mercoledì 9 dicembre ’20

     

     

     

    nell’immagine un dipinto di Ppeter Vilhelm Ilsted

     

    IIa  settimana di avvento

     


    Proverbio del giorno

    Il giovane cammina più veloce dell’anziano, ma l’anziano conosce la strada.

     

    Preghiera del giorno (card. G. Battista Montini)

    Signore che provvedi ai gigli dei campi e agli uccelli dell’aria, che li nutri e li fai vivere, manifesta anche su di me la tua provvidenza paterna. Aiutami, mio Dio, a incontrare persone buone e rette e metti nei cuori di tutti il senso della giustizia, della rettitudine e della carità. Guarda, Padre, la nostra famiglia che fiduciosamente aspetta da te il pane quotidiano. Rasserena la nostra vita, fortifica i nostri corpi, perché possiamo corrispondere più facilmente alla tua grazia divina e, nelle preoccupazioni e angustie, facci sentire il tuo amore paterno. Amen

     

    Santo del giorno – JUAN DIEGO CUAUHTLOTATZIN

    el dicembre 1531 la Madonna apparve a Guadalupe, in Messico, scegliendo come interlocutore un povero indio, Juan Diego, nato verso il 1474 e morto nel 1548, che prima di convertirsi al cattolicesimo portava un affascinante nome azteco, Cuauhtlotatzin, che sta a significare “colui che parla come un’aquila”. Cuauhtlotatzin fu tra i primi a ricevere il battesimo, nel 1524, all’età di 50 anni, con il quale gli fu imposto il nuovo nome cristiano di Juan Diego, e con lui venne battezzata anche la moglie Malintzin, che prese a sua volta il nome di Maria Lucia. Rimasto vedovo dopo solo quattro anni di matrimonio, orientò tutta la sua vita a Dio. Dopo le apparizioni della Vergine sulla collina del Tepeyac visse santamente per 17 anni in una casetta che il vescovo Zumàrraga gli aveva fatto costruire a fianco della cappella eretta in onore della Vergine di Guadalupe. Giovanni Paolo II nel 1990 lo ha dichiarato beato, per proclamarlo infine santo nel 2002.

     

    <Parola di Dio del giorno Mt 11,28-30

    In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

     

    Walter Bonatti

    Riflessione del giorno

    L’essere umano contemporaneo vive in città, mangia senza fame e beve senza sete, si stanca senza che il corpo fatichi, ricorre il proprio tempo senza raggiungerlo mai. E’ un essere imprigionato, una prigione senza confini da cui è quasi impossibile fuggire. Alcuni esseri umani però a volte, hanno bisogno di riprendersi le proprie vite, di ritrovare una strada maestra. Non tutti ci provano. In pochi ci riescono.

    – Walter Bonatti –

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché la Chiesa, luce delle genti, testimoni con la sua vita che in Cristo ogni tenebra è vinta, ogni colpa perdonata, ogni morte redenta.

     

    Don’t forget! Storia dei martiri cristiani – 7a parte

    LE CATACOMBE

    Nascono a Roma tra la fine del II e gli inizi del III secolo d.C., con il pontificato di papa Zefìrino (199-217) che affidò al diacono Callisto, il quale diverrà papa (217-222), il compito di sovrintendere al cimitero della Via Appia, dove saranno seppelliti i più importanti pontefici del III secolo. L’uso di seppellire i defunti in ambienti sotterranei era noto già agli etruschi, ai giudei e ai romani, ma con il cristianesimo nacquero dei sepolcreti ipogei molto più complessi ed ampi, per accogliere in un’unica necropoli tutta la comunità. Il termine antico per designare questi monumenti è coemeterium, che deriva dal greco e significa “dormitorio”, sottolineando con ciò il fatto che per i cristiani la sepoltura non è altro che un momento provvisorio, in attesa della resurrezione finale. Il termine catacomba, esteso a tutti i cimiteri cristiani, definiva, in antico, soltanto il complesso di S. Sebastiano sulla Via Appia. Nelle catacombe vennero sepolti i martiri uccisi durante le cruente persecuzioni volute dagli imperatori Decio, Valeriano e Diocleziano. Intorno alle tombe dei martiri si sviluppò, ben presto, una forma di culto da parte dei pellegrini che lasciavano i loro graffiti e le loro preghiere presso questi sepolcri eccezionali. I cristiani cercavano di sistemare le sepolture dei loro defunti il più vicino possibile alle tombe dei martiri perché si riteneva che anche in paradiso si sarebbe stabilita questa mistica vicinanza. I pareri degli studiosi in merito alle catacombe sono divergenti. Secondo alcuni infatti le catacombe per i primi Cristiani erano rifugi in cui ripararsi dalle persecuzioni, secondo altri luoghi dove riunirsi per onorare i morti – specialmente martiri e Papi – solitamente con banchetti.

    Cecilia, di nobile famiglia romana, fu martirizzata nel terzo secolo. Sepolta dove ora si trova la sua statua, fu qui venerata per almeno cinque secoli. Nell’821 le sue reliquie furono trasportate in Trastevere nella basilica a lei dedicata. La Statua di Santa Cecilia è una copia della celebre opera del Maderno, scolpita nel 1599. La cripta era tutta decorata con affreschi e mosaici. Sulla parete vicino alla statua c’è un’antica immagine di Santa Cecilia, più sotto, in una piccola nicchia è raffigurato il Salvatore; accanto è dipinto il papa martire Sant’Urbano. Su una parete del lucernario si vedono le figure di tre martiri: Policamo, Sebastiano e Quirino.

     

     

     

     

     

     

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