domenica 11 settembre’16

    XXIV Settimana tempo Ordinario

    Symphony No.41 in C major, K.551 “Jupiter”

    W. Mozart

     

    nella fotografia … 11 settembre ’01

     

    Iniziamo la Giornata Pregando (Colletta)

    O Dio, che per la preghiera del tuo servo Mosè non abbandonasti il popolo ostinato nel rifiuto del tuo amore, concedi alla tua Chiesa per i meriti del tuo Figlio, che intercede sempre per noi, di far festa insieme agli angeli anche per un solo peccatore che si converte. Egli è Dio…

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio del giorno Lc 15,1-32

     cattura

    «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

     

    Riflessione Per Il Giorno (commento al Vangelo di P. Francesco)

    Papa Francesco ha dato un nuovo nome al figliol prodigo: il giovane furbo. Il Papa spiega che questo giovane “ha voluto scrivere da solo la propria vita” prendendo letteralmente “a calci le regole della disciplina paterna”. Così questo giovane furbo, ha continuato il Pontefice “se l’è spassata per bene” fino a quando anche per lui, nonostante fosse figlio del padrone, “ha conosciuto quello che mai aveva conosciuto prima: la fame”. È in questo momento che interviene la misericordia di Dio che, al posto di chiudergli definitivamente le porte, le spalanca: “Dio è molto buono – ha detto il Santo Padre– Dio approfitta dei nostri fallimenti per parlarci al cuore”. “Dio non ha detto a questo giovane: ‘Sei un fallito, guarda cosa hai combinato!” Ma è intervenuto facendolo ritornare sui suoi passi, tanto che il Vangelo dice che il giovane “è rientrato in sé”: si è chiesto “Cosa me ne faccio di questa vita? La baldoria non mi è servita a nulla”. Tuttavia la sorpresa più grande non è la conversione del giovane, non è il ritornare sui suoi passi ma lo scoprire che “il padre lo stava aspettando da anni” Così “questo grande peccatore, questo grande sperperatore di tutto il guadagno di suo padre – ha concluso Papa Francesco – ha incontrato qualcosa che non aveva mai conosciuto: l’abbraccio di misericordia”.

     

    Intenzione Per Il Giorno

     

    Preghiamo per le vittime della violenza in ogni parte del mondo e perché scompaia il terrorismo come metodo di lotta e rivendicazione

     

    Don’t Forget!

    FRANCESCO GIOVANNI BONIFACIO SACERDOTE E MARTIRE Nato a Pirano (Istria) nel 1912, da famiglia umile e profondamente cristiana, 2° di sette figli, ricevette l’ordinazione nel 1936 a Trieste. Si fece subito amare, promuovendo attività, visitando famiglie, malati e donando tutto ai poveri, il che lo rese un prete scomodo per la propaganda antireligiosa Jugoslava. E’ la sera dell’11-09-1946: don Francesco è caricato in auto da due tizi, picchiato, spogliato, colpito con un sasso, finito a coltellate e gettato in una foiba. Da allora i suoi resti non sono stati più ritrovati.

    gingol

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