sabato 10 settembre ’16

    XXIII Settimana tempo Ordinario

     

    Symphony No.25 in G minor, K.183

    W. Mozart

     

     

    Iniziamo la Giornata Pregando (Inno)

    Lodate Dio, schiere beate del cielo. Lodate Dio, genti di tutta la terra: cantate a lui che l’universo creò, somma sapienza e splendore. Lodate Dio, Padre che dona ogni bene. Lodate Dio, ricco di grazia e perdono: cantate a lui che tanto gli uomini amò da dare l’unico figlio. Amen.

     

    Nicola da Tolentino

    Nato nel 1245, a 14 anni entrò fra gli eremitani di sant’Agostino di Castel Sant’Angelo come oblato e nel 1274 fu ordinato sacerdote. Asceta diffondeva il sorriso, penitente metteva allegria: faceva 8-10 ore di preghiera e digiuno, ma aveva parole che spargevano sorriso. Molti venivano a confessargli ogni sorta di misfatti, e andavano via arricchiti dalla sua fiducia gioiosa. Nel 1275 si stabilì a Tolentino dove resterà fino alla morte il 10 settembre 1305

     

    La Parola di Dio del giorno Lc 6,43-49

    Gesù disse ai suoi discepoli: «Non c’è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore. Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico? Chi viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sopra la roccia. Venuta la piena, il fiume irruppe contro quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene.  Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la rovina di quella casa fu grande». 

     

    Riflessione del Giorno (S. Tommaso d’Aquino)

    Se cerchi un esempio di carità, ricorda: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15, 13). Se cerchi un esempio di pazienza, ne trovi uno quanto mai eccellente sulla croce. La pazienza si giudica grande in due circostanze: o quando uno sopporta grandi avversità, o quando si sostengono avversità che si votrebbero, ma non si possono evitare. Se cerchi un esempio di umiltà, guarda il crocifisso: Dio, infatti, volle essere giudicato sotto Ponzio Pilato e morire. Se cerchi un esempio di obbedienza, segui colui che si fece obbediente al Padre fino alla morte (Rm 5, 19). Se cerchi un esempio di disprezzo delle cose terrene, segui colui che è il Re dei re e il Signore dei signori, «nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza» (Col 2, 3). Non legare dunque il tuo cuore a vesti e ricchezze, perché «si sono divise tra loro le mie vesti» (Gv 19, 24); non agli onori, perché ho provato oltraggi e battiture (cfr. Is 53, 4); non alle dignità, perché misero sul mio capo una corona di spine (cfr. Mc 15, 17); non ai piaceri, perché «quando avevo sete, mi han dato da bere aceto» (Sal 68, 22).

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per tutti i bambini, ragazzi e giovani che in questi giorni sono tornati a scuola

     

    Don’t forget! 140° quadro della serie: i 1000 quadri più belli del mondo

    Il tedesco Albrecht Altdorfer (1480-1538) nel 1529 ebbe l’incarico dal duca Guglielmo IV di Baviera per la sua residenza a Monaco, di dipingere la Battaglia di Isso, combattuta da Alessandro Magno contro il re persiano Dario nel 333 a.C. Il quadro adotta il punto di vista rialzato e lo sguardo dello spettatore si sofferma sulla miriade di soldati dipinti fin nei minimi particolari (che Altdorfer vestì con armature dei cavalieri e dei lanzichenecchi del suo tempo); si vede la disposizione di ogni truppa sul campo di battaglia e, al centro, si nota Dario in piedi su un carro trainato da tre cavalli che batte in ritirata inseguito da Alessandro Magno, in sella al suo destriero. In lontananza il particolare dell’accampamento fuori dalle mura della città sul mare. Superata la visione della battaglia l’occhio si ferma sul paesaggio (una delle più belle rappresentazioni nella storia dell’arte tedesca) ricca di acqua e montagne, con nubi che dalla parte di Alessandro Magno si aprono per far spazio al sole nascente, mentre fanno da corona alla falce della luna sopra Dario: è come se le forze della natura avessero già scelto il vincitore dello scontro. Nel centro del cielo è presente un cartello che riporta in latino la descrizione della battaglia: «Alessandro Magno, sconfitto l’ultimo Dario, tra 100.000 fanti e più di 10.000 cavalieri uccisi tra le file dei persiani. Mentre il re Dario è riuscito a fuggire con non più di 1.000 cavalieri, la madre, la moglie e i figli sono stati presi prigionieri.» Dalla tabella con l’iscrizione latina, un cordone riporta lo sguardo alla battaglia, alla ricerca di sempre nuovi dettagli. L’illuminazione è vivace e drammatica, dai toni quasi apocalittici; gli stilemi medievali sono uniti a un fondale così squillante e turbinoso che pare già preannunciare il futurismo.

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    ALBRECHT ALTDORFER: LA BATTAGLIA DI ISSO 1529 olio su tavola 158 x 120 cm Alte Pinakothek, Monaco

    L’artista rende in modo virtuoso il tumulto della sterminata folla e insieme gli innumerevoli dettagli. Il cosmo e la natura sono imponenti, grandiosi: sullo sfondo, irreali e magici, si stagliano l’isola di Cipro e il Golfo Persico. Sembra quasi che sia il minaccioso cielo a profetizzare le sorti della battaglia. Quest’ opera chiude l’epoca splendente del Rinascimento tedesco: morti Dürer e Grünewald e con H. Holbein il Giovane che lascia la Germania per recarsi in Inghilterra, solo L. Cranach il Vecchio e A. Altdorfer continuano a operare e saranno loro a chiudere una delle stagioni migliori dell’arte europea.

    gingol  

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