venerdì 22 settembre ’17

    XXIV settimana del tempo ordinario

     

    nell’immagine un quaqdro di Federico Zandomeneghi

     

    Proverbio del Giorno

    La spada ha due fili taglienti, la lingua ne ha cento. (Proverbio turco)

     

    Preghiera del giorno Preghiera di G. Alberione

    Quel che mi accadrà oggi, mio Dio, non lo so. Tutto quello che so è che nulla mi accadrà che tu non abbia preveduto e disposto per il mio maggior bene da tutta l’eternità. Questo solo mi basta. Ti domando in nome di Gesù Cristo e per i suoi innumerevoli meriti la pazienza nelle tribolazioni e la perfetta accettazione, perché tutto quello che tu vuoi o permetti che accada, sia per la tua gloria e per la mia santificazione. Amen.

     

    Maurizio, Candido, Exuperio, Vittore e compagni Martiri.

    Euleterio, vescovo di Lione, narra di centinaia di soldati martiri capitanati da Maurizio e appartenenti alla legione “tebea” che furono sterminati perché si rifiutarono di andare in Gallia a perseguitare cristiani. Nel Vallese, dove il loro culto è molto antico, nel 1893 è stata trovata una basilica risalente a quell’epoca

     

    La Parola di Dio del giorno Lc 8,1-3

    In quel tempo, Gesù se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Magdala, dalla quale erano usciti sette demoni, Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni. 

     

    Riflessione Per Il Giorno (G. K. Chesterton)

    A ogni angolo di strada possiamo incontrare qualcuno che ci viene incontro con la pazzesca e blasfema dichiarazione che egli potrebbe anche avere torto. Ogni giorno ci imbattiamo in qualcuno il quale ci dice che, naturalmente, la sua opinione potrebbe anche non essere giusta. Ma, evidentemente, la sua opinione deve essere quella giusta o altrimenti non sarebbe la sua opinione. Di questo andazzo rischiamo di tirar su una razza di uomini di tale umiltà mentale che non oseranno credere nemmeno alla tavola pitagorica. Corriamo il rischio di vedere filosofi che dubitano della legge di gravità come se fosse una loro fantasia. Gli scettici beffardi di una volta non si lasciavano convincere perché troppo orgogliosi; quelli d’oggi perché troppo umili (o insicuri?). E se è vero che secondo il Vangelo la terra spetta ai pacifici, i moderni scettici sono troppo pacifici anche per reclamare la loro parte di eredità.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per i carcerati e tutte le persone in attesa di giudizio

     

     

    Don’t forget: 22-09-1968:

    Muore don Carlo Avogadro, PSV

     

    185° quadro della serie: “i 1000 quadri più belli del mondo”

    QUENTIN METSYS, IL BANCHIERE E SUA MOGLIE 1514 circa – Olio su tavola – 71 x 67 cm   Parigi, Museo del Louvre

     

    Quentin Massys (1466 – 1530), è un pittore fiammingo, famoso nella sua epoca e sperimentatore di nuovi tipi d’arte. Del “Giotto fiammingo” si sa solo che nasce a Lovanio da umile padre, presto scappa di casa per dedicarsi all’arte, riesce a padroneggiare il pennello e diventa in breve una promessa artistica. Sappiamo che il pittore ebbe due figli che ne infangarono il nome firmandosi a nome suo. Fra le sue opere più celebri c’è la nostra: il quadro firmato e datato 1514 sulla pergamena sopra il libro, in altro a destra, è una pietra miliare nella storia della pittura a soggetto secolare. Raffigurazione tenera e meditativa di un momento di vita quotidiana (derivata da un prototipo perduto di Jan van Eyck) questo quadro è all’origine di una vasta serie di repliche e copie. I due coniugi sono assorti nei loro compiti e nelle implicazioni pratiche e morali degli stessi: il marito (banchiere, cambiavalute, usuraio? Chiunque sia, è uno che ha a che fare coi soldi) esamina la bilancia, e si inclina verso la moglie per chiederle consiglio. La donna, tenendo la mano sul libro di preghiere per non perdere il segno, osserva con l’aria di chi è consapevole che c’è ben poco di divino nel commercio.

    Le preoccupazioni della coppia sono antitetiche: alla scaltrezza mercantile dell’uno fa riscontro l’umiltà della fede dell’altra e l’opposizione tra sacro e profano è ribadita dai tanti accessori: ad es. lo specchio convesso sul tavolo che riflette un lettore seduto accanto alla finestra a forma di croce, è un evidente richiamo alla fede, come il rosario appeso dietro all’uomo e altri oggetti sulle mensole. Anche i due personaggi che si intravedono a destra, all’esterno della stanza, sono un’allusione al fatto che il mondo è assediato da chiacchiere oziose. E’ un’opera bellissima non solo per le qualità della composizione (qualità di fattura, resa, disegno, colore) ma per i tanti significati psicologici, sociologici, storici, economici nascosti nell’iconografia.

     

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