venerdì 15 dicembre ’17

    2a settimana di Avvento

     

    nell’immagine una fotografia di Luca Campigotto

     

     

    Proverbio del Giorno

    «Ogni libro va masticato per estrarne il succo (Cina)»

     

    Iniziamo la Giornata Pregando

    Signore, tu ci hai nascosto il giorno e l’ora, in cui il Cristo tuo Figlio, Signore e giudice della storia, apparirà sulle nubi del cielo rivestito di potenza e splendore. In quel giorno passerà il mondo presente e sorgeranno cieli nuovi e terra nuova. Ora egli viene incontro a noi in ogni uomo e in ogni tempo, perché lo accogliamo nella fede e testimoniamo nell’amore la beata speranza del suo regno.

     

    MARIA CROCIFISSA DI ROSA

    Il padre è imprenditore bresciano; la madre, nobile bergamasca, muore quando Paola Francesca ha 11 anni: entra nel collegio e ne esce a 17 anni. Nonostante il padre per lei preferisca il matrimonio, la giovane decide di restare fedele al voto di castità fatto in istituto. Mandata a dirigere una fabbrica di filati di seta di proprietà dal padre, si dedica a organizzare aiuti per i bisognosi, all’istruzione religiosa femminile ecc. Insieme ad altre giovani, aiuta le vittime del colera del 1836. Nel 1851 la comunità ottiene l’approvazione come congregazione, col nome di Ancelle della Carità. Nel 1852 pronuncia i voti come Sr. Maria Crocifissa. Muore a Brescia nel 1855.

     

    La Parola di Dio del giorno (Mt 11,16-19)

    Gesù disse alla folla: «A chi paragonerò io questa generazione? Essa è simile a quei fanciulli seduti sulle piazze che si rivolgono agli altri compagni e dicono: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto. E’ venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e hanno detto: Ha un demonio. E’ venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. Ma alla sapienza è stata resa giustizia dalle sue opere». 

     

    Riflessione Per Il Giorno (Card. Ravasi: Mattutino)

    Chi è affamato non ha scelta: il suo spirito non proviene da dove lui vorrebbe, bensì viene dalla sua fame. Nella marcia terrificante dei quattro cavalieri dell’Apocalisse, il terzo cavalca un destriero nero e regge in mano una bilancia con la quale pesa con parsimonia e a prezzi elevati le derrate alimentari: è il simbolo della fame, che anche noi talora definiamo come “nera”, e delle carestie che imperversano sul nostro pianeta (6,5-6). Una tragedia che umilia non solo il corpo riducendolo a una larva, ma anche l’anima che riesce appena a emettere il desiderio istintuale di sopravvivenza. È ciò che ricorda, in un diario curiosamente intitolato «d’antepace» (così come ne aveva scritto uno «di dopoguerra»), lo scrittore svizzero tedesco Max Frisch (1911-1991), particolarmente sensibile ai temi sociali e all’egoismo della società capitalistica. Scherzando, un giorno lo scrittore inglese Chesterton confessò: «Ieri in metropolitana ho avuto il piacere di offrire il mio posto a tre signore!». Sì, per noi l’incubo è l’obesità, il comandamento del dopo-feste sarà la dieta e l’impulso dominante ora è l’acquisto, anticamera dello spreco. Per questo, è importante seguire quel cavallo nero per non farci dimenticare coloro il cui incubo è la fame, il cui comandamento è sopravvivere e l’impulso è il rovistare nell’opulenta spazzatura del nostro sperpero. Scriveva san Paolo: «Cristo, da ricco che era, si fece povero, perché voi diventaste ricchi della sua povertà» (2 Corinzi 8,9).

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per il nostro Vescovo di Bergamo e per tutti i Vescovi d’Italia e del mondo

     

    Don’t Forget!

    Voce dei terremotati del Belice che vivevano nelle baracche, pastore in terra di camorra quando i morti si contavano a centinaia, è morto monsignor Antonio Riboldi, per tutti don Antonio, vescovo emerito di Acerra (Napoli). Il decesso all’alba, a 94 anni, a Stresa, in Piemonte, presso la casa dei rosminiani. “Sono milanese, ma non mi pento di aver scelto di vivere qui per il resto della mia vita”, disse emozionato, ricevendo la cittadinanza onoraria di Acerra. “Sono confuso per la stima che mi viene mostrata, non è facile trovare persone che hanno stima per un prete”.

     

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