescovo di S. Miniato. Nel 1945 si trasferì a Firenze, il che gli diede l’occasione di entrare in contatto con il vivace cattolicesimo fiorentino di David Maria Turoldo, Ernesto Balducci, Giovanni Papini, Nicola Lisi, don Lorenzo Milani, Giorgio La Pira.

    Le sue prime opere di successo furono «Cristianesimo russo» e «Il Mistero cristiano nell’ anno liturgico», che lo resero famoso in Italia e all’estero. Fu uno dei primi a studiare e far conoscere in Italia santi del monachesimo russo ed orientale quali S. Sergio di Radonez, S. Serafino di Sarov e la spiritualità del pellegrino russo.

    Coi suoi studi si avvicinò agli scrittori spirituali d’oltralpe ed entrò in contatto epistolare con Von Balthasar (che fu anche suo direttore spirituale), Evdokimov, Bouyer, Merton, Danielou e altri. Negli anni ’50 si ritirò in un eremo sui colli fiorentini, che dedicò a S. Sergio di Radonez, e raccolse attorno a sé giovani che volevano vivere un’esperienza monastica sotto la sua guida.

    Si costituì così una famiglia religiosa che egli denominò Comunità dei figli di Dio, di carattere contemplativo sullo stile del monachesimo russo, sobrio e penitente, vicino al mondo e ai problemi della gente. Collaborò con riviste teologiche e insegnò Teologia spirituale e Teologia sacramentaria per un trentennio presso lo Studio Teologico di Firenze. Venne chiamato da monasteri, Seminari, gruppi di laici.

    I suoi corsi di esercizi e la sua predicazione erano memorabili: la sua parola era appassionata, viva, profonda, energica. Nel 1971 fu chiamato in Vaticano a predicare gli esercizi spirituali al Papa Paolo VI e ai membri della Curia Romana. Il suo messaggio si può condensare nella sua proposta di una vita mistica accessibile a tutti: la sua spiritualità infatti è contemplativa, ma da viversi nella vita ordinaria, comune.

    Morì il 15 febbraio 2006 nel suo eremo a Settignano (Firenze) circondato dai suoi giovani monaci. La sua eredità è costituita da almeno 170 libri pubblicati in diverse lingue e centinaia di articoli e studi. La Comunità dei Figli di Dio è presente in Italia e nel mondo con 2.000 membri che si vogliono impegnare alla preghiera vivendo in case di vita comune oppure stando nel mondo (sposati o non sposati) come consacrati laici, che sono come dei “monaci nel mondo” il cui monastero interiore è la città, la famiglia, l’ufficio di lavoro. Alla sua morte, don Divo fu definito dalla stampa nazionale italiana, anche quella laica, «l’ultimo mistico del Novecento».

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