giovedì 1 febbraio ’18

    4.a settimana del tempo ordinario

     

    nell’imagine una fotografia di Luigi Ghirri

     

    Proverbio del Giorno (Proverbio YIDDISH)

    L’imbecille cade sulla schiena e si sbuccia il naso.

     

    Iniziamo la Giornata Pregando

    Signore Gesù, grazie per questo regalo di un nuovo giorno. Un regalo che viene ad aggiungersi ai tanti altri che ho ricevuto da te. Apri i miei occhi affinché io mi renda conto che tutto ciò che sono, che tutto ciò che ho viene da te. È dunque normale che tutto ciò che sono e possiedo lo metta al tuo servizio e al servizio del mio prossimo. Aiutami ad annunciare a coloro che incontrerò oggi “tutto ciò che tu, Signore, hai fatto per me nella tua misericordia”.

     

     

    Il santo di Oggi: B. ANDREA CARLO FERRARI.

    Nasce nel 1850 a Parma. All’arrivo nella diocesi ambrosiana prese anche il nome di Carlo in onore del Borromeo. Visita più volte la diocesi, si interessa ai problemi sociali, promuove la partecipazione dei cattolici alle elezioni amministrative con propri esponenti. In occasione delle agitazioni represse da Bava Beccaris è vicino al popolo tanto da essere considerato sovversivo. La polemica anti modernista lo prende di mira: difende la sua diocesi ma non riesce a dissipare l’incomprensione col Papa. Negli ultimi anni riprende a governare la diocesi con vigore. Muore nel 1921

     

    La Parola di Dio del giorno Mc 6,7-13

    In quel tempo Gesù chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche. E diceva loro: «Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo. Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro». E partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano. 

     

    Riflessione Per Il Giorno

    Quando S. Bernadette –la veggente di Lourdes- riferì che la Madonna le aveva chiesto di sacrificarsi per i peccatori, le fu chiesto se sapesse di cosa stava parlando. Esattamente: «Chi sono i peccatori?». E la ragazzina, semianalfabeta e nota per non essere molto acuta, rispose: «Quelli che amano il peccato». Notare: non quelli che fanno il peccato, ma quelli che lo amano. La profondità teologica della risposta impressionò i prelati inquirenti. Infatti, esistono persone che amano talmente quel che la Chiesa chiama “peccato” da essere disposti a sacrificarsi per esso, arrivando a praticare una sorta di ascesi alla rovescia. Il catechismo della Chiesa elenca fra i sei peccati contro lo Spirito Santo (1 Disperazione della salvezza 2 Presunzione di salvarsi senza merito 3 Impugnare la verità conosciuta 4 Invidia della grazia altrui, 5 Ostinazione nei peccati 6 Impenitenza finale) proprio l’ostinazione nei peccati che non significa la continua ripetizione dei peccati per debolezza o fragilità, ma l’ostinazione ossia il compiacimento nel fare il male e l’assoluta mancanza di pentimento. Dio perdona tutto, ci mancherebbe…altrimenti che Dio sarebbe? Ma chi non vuol essere perdonato, Dio vuole perdonarlo, ma “può”? In Luca 17:3-4 leggiamo: “Se tuo fratello pecca, riprendilo; e se si ravvede, perdonalo. Se pecca contro di te sette volte al giorno, e sette volte torna da te e ti dice: “Mi pento”, tu lo perdonerai». Ecco la differenza sta in quel “se ti dice: mi pento”. 

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché la vita umana sia sempre accolta e protetta dal suo inizio fino alla conclusione

     

    Don’t forget:

    1991 – Il governo del Sudafrica abolisce le ultime leggi razziali ancora in vigore. Finisce l’apartheid.

     

    200° quadro de “i 1000 quadri più belli del mondo”

    DOMENICO ZAMPIERI detto IL DOMENICHINO: S. GIORGIO E IL DRAGO 1610 – Olio su tela – 52.7 × 61.8 cm – National Gallery Londra

     

    Che l’artista bolognese Domenico Zampieri detto Domenichino (1581-1641) abbia ottenuto grande successo grazie agli affreschi altamente decorativi è certo, ma che fosse anche notevole paesaggista lo è ancor di più e questo quadro ne è la dimostrazione. L’opera ripropone la leggenda di S. Giorgio che salvò la principessa e liberò la città dalla presenza del dragone che minacciava entrambe. Si tratta di un dramma spaventoso che però il pittore inserisce in un paesaggio che più idilliaco non si potrebbe rappresentare. Di fatto nel quadro non sono i tre personaggi a dominare (la principessa che cerca di sfuggire al dragone inseguito a sua volta da S. Giorgio a cavallo il quale tenta di ucciderlo) ma lo stupendo, idilliaco paesaggio con i grandi alberi in primo piano, la città turrita e luminosa in mezzo e il lago e il monte sul fondo. I colori dominanti sono il verde del bosco e il blu del cielo che, mescolati sapientemente, digradano verso l’orizzonte in “color di lontananza”.

    I dettagli poi del vestito della principessa, dell’armatura del cavaliere e delle forme degli edifici, rivelano la grande padronanza del Domenichino nell’arte del disegno e della composizione, ma anche la capacità di resa dei particolari e un’approfondita conoscenza della luce naturale e dei suoi effetti. Il quadro è costruito in modo da condurre l’occhio attraverso tutto il dipinto, dimostrando la coerenza dell’inserimento di ogni scena nel contesto generale. Nonostante la scena in primo piano sia potenzialmente drammatica, anzi tragica essa viene assorbita nel resto della composizione serena e luminosa, con effetti di straordinaria quiete come se il pittore volesse anticipare l’esito vittorioso della lotta contro il dragone. Per tutti questi elementi non possiamo non considerare il Domenichino come il diretto precursore di pittori come Nicolas Poussin e Claude Lorraine.    

     

     

     

     

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