venerdì 20 gennaio ’17

    2.a Settimana del Tempo Ordinario

     

    Iniziamo la Giornata Pregando (preghiera per l’unità dei cristiani)

    Dio misericordioso, insieme a coloro che invocano il nome del Signore, nella nostra fragilità udiamo la tua chiamata a essere santi. Infatti, Tu ci hai resi una tua proprietà particolare, un regno di sacerdoti, una nazione santa. Per la potenza del tuo Santo Spirito, avvicinaci nella comunione dei santi e rafforzaci nel compiere la tua volontà e nel proclamare i prodigi di Cristo Gesù nostro Signore. Amen.

     

    FABIANO PAPA SEBASTANO MARTIRE

    Fabiano fu papa dal 236 al 250: con lui la figura del vescovo di Roma assunse tale prestigio da destare preoccupazione nell’imperatore Decio, sotto il quale subì il martirio. Sebastiano, originario di Milano, venne a Roma al tempo in cui infuriavano le persecuzioni e vi subì la passione. Per il tipo di martirio è con S. Rocco patrono degli appestati.

     

    La Parola di Dio del giorno (Marco 3,13-19)

    In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui.  Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demoni.  Costituì dunque Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro; poi Giacomo di Zebedeo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè figli del tuono e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì.

     

    Riflessione Per Il Giorno (a proposito di confessione…)

    La confessione non serve a niente se ci si comporta nei seguenti modi:

    1. Confessare i peccati altrui invece dei propri (confidare le malefatte della nuora, dell’inquilino del piano di sopra e i difetti del parroco, dopo aver accertato che il confessore non sia il parroco).
    2. Fare l’elenco dei propri peccati, con la preoccupazione di dire tutto e tirare un sospiro di sollievo a elenco è finito. L’assoluzione è solo una specie di saluto e augurio.
    3. Confessarsi per giustificarsi, per dire a se stesso e al confessore: «In fondo non ho fatto niente di male». Il pentimento è un sentimento dimenticato.
    4. Confessare tutto, eccetto i peccati più gravi («perché se no non mi assolve»).
    5. Presentarsi al confessore con la dichiarazione: «Io non ho niente da confessare».
    6. Confessarsi perché «me l’ha detto la mamma (o il papà o la moglie o la zia…)».
    7. Parlare con il confessore del più e del meno e concludere: «La ringrazio che mi ha ascoltato!».
    8. Approfittare per confessarsi della presenza di un confessore («Non avevo neanche in mente di confessarmi, ma ho visto che era libero…»).
    9. Confessarsi perché è giusto farlo ogni tanto.
    10. Confessarsi per evitare che il confessore sia venuto per niente.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per la Chiesa Anglicana (Inglese) e Presbiteriana (Americana)

     

    E…don’t forget

    EVENTO PRINCIPALE DELL’ANNO 17 DI OGNI SECOLO: SECOLO XIV – ANNO 1317

    La Grande carestia del 1315-1317 fu la prima di una serie di crisi che su vasta scala colpirono il Nord Europa agli inizi del XIV secolo, causando milioni di morti per molti anni e ponendo fine al periodo di crescita e prosperità che durava dall’XI al XIII secolo. Cominciando con il cattivo tempo nella primavera del 1315, il periodo di cattivi raccolti durò fino all’estate 1317; l’Europa non si riprese completamente fino al 1322. Fu periodo segnato da livelli di attività criminale, malattie e morte diffusa, infanticidio e cannibalismo estremi. Ebbe conseguenze sulla Chiesa, sullo Stato, sulla società europea e sulle calamità che ebbero a seguire nel XIV secolo.

     

    157° quadro della serie: “I 1.000 quadri più belli del mondo”

    DOSSO DOSSI: MELISSA. 1522/24 Olio su tela 176 x 174 cm Galleria Borghese Roma

     

    Giovanni di Niccolò Luteri, detto Dosso Dossi (1474 –1542), fu artista attivo alla corte ferrarese degli Este nel primo ‘500, l’epoca dell’Ariosto, delle cui evocazioni fantastiche fu suggestivo interprete. ll soggetto dell’opera è affascinante: una maga che compie un incantesimo. A lungo si è creduto che  fosse Circe, che nell’Odissea trasforma i compagni di Ulisse in porci. Recentemente si è fatta un’altra ipotesi: sarebbe Melissa, la maga dell’Orlando Furioso, che libera i cavalieri cristiani e saraceni dal palazzo della malvagia Alcina, dove erano stati trasformati in pietre, alberi, animali, e restituisce loro le armi (l’armatura a sinistra). Il cane e l’uccello sarebbero paladini trasformati, mentre i manichini appesi all’albero sarebbero paladini nello stadio intermedio tra l’incantesimo e la liberazione. I tre uomini che discorrono sullo sfondo sarebbero, infine, i paladini già liberati. Corrisponde al quadro anche la descrizione della fanciulla, che, nell’Orlando Furioso, ha un “viso giocondo” e una “ricca vesta”.

    Non bisogna inoltre dimenticare che Ariosto era il poeta di corte degli Estensi a Ferrara come Dosso Dossi ne era il pittore e che proprio in quegli anni usciva la 1.a edizione dell’Orlando Furioso (1516). L’opera fu commissionata da Alfonso d’Este e portata a Roma quando Ferrara divenne parte dello Stato della Chiesa. La luce forte e vibrante e i colori accesi che caratterizzano il dipinto sono eredità della pittura veneta, in particolare di Giorgione e Tiziano, dai quali Dosso attinse la tecnica pittorica. In quegli anni infatti si era diffuso a Venezia un nuovo modo di dipingere che prevedeva un uso del pennello molto più libero e veloce. Il colore veniva dato attraverso pennellate che, se viste da vicino risultavano caotiche, a distanza davano invece il senso di luce e vibrazione atmosferica. Il volto di Melissa potrebbe essere quindi un omaggio a Tiziano, essendo quasi identico a quello della fanciulla che simboleggia l’Amor Profano della Galleria Borghese a Roma.

     

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