martedì 7 maggio ’19

    3a Settimana di Pasqua

     

     

    nell’immagine un dipinto di Matteo Massagrande

     

     

    Proverbio del Giorno

    Quando il pastore è cieco il gregge si disperde. (Isaac B. Singer, Gimpel l’idiota, 1957)

     

    Iniziamo la Giornata Pregando (Preghiera)

    O Gesù salvatore, seguendo te noi scegliamo di amare, di non indurire mai il nostro cuore. Tu vuoi per noi la gioia che viene dal Vangelo. E quando le nostre profondità sono invase da nuvole scure, una via resta però aperta, quella di una fiducia serena. Amen

     

    ALBERTO DA VILLA D’OGNA.

    Nacque intorno al 1214 a Villa d’Ogna da famiglia contadina. Pio e laborioso, si sposò senza tralasciare le opere di pietà e carità. La sua illimitata generosità verso i poveri rese dura la convivenza con la moglie. L’ostilità dei compaesani lo costrinse ad allontanarsi dal paese natio e a riparare a Cremona. Qui entrò nel Terz’Ordine secolare e spese la vita in opere di pietà e carità

     

    Parola di Dio del Giorno (Giovanni 6,30-35)

    In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete»

     

    La riflessione del giorno (nuove lettere di berlicche)

    Ci sono le grandi strade veloci. Quelle a corsie multiple, nastri d’asfalto diritti, dove fermarsi è vietato, sostare non è sicuro. Di solito non è che ti godi il viaggio, quello che a te interessa è arrivare. E prima arrivi meglio è: nessuno si sognerebbe di prolungare, desiderare un’aggiunta di chilometri. Poi ci sono le vie strette. Se non ci fai attenzione non le vedi neanche. Partono da dietro la curva, entrano nel bosco, tra gli alberi. E’ bello percorrerle, te ne godi ogni minuto, e quando sei arrivato dall’altra parte avresti desiderato quasi quasi fossero state un po’ più lunghe. La via larga è un mezzo per andare da qui a là. Ma il tempo che ci trascorri sopra è perduto. E’ la strada che imbocchiamo di solito, perché tutto ci spinge ad avere fretta, a correre e correre senza guardarci intorno. E, quando siamo arrivati, ci tocca già ripartire. Ogni destinazione è provvisoria. La via stretta, invece, è la risposta alla domanda: cosa è meglio per me?

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché la santità continui a fiorire nella nostra terra.

     

    Don’t Forget… – 262° quadro: “1.000 quadri più belli del mondo”

    BATTISTELLO CARACCIOLO: LIBERAZIONE DI SAN PIETRO,1615 – olio su tela – cm 310 x 207 – Napoli – Pio Monte Misericordia

     

    Giovanni Battista Caracciolo, detto Battistello (1578–1635) fu un importante seguace di Caravaggio a Napoli. La “liberazione di S. Pietro” è un dipinto commissionatogli per illustrare una delle attività del Pio Monte di Misericordia di Napoli. L’angelo è sceso dal cielo per liberare Pietro dalla prigione. L’apostolo lo segue timoroso offrendo il braccio destro. Il volto esprime incredulità e quasi paura di essere scoperto; avanza cautamente col braccio sinistro sollevato. Indossa una veste scura e un ampio mantello marrone, il capo è calvo e la barba, folta, incornicia il viso. L’angelo ha sembianze di un ragazzo ed è avvolto da una tunica bianca stretta in vita dalla corda. A terra, giacciono i soldati addormentati che non si accorgono di nulla. Intorno, l’ambiente è completamente buio. Si distinguono solo le ali dell’angelo, una porta e una finestra a sinistra. La liberazione di S. Pietro intende illustrare l’opera di liberazione dei carcerati compiuta dal Pio Monte della Misericordia. L’ente benefico fu fondato nel 1602 da 7 giovani nobili napoletani il cui impegno aveva come obiettivi quelli di riscattare gli schiavi cristiani, di assistere i detenuti, di liberare i condannati per debiti, di dare assistenza ai pellegrini, di assistere i malati e i poveri. Si tratta di uno dei dipinti più importanti del ‘600 napoletano. Diversi sono i richiami stilistici che rimandano al famoso quadro delle Sette opere di Misericordia di Caravaggio che decora l’altare maggiore della stessa chiesa.

     

     

     

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