Venerdì 11 novembre 2022

     

    XXXII Settimana tempo ordinario

     

    Aforisma del giorno di Meister Eckhart

    Non si deve cercare niente, né conoscenza né scienza, né interiorità né devozione né pace, ma solo la volontà di Dio.

     

    Preghiera del giorno Salmo 118,49-56 (7.a parte)

    Signore, ricorda la promessa fatta al tuo servo, con la quale mi hai dato speranza. Questo mi consola nella miseria: la tua parola mi fa vivere. I superbi mi insultano aspramente, ma non devìo dalla tua legge.

    Ricordo i tuoi giudizi di un tempo, Signore, e ne sono consolato. M’ha preso lo sdegno contro gli empi che abbandonano la tua legge.

    Sono canti per me i tuoi precetti, nella terra del mio pellegrinaggio. Ricordo il tuo nome lungo la notte e osservo la tua legge, Signore. Tutto questo mi accade perché ho custodito i tuoi precetti.

     

    Santo del giorno

    S. Martino

    Nasce in Pannonia (Ungheria) da pagani ed è istruito sulla fede cristiana ma non battezzato. Figlio di un ufficiale romano, si arruola, giovanissimo, nella cavalleria imperiale, prestando servizio in Gallia.

    È in quest’epoca che si colloca l’episodio famoso di lui a cavallo, che con la spada taglia in due il suo mantello militare, per difendere un mendicante dal freddo. Lasciato l’esercito nel 356, già battezzato, raggiunge a Poitiers il vescovo Ilario che lo ordina esorcista (1° passo verso il sacerdozio).

    Dopo alcuni viaggi torna in Gallia, dove è ordinato prete da Ilario. Nel 361 fonda a Ligugé una comunità di asceti, considerata il 1° monastero d’Europa.

    Nel 371 è eletto vescovo di Tours, ma risiede in un altro monastero da lui fondato a Marmoutier. Si impegna con tutte le ue forze per portare la fede cristiana nelle campagne. Muore a Candes nel 397.

     

    Parola di Dio del giorno Luca 17,26-37

    Gesù disse ai discepoli: «Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie o marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti. Come avvenne nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sodoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti.

    Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà. In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot. Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva.

    Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata». Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi».

     

    Riflessione del giorno di Charles de Foucauld, “La pace verrà”

    Se credi che un sorriso è più forte di un’arma, se credi alla forza di una mano tesa, se credi che ciò che riunisce gli uomini è più importante di ciò che li divide, se credi che essere diversi è una ricchezza e non un pericolo, se sai scegliere tra la speranza o il timore, se pensi che sei tu che devi fare il primo passo piuttosto che l’altro, LA PACE VERRÀ.

    Se lo sguardo di un bambino disarma ancora il tuo cuore, se sai gioire della gioia del tuo vicino, se l’ingiustizia che colpisce gli altri ti rivolta come se la subissi tu, se per te lo straniero che incontri è un fratello, se sai dare gratis un po’ del tuo tempo per amore, se sai accettare che un altro ti renda un servizio, se dividi il tuo pane e sai aggiungere a esso un pezzo del tuo cuore, LA PACE VERRÀ.

    Se credi che il perdono ha più valore della vendetta, se sai cantare la gioia degli altri e dividere la loro allegria, se sai accogliere il misero che ti fa perdere tempo e guardarlo con dolcezza, se sai accogliere e accettare un fare diverso dal tuo, se credi che la pace è possibile, LA PACE VERRÀ.

     

    Intenzione di Preghiera per il giorno

    Per la Caritas diocesana e per tutte le istituzioni e organismi che esercitano la carità e il servizio verso gli ultimi e i diseredati.

     

    Don’t Forget! Santi della carità

    S. Emiliano della Cocolla IV secolo (+574)

    Emiliano della Cocolla è così chiamato dalla località nella quale nacque in Castiglia, nella provincia di Logroño, presso un cocuzzolo montano detto ” La Cocolla ” per la sua strana forma che ricorda il cappuccio dei monaci (in latino “cocolla”).

    La vita di questo Santo spagnolo, vissuto nel VI secolo con la penisola iberica sotto dominio Visigoto, ci è stata narrata dal monaco Braulione, Vescovo di Saragozza. Emiliano nacque in Castiglia da una famiglia di pastori, e da ragazzo seguì anch’egli le pecore al pascolo, vincendo la solitudine col suono di una rudimentale cetra.

    A vent’anni abbandonò la vita pastorale per mettersi sotto la guida di un eremita, e quando si sentì abbastanza temprato nel corpo e nello spirito, inizio la sua vita solitaria, fatta di penitenza e di preghiera. La sua fama si diffuse e per sfuggire ai devoti e ai curiosi, si ritirò su un monte difficile da raggiungere dove rimase per 40 anni, diventando un personaggio quasi leggendario.

    Il Vescovo di Tarazona, colpito dalla sua virtù, pensò di ordinare prete l’anziano eremita e di farlo parroco. Il risultato però fu imprevisto: padre Emiliano si dedicò a soccorrere i poveri e i bisognosi della sua parrocchia con tanta generosità e abnegazione da suscitare scandalo negli altri colleghi parroci, che non erano dello stesso stampo!

    Accusato ingiustamente di sperperare i beni della Chiesa, fu allontanato dal Vescovo (a malincuore) dalla parrocchia: lieto di tornare nella solitudine dei monti, fu però seguito da un discepolo, di nome Asello (= “asinello”) umile e paziente come un animale da soma: egli fu il primo membro di una comunità che pian piano si raccolse e si moltiplicò intorno al Santo penitente, il quale morì quasi centenario nel 574.

    Fu pianto da tutti e la fama della sua santità si diffuse attorno a due monasteri, a lui dedicati, uno sul piano, uno sul colle, e detti “da alto” e “da basso” a indicare la duplice direzione della santità del monaco spagnolo, tra le altezze dell’ascesi e i doveri della carità verso il prossimo.

     

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