Domenica 20 marzo 2022

     

    3.a Settimana di Quaresima

     

    Aforisma del giorno del Card. Carlo Maria Martini

    “Conversione significa molto semplicemente «svolta», significa cambiamento di rotta.”

     

    Preghiera del giorno della colletta

    Dio misericordioso, fonte di ogni bene, tu ci hai proposto a rimedio del peccato il digiuno, la preghiera e le opere di carità fraterna; guarda a noi che riconosciamo la nostra miseria e, poiché ci opprime il peso delle nostre colpe, ci sollevi la tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

     

    Parola di Dio del giorno

    Esodo 3,1-8a.13-15; Salmo 102; 1 Corinti 10,1-6.10-12; Luca 13,1-9

    Alcuni riferirono a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.

    O quelle 18 persone, sulle quali crollò la torre di Siloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme?

    No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò.

    Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

     

    Riflessione del giorno

    Quelle del Vangelo di oggi sono parole che obbligano gli interlocutori a non limitarsi a compatire le vittime e a condannare i colpevoli (Gesù non accenna neppure una critica all’odioso crimine di Pilato), ma li invitano a rivolgere lo sguardo su sé stessi e a non chiamarsi fuori dalla vicenda.

    Gesù infatti ci ricorda che tutti siamo immersi fino al collo in un mondo di iniquità che produce delitti, disgrazie, violenze e crimini (cfr. la guerra in atto tra Russia e Ucraina) e che nessuno è innocente dopo che Dio ha accettato di portare su di sé il peso delle colpe.

    In cosa consiste allora la conversione alla quale ci invita Gesù? In un mondo di presunti innocenti, la conversione non è di casa e “chi deve cambiare questo non sono certo io!”. Invece convertirsi significa proprio non assolvere noi stessi rispetto ai mali del nostro ambiente, ma raccogliere l’invito al pentimento lasciando che sia il perdono divino ad assolverci.

    Significa non venir meno alla responsabilità nelle situazioni di dolore e di ingiustizia, impegnandoci non solo a denunciare, ma soprattutto a offrire a sofferenti e oppressi segni concreti di liberazione e speranza. Significa renderci conto che persino nelle più tragiche e dolorose situazioni c’è l’appello che la misericordia divina rivolge alla coscienza dell’uomo affinché si decida a cambiare vita e a produrre i frutti.

    La parabola del fico sterile ci dice la pazienza del Signore che non solo si resiste a tagliare l’albero che occupa invano il terreno, ma lo fa anche oggetto di attenzioni e cure speciali, nell’attesa che dia frutti che sono il segno dell’avvenuto cambio di vita.

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Preghiamo perché accogliamo con umiltà l’invito alla conversione che il Vangelo oggi ci rivolge e la manifestiamo con concreti gesti di carità e di fede.

     

    Don’t Forget! Santo del giorno

    S. Giovanni Nepomuceno

    Nacque nel 1330 a Nepomuk, in Boemia, fu consacrato sacerdote a Praga e divenne predicatore di corte del re Venceslao. La moglie del re, Giovanna di Baviera, conosciutolo, lo scelse come confessore. Il re, corrotto, sospettava che Giovanna gli fosse infedele e la tormentava spesso per conoscere ciò che esisteva solo nella sua mente.

    Si rivolse così a Giovanni per conoscere le confessioni della donna, ma il santo si rifiutò di rispondere e, nonostante le minacce, si mostrò inflessibile. Tale fermezza nel custodire il segreto sacramentale gli costò la condanna a essere gettato nel fiume Moldava.

    Sul ponte della città tra il sesto e il settimo pilastro venne gettato nella corrente. Era l’anno 1383. La sua statua si trova spesso sugli antichi ponti ed è invocato contro i danni e i pericoli che possono venire dall’acqua.

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