Domenica 24 aprile 2022

     

    Ottava di pasqua

    Domenica della divina misericordia

     

    Aforisma del giorno di s. agostino

    La speranza ha due figli: sdegno e coraggio. Sdegno per la realtà delle cose; coraggio per cambiarle.

     

    Preghiera del giorno

    O Padre, che nel giorno del Signore raduni il tuo popolo per celebrare colui che è il primo e l’ultimo, il vivente che ha sconfitto la morte, donaci la forza del tuo Spirito, perché, spezzati i vincoli del male, ti rendiamo il libero servizio della nostra obbedienza e del nostro amore, per regnare con Cristo nella gloria. Egli è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo per i secoli dei secoli. Amen.

     

    2.A DOMENICA DI PASQUA – IN ALBIS – DELLA DIVINA MISERICORDIA

    Atti 5,12-16 – Apocalisse 1,9-11.12-13.17 – 19 Giovanni 20,19-31

    1)    “IN ALBIS” perché nel battesimo della notte di Pasqua, i battezzandi indossavano una tunica bianca che portavano per tutta la settimana, fino alla 1.a domenica dopo Pasqua “in cui si deponevano le vesti bianche” (=in albis depositis)

    2)    DIVINA MISERICORDIA. Alla suora polacca Faustina Kowalska Gesù si rivelò e disse: “Desidero che la 1.a domenica dopo Pasqua sia la Festa della mia Misericordia. Chi si confessa e comunica, avrà la remissione di colpe e castighi. Desidero che questa Festa si celebri in tutta la Chiesa.”

    La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.

    Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!».

    Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!».

    Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

     

    Riflessione del giorno di don P. Mazzolari “la parola che non passa”.

    Nel vangelo d’oggi c’è un cenacolo e una porta chiusa. Una porta chiusa per timore di qualcuno è storia di tutti i giorni, anticipata nel servo della parabola che sotterra il talento per paura di perderlo. Per fortuna che al Signore non importa nulla dei nostri catenacci, ed esce ed entra come vuole la sua carità.

    Egli cammina o si ferma, opera o riposa, parla o tace, senza badare ai nostri timori. Il Signore mostra di non offendersi dell’incredulità di Tommaso, ma ne fa anzi un argomento per la nostra fede. Non è vero che al Signore dispiacciono certe resistenze.

    Quando sono resistenze ragionevoli, quando è l’uomo leale, l’uomo onesto, che, prima di affidarsi a un altro, prova se può fare da sé, il Signore non può essere malcontento. Basta approfondire un po’ l’episodio di Tommaso. È vero che egli si è mostrato contegnoso e renitente, e che prima di gridare: «Signore mio e Dio mio», ha voluto essere sicuro della piccola garanzia che offrono i sensi, ma, adesso, il Signore sa che può contare su di lui più che sugli altri, che quel grido è un credo che verrà continuato anche davanti al martirio.

    Tipi come Tommaso ci mettono un po’ a inginocchiarsi, ma, quando si inginocchiano, si inginocchiano davvero, quando amano, amano davvero. Quando Tommaso si offre, è un uomo che si offre. E se offre a Cristo il proprio cuore, è un cuore d’uomo che si offre. E se china la sua testa davanti a lui, è una testa d’uomo che si china. Così comincia l’adorazione «in spirito e verità».

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Perché cogliamo nella nostra vita, specialmente nella sofferenza, i segni del corpo risorto di Gesù.

     

    Don’t Forget! Santo di Oggi

    S. Fedele da Sigmaringen

    Nato a Sigmaringen (Germania) nel 1578, si era laureato in filosofia e in diritto all’università di Friburgo in Svizzera, e aveva intrapreso la carriera forense a Colmar in Alsazia. Accolse l’invito del conte di Stotzingen, che gli affidava i figli e un gruppo di giovani perché li avviasse agli studi.

    Ma a 34 anni, abbandonò ogni cosa e tornò a Friburgo, al convento dei cappuccini. Da Propaganda Fide ebbe l’incarico di recarsi in Rezia, in piena crisi protestante dove convertì numerose persone, ma attorno a lui si creò un’ondata di ostilità.

    Nel 1622, a Séwis, mentre si avviava a casa dopo aver celebrato la Messa gli si fecero attorno dei soldati che gli intimarono di rinnegare quanto aveva predicato e, al suo rifiuto, lo uccisero con le spade.

     

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