venerdì 26 febbraio ’21

     

     

    nell’immagine un dipinto di Alexei Isupov

     

    1.a settimana di Quaresima

     

    Proverbio del giorno – Africa

    Ogni tanto è bene scuotere l’albero dell’amicizia per far cadere i frutti marci.

     

     

    Preghiera del giorno

    E’ veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno. Con il digiuno quaresimale tu vinci le nostre passioni, elevi lo spirito, infondi la forza e doni il premio, per Cristo nostro Signore. Amen

     

    PORFIRIO DI GAZA

    Porfirio era nato intorno al 347 in un’agiata famiglia di Tessalonica. A 31 anni abbracciò la vita monastica nel deserto di Scete in Egitto. Da qui raggiunse Gerusalemme, dove distribuì i suoi beni ai poveri. Il vescovo di Gerusalemme nel 392 lo ordinò prete a 45 anni. Tre anni dopo, fu nominato vescovo di Gaza, dove guidò per 25 anni la comunità. Morì il 26 febbraio 420

     

    La parola di dio del giorno Mt 5,20-26

    Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: Stupido, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: Pazzo, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».

     

    La Riflessione del Giorno – Cose moderne

    In tivù ti dicono che le spugnette per i piatti vanno cambiate spesso perché vi si accumulano batteri. Ma non sono sempre intrise di detersivo per piatti & stoviglie, roba così potente che quando me ne andò uno schizzo in un occhio ci volle l’oculista, il quale mi informò che, appunto, era potente? E gli spot sulla casa così disinfettata che i bambini ci possono gattonare tranquilli? Poi all’asilo li fanno giocare appositamente con il terriccio, perché sono talmente sterilizzati da non avere più anticorpi. E i farmaci & presidi medici per ogni minimo disturbo? Il sogno dell’industria farmaceutica è un mondo di malati cronici. Un giorno e una notte io trascorsi su una branda in clinica a fare esami su esami, perché ogni esame rivelava che ce ne voleva un altro. Finché, stufo, non telefonai a un amico medico accademico, il quale mi disse: se non vai via te ne fanno altri dieci, visto che per ogni esame incassano. D’altra parte sono posti di lavoro e senza il consumismo saremmo terzo mondo. Il prezzo da pagare è, come dice il Papa, osservare un continuo discernimento.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché la quaresima ci aiuti a percorrere con entusiasmo la via del bene al seguito di Gesù. 

     

    Don’t Forget

    Il ricordo e il grazie

    Renzo Testa

    Morto il 12-03-2020

     

    S’è spenta anche la tempra creativa di Renzo Testa, storico protagonista del mondo della pubblicità. Aveva 85 anni e lascia la moglie, Franca Stefanelli, 5 figli (Simone, Davide, Gabriele, Marta, Sara) e i nipoti Enrico e Thomas. Se n’è andato in un paio di giorni: problemi respiratori da sospetta polmonite hanno piegato un fisico abituato a tenere il passo nella rapidità quotidiana che gli ha garantito tante soddisfazioni: a lungo direttore generale della Spm, la società di pubblicità de l’Eco di Bergamo, oltre che membro del Comitato regionale per le telecomunicazioni. «Per noi è stato un maestro in tutto e un padre affettuoso», dice il figlio Davide, che ricorda ancora quando, da ragazzino, il papà lo portava con sé mentre attraversava la provincia per raccogliere la pubblicità. «Prendi nota», gli suggeriva. Ecco, la pubblicità, il suo compimento anagrafico e professionale, una passione senza fine e non solo un mestiere iniziato a 18 anni: l’esordio alla Manzoni, come agente di commercio con l’amico d’infanzia Gino Brugnoli, poi alla Spe e infine alla Spm. Quando il giornale lanciò l’iniziativa di recuperare la casa natale, a Chiuppano (Vicenza), del fondatore da «L’Eco», Nicolò Rezzara, Testa rispose all’appello. Chi gli è stato vicino, da collaboratore e da amico, ne sottolinea la capacità del venditore, dell’uomo che sapeva annusare il mercato, di chi intuiva i mutamenti socio-economici per poi riversarli nell’invenzione del prodotto commerciale. Celebre la sua inviolabile agenda (cartacea) sottobraccio, un tesoretto con tutti i recapiti dei suoi clienti, il frutto di una professione iniziata a 18 anni per amor del rischio e per curiosità dell’ignoto, in realtà mai dismessa. Ha fatto scuola, ha dettato la linea e ha stabilito uno stile personalizzato via via raffinatosi con il tempo.

    Originario di Borgo Santa Caterina e residente a Torre Boldone, Testa non ha mai riposto i panni del pubblicitario, una bandiera sentimentale per lui, rimanendo sulle fasce laterali e disponibile a dare una mano a tutti. Ascoltare, capire, proporre. Un uomo di relazioni diffuse, a tutto campo, dotato di riconosciuta empatia, e non poteva che essere così per una personalità di estrazione popolare, origini di cui andava fiero: il legame con Santa Caterina, la sensibilità a suo tempo di un certo impegno politico in campo democristiano, la collaborazione con il senatore Vittorio Pessina, il dialogo e la vicinanza con tanti mondi. L’affetto per la famiglia ha affermato con coerenza il tono di un uomo generoso e di valori, mentre le passioni parallele (la pittura coltivata con discrezione, la musica classica ascoltata ovunque si trovasse, le escursioni ai laghi Gemelli, al Curò e al Coca) hanno definito i tratti di una persona alla mano, simpatica e gradevole. Mai condannato a stare fermo, quasi fosse indomabile con quel suo camminare svelto inseguendo una meta che stava nella sua testa, uno che cercava clienti con il metodo «porta a porta» e che spesso ha trovato amici. Ed era forse questo il segreto del suo protagonismo discreto, il suo modo d’essere: fino all’ultimo.

     

     

    ernesto aristolao

     

     

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