Yoga bagnato, yoga fortunato

    Siccome il figlio poco più che ventenne è ingovernabile, i genitori si rivolgono a me in cerca di un consiglio. Insieme riusciamo a fatica a convincerlo a un colloquio al quale il giovane si presenta con faccia cupa e atteggiamento irritante. Cerco di farlo parlare, ma uno così ha poco da dire e avrebbe piuttosto bisogno di una lezione o di qualcuno che gli faccia capire che è solo uno sciocco presuntuoso …più facile a dirsi che a farsi. Dalle sue poche frasi smozzicate però mi par di capire che ha praticato yoga (di cui io non so nulla) e decido di giocare la carta dell’assurdo: ricordando un racconto orientale, suggerisco: “C’è un esercizio yoga facile facile, ma utile per iniziare il cammino per star bene con sé stessi”. “Sarebbe?” fa lui senza cambiare espressione. “Scegli un bel posto solitario e per un’ora siediti a meditare, senza dar retta a nessuno e senza muoverti qualsiasi cosa accada”. Una settimana dopo ritorna più rilassato: “Com’è andata?”. “All’inizio bene, poi ha cominciato a piovere e così, inzuppato d’acqua com’ero, mi sono sentito molto stupido”. Era quel che gli serviva e sorridendo gli dico: “Per essere la prima volta, devi ammettere che è stata un’esperienza molto illuminante”.

    – don Davide Rota –

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