venerdì 9 settembre ’16

    XXIII Settimana tempo Ordinario

     

    Sonata No. 1 in C Major, K.279

    W. Mozart

     

    Iniziamo la Giornata Pregando

    “Liberami, o Signore, dalla pigrizia che ho e dalla paura che mi prende, dal comodo compromesso e dal facile disimpegno. Aiutami, o Signore, ad essere come non sono e come vorresti che io fossi. Non importa ciò che muore in me, m’interessa ciò che nasce insieme a te. Aiutami, o Signore, a prendere sul serio il tempo, a rispettare la vita, a conservare l’amore; ho bisogno di te per vivere come tu vuoi. Donami, o Signore, la tua forza per agire, la costanza dell’impegno, la gioia di una fede che cresce, la speranza e l’abbandono fiducioso al tuo amore”.

     

    Pietro Claver

    Nato a pochi km da Barcellona nel 1580, Pietro Claver entra nella Compagnia di Gesù. Studia filosofia ed è ordinato sacerdote nel 1616: diventato missionario, presta le sue cure agli schiavi neri, deportati dall’Africa dove a migliaia, quasi tutti giovani invecchiano e muoiono presto per la fatica e i maltrattamenti e l’abbandono se invalidi. Fa il voto di essere «schiavo degli Etiopi» (cioè i neri) e per comprendere i loro problemi impara la lingua dell’Angola. Ammalatosi di peste, sopporta i maltrattamenti del suo infermiere, un nero. Muore a 74 anni.

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio Luca 6,39-42.

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt’e due in una buca? Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non t’accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

     

    Riflessione Per Il Giorno (Mons. Ravasi Mattutino)

    “Se Cristo tornasse oggi tra noi, la gente non lo metterebbe più in croce: lo inviterebbe a cena, lo ascolterebbe e gli riderebbe dietro le spalle”. Jaroslav Pelikan scriveva nel 1985: «Al di là di ciò che ognuno possa personalmente pensare o credere di lui, Gesù di Nazareth è stato per quasi venti secoli la figura dominante nella storia della cultura occidentale». Ma se dovessimo immaginare un suo ritorno in mezzo a noi, forse daremmo ragione allo storico scozzese Thomas Carlyle a cui dobbiamo la frase sopra proposta. Lui faceva questa affermazione nel 1800; oggi sarebbe ancor peggio. Potrebbe capitare a Gesù di essere fermato per un controllo dei documenti. L’elemento che vorrei sottolineare è, però, quello della derisione benevola. No, non è un’esagerazione teatrale o narrativa. Tanti cristiani – lasciamo perdere la società secolarizzata – non prendono sul serio il cristianesimo con le sue verità e le scelte che esige. Le sue parole, se ridotte a dialogo di società, si spengono, perché esse in realtà hanno il fuoco dentro e vorrebbero invece accendersi nelle menti e nelle anime. Non si può solo lasciarlo parlare e poi irriderlo perché è “esagerato”. Eppure è questo il rischio che stiamo correndo nel grigiore dei nostri giorni.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché i giovani rispondano con generosità e senza paura alla chiamata di Dio a seguirlo

     

    …Don’t forget!

    È dai tempi del solo “cartaceo” che i direttori di giornale sanno bene che la pagina della “Posta dei lettori” è preda all’80% (a stare bassi) di maniaci compulsivi che meno hanno da dire e più lo dicono.

    Ma con i social network la tendenza di questi tali non ha più ritegno e ormai è concesso a cani e porci il permesso, anzi il “diritto” di esprimere un’opinione che nessuno ha loro chiesto. Data la loro prevalenza statistica (la madre degli stupidi è sempre incinta), ecco il risultato: il web occupato da loro. E’ vero, si può ignorarli ed è un’ottima scelta, ma visto che ormai furoreggia la democrazia del web, diciamo subito che la democrazia è un’altra cosa e che in una rete che si vanta di essere senza censure, la sapienza è l’unica ad essere censurata.

    gingol

     

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